Bologna

Targa commemorativa

La targa recita: “Qui presso / erano le case e le torri gentilizie / degli Ariosti / i quali trassero da Bologna il sangue / dal vicino Riosto il nome / e diedero all’Italia / Lodovico — Il Comitato per Bologna storica ed artistica pose l’A. 1933 – XI”.
Indirizzo: via dell’Indipendenza 6, Bologna


Ferrara

Casa di Ludovico Ariosto

Ariosto visse in questa casa col figlio Virginio dal 1529 al giorno della sua morte, il 6 luglio 1533. Qui scrisse la terza edizione dell’Orlando Furioso arricchita di sei nuovi canti e pubblicata poi nel 1532.
L’edificio presenta una facciata semplice in mattoncini rossi a vista, nella cui porzione superiore, sotto il cornicione, è presente un’iscrizione di terracotta che recita: “Sic domus haec Areosta propitios Deos habeat olim ut Pindarica” (“Così questa casa degli Ariosti abbia propizi gli dei come, un tempo, quella di Pindaro”).
Una seconda iscrizione si trova nella cornice sotto le finestre del primo piano: “Parva sed apta mihi, sed nulli obnoxia, sed non sordida; parta meo sed tamen aere domus” (“La casa è piccola, ma adatta a me, a nessuno di danno e pulita; acquistata con il mio denaro”), iscrizione probabilmente già presente all’epoca del precedente proprietario, Bartolomeo Cavalieri, da cui Ariosto aveva acquistato l’edificio.
Le stanze al piano terra sono dedicate alle mostre temporanee. Al piano superiore è presente quella che oggi è adibita a sala incontri, che all’epoca Ariosto usava per ricevere gli ospiti, e le stanze da letto del poeta e del figlio, dove oggi si trova un piccolo museo con alcuni oggetti legati al poeta, come il calco in bronzo del suo calamaio e l’edizione dell’Orlando Furioso del 1881 illustrata da Gustave Dorè. Molto curioso è inoltre il libro delle visite al museo che testimonia il passaggio di personaggi noti come Giuseppe Verdi, Alberto Moravia, Elsa Morante, Vittorio Emanuele III.
È inoltre presente un giardino sul retro dove oggi vengono talvolta organizzate iniziative. Vicino al pozzo è presente una targa che riporta un epigramma del poeta: “Sic lautus licet et beatus hospes / et quicquid cupis affluens referto / Cornu cpia sumninistret ultro; / Ne suspende humilem casam, Molorche, / Tuamque, Icare, pauperem tabernam / Et viles modica cibos patella / Sprevit Iuppiter, Hercules, Lyaeus. — Epigramma del poeta già nella Loggetta di questa casa”.
Indirizzo: via Ludovico Ariosto 67, Ferrara
Sito: artecultura.fe.it
Ingresso: gratuito
Orari: feriali 10-12.30 e 16-18; chiuso lunedì e festivi

Biblioteca comunale ariostea

Il Palazzo Paradiso fu costruito nel 1391 come residenza privata estense (una delle cosiddette “delizie estensi”) e divenne nel 1567 la sede dell’università dove si laureò Paracelso. Nel corso del Seicento l’edificio assume l’aspetto attuale con l’aggiunta del portale di marmo e della torretta ad opera di Giovan Battista Aleotti. Dal 1753 è sede della Biblioteca Civica mentre l’Università è stata spostata in tempi recenti, nel 1963.
Attualmente l’edificio è ancora una biblioteca comunale e custodisce alcuni manoscritti, libri e incunaboli di Ariosto e altri scrittori.
Il sepolcro di Ariosto che precedentemente si trovava nella chiesa di San Benedetto nell’Addizione Erculea, venne qui spostato nel 1801. Il monumento tombale in marmo fu progettato da Giovan Battista Aleotti nel 1610, al centro del quale spicca il busto del poeta in alabastro scolpito da Alessandro Nani. Intorno, il monumento è arricchito con affreschi ad opera di Giuseppe Santi che ritraggono prevalentemente figure allegoriche e angeli.
L’ingresso alla biblioteca, così come i servizi offerti, sono gratuiti, ma per le visite guidate è necessaria la prenotazione.
Indirizzo: Palazzo Paradiso, via delle Scienze 17, Ferrara
Sito: archibiblio.comune.fe.it
Ingresso: gratuito
Orari: dal lunedì al venerdì, ore 9-19; sabato 9-13

