Ha dato i natali a Dante, padre della lingua italiana. Ha visto fiorire il Dolce stil novo e ha nutrito le prose e i versi di Petrarca, Boccaccio, Lorenzo de’ Medici e Machiavelli. È stata la straordinaria capitale artistica e scientifica del Rinascimento ma anche la città delle riviste del primo Novecento e dei caffè letterari come le Giubbe Rosse e il Caffè Paskowski, attorno ai cui tavoli si radunavano intellettuali come Palazzeschi, D’Annunzio, Montale, Luzi, Papini, Soffici, Bigongiari, Parronchi… Qui è nato il burattino più famoso del mondo mentre nel frattempo veniva spassionatamente adorata da frotte di visitatori stranieri, soprattutto inglesi e americani, che a partire dall’Ottocento vi approdavano e la sceglievano come città d’elezione. Da sempre sede di prestigiose istituzioni e case editrici, tra quelle che sopravvivono egregiamente ancora oggi, il Gabinetto Scientifico Letterario Vieusseux e l’Accademia della Crusca sono il fiore all’occhiello dell’offerta culturale di Firenze.

Luoghi

Basilica di Santa Croce
Cimitero degli Inglesi
Cimitero delle Porte Sante
Casa Guidi

Autori

Aleardo Aleardi

Poeta e politico originario di Verona, nel 1864 si trasferì per breve tempo a Firenze, dove tenne la cattedra in Estetica e Storia dell’Arte all’Istituto di Belle Arti. Nella casa dove soggiornò (via Nazionale 158 rosso) è stata posta una targa che così lo ricorda: “Aleardo Aleardi / da Verona / che nei malinconici canti / fervidi d’amore sviscerato all’Italia / maledisse all’eterno suo nemico / riportandone condanne e prigionia / dimorò in questa casa / negli anni del suo insegnamento / accademico / d’estetica e storia dell’arte — Questo ricordo il Comune di Firenze / alla fine vittoriosa della nuova guerra d’indipendenza / pose. / MCMXIX”.


Vittorio Alfieri

Dante Alighieri

Hans Christian Andersen

Ludovico Ariosto


Luigi Bertelli (Vamba)

Nato a Firenze nel 1858, nel 1906 fondò il settimanale per ragazzi Il giornalino della Domenica dove pubblicò Il giornalino di Gian Burrasca. Morì a Firenze nel 1920 e viene sepolto nel Cimitero delle Porte Sante, presso la Chiesa di San Miniato al Monte.


Giovanni Boccaccio


Giosuè Borsi

Poeta, critico letterario e autore del romanzo incompiuto La Gentile. A Firenze (via Faenza 58) una targa ricorda la casa in cui ha soggiornato: “Giosuè Borsi / poeta e soldato / Livorno 1888 Zagora 1915 — L’arte e il dolore / lo guidarono a Dio / Dio lo ispirò / a sacrificare alla sua patria / la giovanissima vita / già arrisa dalla fama / (Ettore Romagnoli) — L’unione nazionale / reduci di guerra”.


Elizabeth Barrett Browning


Omero Cambi

Poeta e giornalista, dal 1944 al 1965 è stato il primo caporedattore della sede Rai di Firenze.
Una targa commemorativa indica la casa in cui è vissuto (via dello Sprone 2): “Abitò in questa casa / Omero Cambi 1902 – 1965 / Giornalista e Poeta / – A quarant’anni dal suo ingresso / nel Sabato senza tramonto – — Il Comune di Firenze / 20 Marzo 2005”.


Dino Campana

Giosuè Carducci


Felice Cavallotti

Scrittore, drammaturgo, politico e patriota italiano, nacque a Milano nel 1842 e morì a Roma nel 1898.
Accorso a Napoli in aiuto alla popolazione durante l’epidemia di colera del 1885, a Firenze trascorse la quarantena in una casa (via Felice Cavallotti 6/8) dove si trova oggi una targa commemorativa che recita: “Nell’anno 1884 / In queste stanze / Delle scuole comunali / Dopo vinta l’epidemia colerica / Di Napoli soggiornò in quarantena / Felice Cavallotti / Coi reduci della squadra / Tosco lombarda / Il comitato popolare del Pignone / Qui ricordando il poeta / Il milite della democrazia / L’infermiere della carità / Volle che il nome di lui / Fosse ai popoli esempio / Ammonimento conforto / Come legge dell’umanità / Sia l’unione dei cuori 7 luglio 1901”.

Bruno Cicognani

Scrittore verista nato a Firenze nel 1879, ha vissuto l’adolescenza nel quartiere delle Cure. Tra le sue opere più famose ci sono La Velia e l’autobiografico L’età favolosa.
Visse per un periodo in via Laura 56, dove una targa recita: “Qui visse e operò a lungo / Bruno Cicognani / Scrittore / 1870 – 1971”. Sotto è posizionato un medaglione in bronzo che raffigura il profilo dello scrittore fiorentino.
In via dei Servi 42 nel 2015 è stata posta una seconda targa che indica la casa in cui visse a lungo e riporta una citazione da I ricordi: “«io ribollo rivoluzionario dalla nascita / o [sic.] abitato per quasi trent’anni fisso / in Firenze, via Dei Servi 42» / da «I ricordi» – Servi 42”
Morì a Firenze nel 1971 e fu sepolto nel Cimitero delle Porte Sante, presso la Chiesa di San Miniato al Monte, nella sezione “Campanile”.


Carlo Collodi


Dino Compagni

Nato nel 1246 circa, fu uno storico di Firenze al tempo di Dante, autore della famosa Cronica delle cose occorrenti ne’ tempi suoi. Visse in corrispondenza dell’edificio che oggi è Palazzo Corsini (lungarno Corsini 8) dove una targa lo ricorda così: “Che qui ebbero i compagni le case / demolite sulla fine del secolo XVII / per dare luogo al Palagio del Corsini / degne di ricordo / perché in esse / Dino Compagni / terzo Gonfaloniere della Repubblica / con cuore di cittadino / e mente di storico / descrisse dal vero / i tempi suoi e di Dante”.
Sulla Torre della Castagna (via Dante Alighieri 2), una targa riporta una citazione da le Croniche: “… E chiamoronsi Priori dell’Arti e stettono rinchiusi nella torre della Castagna appresso alla Badia, acciò non temessono le minaccie de’ potenti…”. La torre, edificata nell’XI secolo e dal 1282 era la sede del Priorato delle Arti, l’organo che esercitava il potere esecutivo e rappresentativo nella Firenze medievale, di cui ha fatto parte anche Dante Alighieri. Le castagne, messe in appositi sacchetti, erano utilizzate per le votazioni.


James Fenimore Cooper

L’autore de L’ultimo dei mohicani visse a Firenze tra il 1828 e il 1829, alloggiando prima in albergo e poi, dal 25 novembre 1828, in un appartamento di dieci stanze presso Palazzo Ricasoli (via Ricasoli), all’epoca via del Cocomero. Dal 1° maggio 1829, per sfuggire al caldo insopportabile della città, soggiornò in una villa a Colombaia, sulle colline oltre Porta Romana, in via Sant’Ilario, descritta nel suo Excursions in Italy: “That we occupy is on a smaller scale, but it has numerous rooms, is near the town, and has many conveniences. Among other recommendations, it has two covered belvederes where one can sit in the breeze and overlook the groves of olive trees, with all the crowded objects of an Italian landscape”.


Edward Gordon Craig

Nel 1913 fondò a Firenze la Scuola di Arte del Teatro, dove ancora oggi si trova il Teatro Goldoni (via dei Serragli 103). Una targa sull’edificio recita: “Edward Gordon Craig / con gli scritti e le opere / precursore della scena moderna / qui dov’era l’Arena Goldoni / fondava il 27 febbraio 1913 / la sua scuola di arte del teatro”.