Casa della famiglia Ariosto

In questo edificio, conosciuto oggi come “Case Cavallini-Sgarbi”, visse la famiglia Ariosto. Il palazzo fu costruito in epoca medievale e nel 1471 passò dalla proprietà del notaio Rinaldo Mezzaprile alla famiglia del poeta e, più precisamente, nel 1484 divenne possedimento del canonico Brunoro Ariosto. Durante il periodo nel quale Brunoro esercitava la sua professione a Rovigo, nel palazzo si trasferì il fratello Nicolò, padre di Ludovico che allora aveva 10 anni. Qui il futuro poeta fu educato dal precettore Domenico Catabene di Argenta e probabilmente vi compose alcuni dei suoi primi scritti. Alla morte del padre, Ludovico come primogenito fu costretto a sobbarcarsi la responsabilità della famiglia: accettò quindi l’incarico come capitano della Rocca di Canossa. Ritornò a Ferrara più volte in futuro fermandosi sempre in questa residenza fino a che non acquistò la propria casa in contrada Mirasole.
Dopo la famiglia Ariosto il palazzo passò per varie mani fino a quelle del pittore Oreste Buzzi, nel 1913, e poi, alla sua morte nel 1943, a quelle dei Cavallini, la cui erede, Rina, sposò Giuseppe Sgarbi (da qui l’attuale nome). La casa è oggi un hotel.
Una targa sulla parete esterna dell’edificio recita: “Casa del Canonico / Brunoro Ariosti / che fu anche dimora del poeta / 1474 – 1484”.
Indirizzo: via Gioco del Pallone 29-31, Ferrara

Targa commemorativa

All’inizio di Corso Ercore I d’Este, sul lato sinistro dando le spalle al Castello estense, è stata affissa una targa che riporta alcuni versi encomiastici di Ariosto rivolti appunto a Ercole I: “Ercole or vien, … / non perché la farà con muro e fossa / meglio capace a’ cittadini sui, / e l’ornarà di templi e palagi / di piazze, di teatri e di mille agi”.
Indirizzo: corso Ercole I d’Este (incrocio con largo Castello), Ferrara

Castello Estense

Il Castello Estense era nato come fortezza difensiva per volere di Niccolò III d’Este, marchese di Ferrara, che alla fine del XIV secolo affidò il progetto all’architetto Bartolino da Novara. Il castello incorporò una torre già esistente, la Torre dei Leoni, che andava a formare una fortificazione assieme alle altre tre torri allora costruite. Venne inoltre costruito un passaggio sopraelevato, la Via Coperta, che collegava la fortezza al palazzo ducale dove viveva la famiglia estense.
La corte si trasferì nel castello negli ultimi anni del Quattrocento per volere di Ercole I che vi iniziò i lavori di ristrutturazione e decorazione, proseguiti poi dal figlio, Alfonso I.
Alfonso I era un grande mecenate: aveva richiamato attorno a sé artisti, musicisti e letterati, e pare che qui si facesse leggere dall’Ariosto le bozze dell’Orlando Furioso.
L’aspetto esterno attuale però è dovuto all’architetto Girolamo da Carpi che ricevette l’incarico da Ercole II, figlio di Alfonso I.
Oggi all’interno del castello è possibile visitare una mostra che approfondisce la storia della casata d’Este. Di particolare interesse sono il Salone dei giochi, un tempo dedicato agli intrattenimenti e decorato con undici riquadri di affreschi; la prigione di Don Giulio, dove fu imprigionato il fratello di Alfonso I; i camerini del Duca Alfonso I, in cui il duca raccoglieva le più prestigiose opere d’arte dell’epoca (andate disperse in seguito alla devoluzione di Ferrara); la sala dell’Aurora, stanza privata di Ercole II; la sala del governo, decorata con uno splendido soffitto originale a lacunari (scomparti incassati del soffitto) dipinti e dorati; la Sala della devoluzione, in cui un affresco di Francesco Saraceni e Francesco Migliari della metà del XIX secolo illustra il passaggio della città dal potere estense a quello pontificio avvenuto nel 1598.
Indirizzo: largo Castello 1, Ferrara
Sito: castelloestense.it
Ingresso: a pagamento