Robert Davidsohn

Nato a Danzica nel 1853, si trasferì a Firenze dove studiò a fondo la storia medievale della città e della Toscana, pubblicando l’imponente Storia di Firenze. Visse per 20 anni in via dei Della Robbia, dove oggi una targa con un bassorilievo lo ricorda così: “Visse in questa casa dal 1903 al 1923 / Robert Davidsohn / Danzica 1853 Firenze 1937 / scrivendovi gran parte / della sua «Storia di Firenze» / frutto d’insigne ricerca erudita / e di vivo amore a questa città. / Il Comune di Firenze ne fa ricordo / nel 150° anniversario della nascita”.


Edmondo De Amicis


Luigi Del Buono

Commediografo e attore teatrale, creò Stenterello, maschera popolare fiorentina, un personaggio di bassa estrazione popolare, chiacchierone, mingherlino e astuto. In borgo Ognissanti 4 si trovava il teatro omonimo dove ogni sera dal 1813 Del Buono portava in scena il suo personaggio, che oggi una targa commemorativa ricorda così: “In questo palazzo ebbe sede dal 1778 / il Teatro Borgognissanti / dove Luigi Del Buono 1751-1832 / creò la maschera di / Stenterello / popolare personaggio fiorentino / burlone scanzonato ed arguto / rimasto nella memoria cittadina — A ricordo il Comune di Firenze pose / nel Carnevale del 2006 / a cura della rivista «Giullari»”.
Morì nel 1832 e fu sepolto nella chiesa di Ognissanti, come indica una targa nel chiostro.


Fedor Dostoevskij

Nell’agosto 1862, durante il suo primo viaggio all’estero, Dostoevskij si stabilì a Firenze nella Pension Suisse in via Tornabuoni, all’angolo con via della Vigna Nuova, e frequentava il Gran Caffè Doney, in attività fino al 1985.
Nel novembre 1868 Dostoevskij vi tornò con la moglie Anja e si stabilirono al secondo piano dell’edificio in via Guicciardini 8, stando a quanto dichiarato sul Libro dei Soci del Gabinetto Vieusseux. Oggi sull’edificio (piazza Pitti 22) oggi si trova una targa che lo ricorda: “In questi pressi / fra il 1868 e il 1869 / Fedor Mihalovic Dostoevskij / compì il romanzo «L’Idiota»”.
Di Firenze pensava: “Quando c’è il sole è praticamente un paradiso. Non puoi immaginare qualcosa di meglio dell’impressione che ti dà questo cielo, l’aria e la luce”.
Una statua commemorativa per i 200 anni dalla nascita è stata inaugurata nel 2021 nel Parco delle Cascine, all’incrocio tra viale Washington e viale Dostoevskij.


George Eliot

George Eliot, pseudonimo della scrittrice inglese Mary Ann Evans, visse un periodo a Firenze nell’albergo Hotel Londres et Suisse (via de’ Tornabuoni 13, non esiste più). Qui a Firenze compose Romola, un romanzo ambientato nella città del Quattrocento. Oggi una targa sull’edificio dove si trovava l’albergo recita: “In questa casa / albergo preferito di musici sommi / trascorse nel 1860 / uno dei suoi primi soggiorni / George Eliot / (Anna Maria Evans) / autrice della fiorentina «Romola» / e di altri celebri romanzi”.
Alla prima visita nel 1860, ne seguì una seconda più lunga, dal 1862 al 1863.

targa george eliot

Vincenzo da Filicaja

Poeta italiano e membro dell’Accademia della Crusca, sulla casa natale (Borgo Albizi 10) è stata posta una targa commemorativa che recita: “In queste case dei suoi maggiori / nacque Vincenzo da Filicaia / in tempi di servitù / poeta di alti sensi. / XX dic. MDCXLII / XXIV set. MDCCVII”.