Piazza Municipio e cattedrale di San Giorgio

La cattedrale di San Giorgio risale al XII secolo, quando fu deciso di spostare l’allora esistente “cattedrale”, l’attuale Basilica di San Giorgio fuori le mura; era quindi già esistente ai tempi dell’Ariosto che nelle Satire ci racconta quanto gli facesse piacere “passeggiar fra il Domo e le due statue de’ Marchesi miei” (Satire, VII, 151), riferendosi alle statue di Borso e Niccolò III d’Este tuttora presenti (seppur copie) nella piazza.
La facciata fu iniziata in stile romanico, come attesta la parte inferiore, mentre la parte superiore fu completata successivamente in stile gotico. Il campanile è stato costruito su progetto di Leon Battista Alberti ma non venne mai completato come testimonia l’assenza della prevista copertura a cuspide.
Di fronte alla facciata della Cattedrale troviamo il Palazzo Comunale, sede dell’antica corte estense prima del trasferimento nel Castello Ducale. Se ci affacciamo nel cortile interno, oggi piazza del Municipio, troveremo quello che era il cortile ducale in cui Ariosto portò in scena le sue commedie come Cassaria, La Lena e I Suppositi.

Enoteca “Al brindisi”

Questa osteria, sita in un vicolo stretto a pochi passi dalla cattedrale, esiste sin dal 1453. All’epoca si chiamava “Hostaria del Chiuchiolino” (“ciuc” significava “ubriaco”) e la via attuale prendeva il nome di via del Gorgadello. Ariosto doveva conoscere bene il luogo tanto da citarlo nella sua commedia La Lena. Nell’atto primo, scena prima Corbolo dice a Flavio: “…gli occhi di cuchiolin più confarebbonsi di Sabbatino Mariano e simili, quando di Gorgadel ubriachi escono..” (Mariano e Sabbatino dovevano essere due noti clienti abituali).
Indirizzo: via Guglielmo degli Adelardi 11, Ferrara
Sito: albrindisi.net

Chiesa di San Benedetto

In questa chiesa vennero custodite le spoglie del poeta fino al 1801, anno in cui furono traslate a Palazzo Paradiso, sede attuale. Secondo un documento del 1753, le spoglie dell’Ariosto furono qui riposte in attesa che il figlio Virginio costruisse una cappella nell’orto della casa, ma i monaci non acconsentirono allo spostamento; in una cappella nella chiesa fu dunque costruito un sepolcro a spese di Agostino Mosti, amico del poeta, in cui vi fu traslata la salma. Nel 1612 fu costruito un nuovo sepolcro, sfarzoso e decorato con marmi preziosi, su volontà di Ludovico, pronipote del poeta.
La chiesa fu distrutta in gran parte in un bombardamento durante la Seconda Guerra Mondiale. Quella attuale è una ricostruzione fedele all’originale portata a compimento nel 1954.
Indirizzo: piazzale San Benedetto, Ferrara

Statua di Ludovico Ariosto

Al centro della piazza Ariostea si staglia la statua che ritrae Ludovico Ariosto, installata nel 1883 su una colonna istoriata del XVI secolo. L’opera fu realizzata dallo scultore Francesco Vidoni su disegno del pittore Francesco Saraceni ma fu in parte da Ambriogio Zuffi nel 1881.
Indirizzo: piazza Ariostea, Ferrara


Firenze

Targa commemorativa sul Palazzo Buondelmonti, dove soggiornò

Nello stesso edificio dove secoli più tardi visse anche Giovan Pietro Vieusseux, Ludovico Ariosto soggiornò a più riprese ospitato da Zanobi Buondelmonti. La targa di pietra qui posta per ricordarlo, recita: “In questa casa / di / Zanobi Buondelmonti / più volte / ebbe grata dimora / Ludovico Ariosto. / Nel quarto centenario / della morte di lui / il Comune di Firenze / pose”.
Indirizzo: piazza Santa Trinità 1, Firenze

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Vallombrosa (Firenze)

Abbazia di Vallombrosa


Castelnuovo Garfagnana (Lucca)