Edward Morgan Forster

Albergo dove soggiornò e ebbe l’ispirazione per “Camera con vista”
In corso dei Tintori 7 è sito il Palazzo Jennings Riccioli, o Guasconi, con un lato che si affaccia anche sul lungarno delle Grazie. Proprio su questo lato una targa ricorda che qui si trovava l’Hotel Jennings Riccioli, il cui nome all’inizio del Novecento era Pensione Simi. Qui Forster soggiornò a partire dalla fine dell’ottobre 1901 a più riprese ed ebbe l’ispirazione per il suo celebre romanzo Camera con vista, nel quale la protagonista, Lucy, soggiorna alla Pensione Bartolini, inesistente ma simile a quella in cui si era stabilito lo scrittore. Il romanzo è stato riscoperto grazie al film di James Ivory del 1986 con Helena Bonham Carter e Julian Sands nei panni dei protagonisti, che tuttavia fu girato in un altro hotel di Firenze, l’Hotel degli Orafi in via degli Archibusieri 4.


Ugo Foscolo


Caterina Franceschi Ferrucci

Scrittrice, poetessa e educatrice, autrice del saggio Degli studi delle donne italiane, visse a Firenze cinque anni a partire dal 1850, per poi tornarvi negli ultimi anni della sua vita. Una targa di pietra sulla casa in cui visse (via di Mezzo 14) la ricorda così: “Per decreto del Comune / in questa casa abitò cinque anni e nel 28 febbraio 1887 morì / Caterina Franceschi Ferrucci / Nata a Narni il 26 gennaio 1803 / per ingegno virile per classici scritti / per nobiltà di ammaestramenti civili e di esempi / benemerita / della letteratura e dell’educazione italiana”.


Carlo Emilio Gadda


Theodosia Garrow Trollope

Poetessa e traduttrice, nelle sue opere sostenne la causa del Risorgimento italiano. Giunse a Firenze col padre nel 1844 e qui conobbe e sposò Thomas Adolphus Trollope. Dal 1848 visse nel Villino Trollope (via Vincenzo Salvagnoli 1) affacciato su piazza Indipendenza (all’epoca Piazza Maria Antonia) con il marito e la suocera, Frances Trollope, entrambi scrittori. La casa divenne presto un salotto letterario in cui si ritrovavano gli intellettuali inglesi e americani residenti a Firenze oppure di passaggio in città, tra cui Elizabeth e Robert Browning. Theodosia morì qui nel 1865 come indica la targa commemorativa sull’edificio: “Il giorno 13 aprile 1865 / morì in questa casa / Theodosia Garrow Trollope / che scrisse in inglese con animo italiano / delle lotte e del trionfo della libertà”.
Venne sepolta nel Cimitero degli Inglesi, accanto ad altri intellettuali come Elizabeth Barrett Browning e Walter Savage Landor.

Tomba nel Cimitero degi Inglesi


Giuseppe Giusti

Poeta, autore di satire e patriota, nacque a Monsummano nel 1809 e visse un periodo a Firenze durante il quale compose poesie giocose in dialetto lucchese. Una targa lo ricorda nell’edificio dove morì (via Gino Capponi 26), mentre era ospite di Gino Capponi, il 31 marzo 1850 all’età di 41 anni: “In questo / che fu di Gino Capponi / palagio ospitale alle speranze italiane / il Comune di Firenze / iniziatrice l’associazione della Stampa Toscana / scrive il nome / di / Giuseppe Giusti / che qui più fratello che ospite / mancò il XXXI marzo MDCCCI / ai nuovi destini della patria / dei quali il suo canto sdegnoso / fu auspicio potente / evocazione dalla morte alla vita — XIII maggio MDCCCXCIV / LXXXXV Natalizio”.
Giusti fu sepolto all’interno della basilica di San Miniato al Monte. L’epigrafe sulla tomba, scritta da Gino Capponi, recita: “Che dalle grazie del vivo nostro idioma trase una forma di poesia prima di lui non tentata e con arguto stile, castigando i vizi senza toglier fede a virtù, inalzò gli uomini al culto dei nobili affetti, e delle opere generose.”


Anton Francesco Grazzini

Scrittore e commediografo seicentesco conosciuto con l’appellativo de “Il Lasca”, scrisse numerose commedie e novelle (nella raccolta Le cene) e fondò l’“Accademia degli Umidi”. Una targa ricorda il luogo in cui visse e morì (via delle Caldaie 4): “Antonfrancesco Grazzini di Staggia / nell’Accademia fiorentina / detto Il Lasca / festoso scrittore / di versi, novelle e commedie / dimorò in questa casa di sua famiglia / e vi morì il dì XX febbraio MDLXXXIV”.

Grazzini proveniva da una famiglia di farmacisti e egli stesso esercitò questa professione per un periodo di tempo. Nella farmacia più antica di Firenze, sita a due passi dal Duomo, aperta nel 1265 col nome “Spezieria del Moro o del Saracino”, oggi “Farmacia del Moro” (piazza San Giovanni 20/r), una targa lo ricorda: “In questa officina / già del Saracino or del Moro, / fin dal MDXXI fu farmacista A.F. Grazzini da Staggia, leggiadro poeta, commediografo e novelliere / che quivi accolti a sua cura precipua / Machiavelli, Mazzuoli da Strada e lo Zanchino, / con altri di quei dotti in lieti convegni / l’Accademia degli Umidi di poi Fiorentina, fondava / le cui dette incruscate adunanze / in quelle della celebre Crusca si trasmutarono / nelle quali tutte ei tolse il nome da impresa / ove una lasca guizza dall’onda / a ghermire incauta farfalla”.


Francesco Guicciardini

Lo storico Francesco Guicciardini visse in un palazzo di famiglia in via Guicciardini 15. Una targa commemora l’illustre storico cinquecentesco e il discendente (il conte Paolo di Francesco Guicciardini) che fece restaurare l’edificio nel 1950: “MDCCCCXXI / In queste case ab antico dei Guicciardini / si scrive a gloria d’Italia / il nome del grande istorico / Francesco / che i tempi da lui politicamente vissuti / affigurò / in pagine sopravvissute immortali — Fra le rovine delle più care strade / d’Oltrarno nel MCMXLIV / ferito e pur saldo stette / questo sacro alla storia / palagio de’ Guicciardini nel MCML / Paolo Di Francesco degnamente / restaurata l’avita dimora / la rinnovò e l’accrebbe mentre / il vecchio ceppo della sua stirpe / anch’esso folgorato e percosso / di nuova fronta si rinnovella”.


Nathaniel Hawthorne


Aldous Huxley

Huxley visse a Firenze con la moglie a partire dal 1921 a Firenze, presso Villa Minucci del Rosso (via Santa Margherita a Montici 4), ma non partecipava molto alla vita della comunità inglese. Visse le vicende politiche italiane di quegli anni tanto che, a causa del clima repressivo del ventennio fascista, decise di lasciare l’Italia nel 1930 e trasferirsi negli Stati Uniti.
In Il piccolo Archimede, che parla di due coniugi inglesi in vacanza nella campagna toscana, con un chiaro riferimento biografico all’autore stesso, scrive del panorama che si vede dal colle di Montici: “Guardando giù per la vallata che si snoda al di sotto della nostra collina, verso l’Arno, guardando oltre la spalliera scura della collina dove si erge la chiesa di San Miniato, si vede la cupola enorme che leggiadra si appoggia alle sue costole di pietra, il campanile quadrato, la guglia appuntita di Santa Croce e la torre baldacchino della Signoria che svetta al di sopra di un labirinto di case, distinte e brillanti come piccoli tesori scolpiti in pietre preziose”.


Alphonse de Lamartine

Poeta e storico francese, visse due anni, dal 1825 al 1827, in una casa in via dei Serragli 134 dove scrisse la raccolta di poesie intitolata Armonie poetiche e religiose. In seguito si si trasferì in via Faenza. Una targa sull’edificio lo commemora così: “Qui / dal 1825 al 1827 / prima di eleggere a dimora / la sua casa di via Faenza / Alphonse de Lamartine / attese alle / «Armonie poetiche e religiose»”.

firenze de lamartine targa

Walter Savage Landor

Poeta e scrittore inglese, si stabilì a Firenze nel 1821, dove scrisse l’opera Conversazioni immaginarie. Visse in via della Chiesa 93, dove morì nel 1864. La targa qui posta in suo ricordo recita: “Walter Savage Landor / Epico cuore / poeta prosatore eminente / celebratore di Firenze / qui / ottantasettenne si spense / il 17 settembre 1864”. Venne sepolto al Cimitero degli Inglesi, famoso per ospitare anche la tomba della poetessa inglese Elizabeth Barrett Browning.