Rocca ariostesca

In questa rocca Ariosto fu ospitato dal 1552 al 1525 per svolgere l’incarico di governatore della provincia estense di Garfagnana, all’epoca appunto sotto il dominio del Ducato di Ferrara.
Costruita nell’XI secolo, subì rifacimenti nel Duecento e nel Trecento, tra cui la costruzione della torre civica con l’orologio. Fu però durante la seconda guerra mondiale, nel 1944, che subì pesanti danni a causa dei bombardamenti. Restaurata nel dopoguerra, oggi è sede di uffici comunali, dell’archivio storico e del Museo archeologico del territorio della Garfagnana.
Indirizzo: piazza Umberto I, Castelnuovo Garfagnana (Lucca)
Ingresso: gratuito


Reggio Emilia

Il Mauriziano

Il Mauriziano, noto anche come “Casino dell’Ariosto” è la villa di campagna dove Ariosto visse i primi anni della sua vita e tornò durante la giovinezza. L’edificio, circondato da un parco al quale si accede da un arco trionfale in cotto, mantiene l’impianto cinquecentesco pur con successivi rimaneggiamenti nel Sei-Settecento. Ha una pianta a base quadrangolare con un salone centrale attorno al quale si distribuiscono i vani laterali. Le stanze riconducibili al periodo del poeta sono quelle denominate “Camerino dei Poeti”, “Camerino dell’Ariosto” e “Camerino degli Orazi e Curiazi”.
Ariosto cita il Mauriziano anche nella sua IV satira, come ricorda una targa apposta sul luogo: “Già mi fur dolci inviti a empir le carte / li luoghi ameni di che il nostro Re io, / il natio nido mio, n’ha la sua parte: / il tuo Maurician sempre vaghe io, / la be a stanza, il Rodano vicino, / da le Naiade amato ombroso se io, / il lucido vivaio, onde il giardino / si cinge intorno, il esco rio che corre / rigando l’erbe, ove poi fa il molino…” (versi 118-123).
Un’altra targa riporta invece l’iscrizione: “Qui giovane villeggiò e nelle tre / camerette a levante conservate / quasi medesime abitò e scrisse / Ludovico Ariosto / La città di Reggio che gli diede la / madre e i natali ne comperò per / riverenza la villa e la raccomanda / alla civiltà dei posteri. — MDCCCLXIV”.
Indirizzo: via Louis Pasteur 11, Reggio Emilia

Stele e statua nel Parco del Popolo

Dove oggi si trova il Parco del Popolo, un tempo sorgeva il palazzo dove nacque Ariosto. Una stele lo ricorda così: “In questo luogo / sorgeva / il palazzo di Cittadella / ove / l’8 settembre dell’anno 1474 / vide la luce / Lodovico Ariosto — Il Comune di Reggio E. pose a cura della R. Deputazione di Storia Patria dell’Emilia e della Romagna 1919 XVII”.
Nel parco, assieme a quelle di altri personaggi illustri, si trova una statua che ritrae il poeta e porta un’iscrizione sul basamento che recita: “Lodovico Ariosto / da Reggio ebbe la madre / e i natali / 1474 – 1533”.
Indirizzo: parco del Popolo, Reggio Emilia


Parma

Palazzo Ducale

Nella sala di Alcina, la più antica del Palazzo Ducale, un ciclo di affreschi raffigura episodi riguardanti la maga Alcina e tratti dal VI libro dell’Orlando Furioso. Furono realizzati da Girolamo Motta e Jacopo Zanguidi detto il Bertoja intorno al 1568.


Este (Padova)

Targa commemorativa

Una targa letteraria, installata su iniziativa del Parco letterario Francesco Petrarca e dei Colli Euganei, riporta un passo del 41° canto dell’Orlando furioso dove viene menzionata Este.
Indirizzo: via George Byron, Este (PD)


Roma

Targa commemorativa

La targa recita: “In questo Albergo del Sole / già del Montone / alloggiò Lodovico Ariosto / nel marzo e aprile 1513 — «Indi col seno e con la falda piena / di speme, ma di pioggia molle e brutto / la notte andai sin al Montone a cena» — Ariosto Sat. III”
Indirizzo: via del Pantheon 62, Roma