Tomba nel Cimitero degi Inglesi


Giacomo Leopardi


Charles Lever

Nel 1849, durante un viaggio in Europa, lo scrittore irlandese soggiornò dapprima a Palazzo Standish e successivamente a Palazzo Ximenes Panciatichi (Borgo Pinti 68), trasferendosi poco dopo a Bagni di Lucca perché Firenze era ritenuta troppo cara. Il viaggio in Europa, compreso il soggiorno fiorentino, ispirarono il suo romanzo The Dodd Family Abroad.


Carlo Levi


Henry Wadsworth Longfellow
L’intellettuale e poeta americano, famoso per aver tradotto per la prima volta in inglese la Divina Commedia, visse un periodo a Firenze in piazza Santa Maria Novella 16. Qui una targa lo ricorda così: “Henry Wadsworth Longfellow / 1807 – 1882 / poeta americano nelle lingue neolatine maestro / traduttore della Divina Commedia / fra le fiorentine dimore / ebbe questa casa nella piazza che fu detta / «La mecca degli stranieri»”.


James Russell Lowell

Il poeta e critico letterario americano soggiornò nel 1874 presso l’Hotel du Nord, che fu aperto nel 1839 nel Palazzo Bartolini Salimbeni (piazza Santa Trinita). Oggi l’hotel non esiste più e il palazzo è di proprietà privata. Una targa commemorativa qui apposta recita: “Qui nell’antico Hotel du Nord / James Russell Lowell / Poeta e critico americano / studioso di Dante / soggiornò nell’inverno del 1874 / traendo ispirazione dalla bellezza / della città di Firenze”.


Mario Luzi

Niccolò Machiavelli

Alessandro Manzoni


Herman Melville

Nel marzo 1857 arrivò a Firenze e soggiornò presso l’Hotel du Nord, che fu aperto nel 1839 nel Palazzo Bartolini Salimbeni (piazza Santa Trinita). Oggi l’hotel non esiste più e il palazzo è di proprietà privata. Durante il soggiorno fiorentino frequentava spesso il celebre Gran Caffè Doney (non esiste più) in via Tornabuoni.


John Milton

Eugenio Montale


Maria Maddalena Morelli

Poetessa celebre con lo pseudonimo di “Corilla Olimpica”, col quale entrò a far parte dell’Accademia romana dell’Arcadia, visse a Firenze a più riprese in una casa di via della Forca (oggi via Zannetti 2). Una targa qui apposta la ricorda: “Qui abitò Corilla / nel secolo / decimo ottavo”.


Guido Nobili

Scrittore di origine altoborghese e ideologia conservatrice, scrisse pamphlet e opere narrative. Visse in piazza Indipendenza 22 dove una targa lo ricorda: “Qui visse / Guido Nobili / 1850 – 1916 / che con arte delicata / rievocò / la vita fiorentina dell’Ottocento”.


Aldo Palazzeschi

Aldo Giurlani (in arte Palazzeschi), figlio di Alberto Giurlani e Amelia Martinelli, nacque il 2 febbraio 1885 in piazza Pitti 22. Non c’è al momento alcuna targa commemorativa affissa sull’edificio. Il padre Alberto Giurlani aveva un negozio specializzato in guanti e cravatte per uomo in via dei Calzaiuoli 68/R.
Alla sua morte Palazzeschi volle lasciare erede la Facoltà di Lettere dell’Università degli Studi di Firenze, che oggi custodisce i volumi ereditati dallo scrittore, i suoi manoscritti e una vasta corrispondenza presso il Centro Studi “Aldo Palazzeschi” sito in piazza Savonarola 1.


Vasco Pratolini


Władysław Stanisław Reymont

Scrittore polacco premio Nobel per la letteratura nel 1924, visse a Firenze nel villino Marinelli (piazza D’Azeglio 9), dove è stata posta nel 2000 una targa che recita: “Soggiornò in questa casa / Władysław Stanisław / Reymont / 1867 – 1925 / Scrittore polacco / Premio Nobel 1924 — Nel LXXV anniversario della morte / l’associazione italo-polacca in Toscana”.


Rainer Maria Rilke

Percy Bysshe Shelley

Juliusz Słowacki

Mark Twain


Luigi Ugolini

Scrittore e poeta, scrisse vari romanzi storici e contribuì alla rivista “Nuova Antologia”. Visse in via Volta 103 dove una targa lo ricorda: “Qui per molti anni / lo scrittore e poeta fiorentino / Luigi Ugolini / dette voce alla bellezza e umanità / della sua terra e della sua gente / 1991 / Centenario della nascita — Il comune di Firenze 1993”.


Vittorio Vettori

Studioso di Dante e autore di libri di poesia e narrativa, Vettori visse a Firenze in una casa in via delle Ruote 31, dove nel 2005 è stata posta una targa che recita “Questa fu la casa di / Vittorio Vettori / (1920 – 2004) / scrittore, dantista, poeta ed umanista. — Firenze 10 febbraio 2005”.
Un’altra targa in suo ricordo si trova in Borgo San Jacopo 52: “In questo segreto luogo di luce sostava / il poeta, dantista, scrittore, filosofo e umanista / Vittorio Vettori / (24 dicembre 1920 – 10 febbraio 2004) / per guardare il fluire della luce sull’Arno, / navigando col pensiero verso l’Oltre… — Firenze 21 dicembre 2007 / Istituto Mircea Eliade”.


Giovan Pietro Vieusseux

Giovan Pietro Vieusseux, fondatore dell’omonimo circolo letterario, tuttora esistente e con sede in Palazzo Strozzi, visse a Palazzo Buondelmonti (piazza Santa Trinità 1), nello stesso edificio dove secoli addietro aveva soggiornato Ludovico Ariosto. Qui una targa di pietra recita: “In queste case già dei Bondelmonti / abitò Gio-Pietro Vieusseux di Oneglia / lungamente benemerito della civiltà italiana / e qui moriva il dì 28 aprile 1863 / Il municipio di Firenze nel 2 maggio successivo / decretava questa memoria / all’inclito cittadino”.
A Palazzo Strozzi (piazza Strozzi) si trova il nucleo principale del “Gabinetto scientifico letterario G.P. Vieusseux”, fondato da Giovan Pietro Vieusseux nel 1819 con lo scopo di creare un gabinetto di lettura e un centro di riferimento per la cultura europea a Firenze. Fino al 1873 aveva sede a Palazzo Buondelmonti, in piazza Santa Trinita, ma dopo aver cambiato varie volte, si è definitivamente stabilito nell’attuale sede in piazza Strozzi.
Illustri personaggi frequentavano le sale della biblioteca, da Manzoni a Leopardi, ma anche molti soci stranieri come Schopenauer, Stendhal, Thackeray, Doestoevskij, Twain, Cooper, Kipling, Zola, Gide, D.H. Lawrence, Huxley.
Morì nel 1863 e fu sepolto nel Cimitero degli Inglesi in piazzale Donatello.

Tomba nel Cimitero degi Inglesi

Leggere prima di partire per… Firenze

Narrativa

  • Vasco Pratolini, Metello, Cronache di povere amanti e altri romanzi
  • Anatole France, Il giglio rosso
  • William Somerset Maugham, In villa
  • Edward Morgan Forster, Camera con vista
  • Bruno Cicognani, La Velia
  • Romano Bilenchi, Amici
  • Aldo Palazzeschi, Sorelle Materassi
  • Marco Vichi, la saga del commissario Bordelli
  • Leonardo Gori, L’angelo del fango
  • Vanni Santoni, Se fossi fuoco, arderei Firenze (Contromano Laterza, 2011)

Guide letterarie

  • Alessandra Mastroleo, Firenze di carta. Guida letteraria della città (Il Palindromo, 2021)