Lo associamo a Firenze per la sindrome a cui dà il nome, a Milano perché gli era profondamente legato (come testimonia quel “milanese” sul suo epitaffio), a Parma – seppure una versione fittizia – perché fa da sfondo a uno dei suoi romanzi più noti, a Parigi e alla Franca Contea perché sono l’ambientazione de Il Rosso e il Nero, a numerose altre città italiane per le descrizioni nei suoi diari di viaggio… raramente però il suo nome risuona assieme alla città di Grenoble.

Eppure è proprio in questa tranquilla cittadina d’oltralpe protetta da massicci rilievi boscosi che Marie-Henri Beyle, in arte Stendhal, era nato nel 1783 e aveva trascorso l’infanzia e l’adolescenza fino al 1799.

Capitale del Delfinato

L’antica Cularo (questo il nome in epoca gallo-romana), pacificamente sorta tra i fiumi Isère e Drac, ebbe un ruolo piuttosto marginale nelle vicende europee fino all’XI secolo, quando i conti d’Albon la scelsero come capitale della loro provincia, il Delfinato (e da qui, per tortuose evoluzioni storico-etimologiche, deriva il titolo onorifico attribuito agli eredi al trono e per estensione ai successori designati a una carica).

Da quel momento in poi Grenoble si distinse in vari momenti storici. La figura più celebre è forse il Chevalier Bayard, noto con l’appellativo di “Cavaliere senza macchia e senza paura”, abile condottiero e spadaccino che salì alla ribalta nelle guerre d’Italia del XVI secolo. Una statua – a opera di un artista italiano – campeggia in place Saint-André, ritraendolo in posa eroica, ferito a morte e sorretto da un tronco mentre si avvicina solennemente la spada alle labbra.

A contendergli la palma di cittadino più illustre di Grenoble è proprio il nostro Stendhal, a cui la città ha dedicato un museo e un percorso a tema.

Place Grenette ©turismoletterario.com

Un rapporto di amore-odio. Ma forse più odio

È bene chiarirlo subito: nonostante l’odierna Grenoble stia provando a ricucire il rapporto con il celebre scrittore, questi in vita non spese parole lusinghiere sulla sua città natale, anzi è il caso di dire che l’odiasse alquanto: gli anni qui trascorsi non furono il periodo più felice della sua vita a causa in particolare del legame conflittuale con il padre e con il precettore, come racconta in Vita di Henry Brulard, un resoconto autobiografico composto quando era già cinquantenne, tra il 1835 e il 1836:

… tutto ciò che mi ricorda Grenoble mi fa orrore, no, orrore è troppo nobile, nausea.
Grenoble è per me come il ricordo di una abominevole indigestione, non c’è pericolo ma provoca uno spaventoso disgusto.

Vita di Henry Brulard

Per scoprire passo dopo passo il legame tra lo scrittore e la sua città natale, è un buon suggerimento seguire l’itinerario proposto dal Musée Stendhal. Si consiglia prima effettuare la passeggiata nel centro storico e poi concludere il giro nel piccolo museo a lui dedicato.

1. La casa natale

Henri Beyle nacque il 23 gennaio 1783 in una casa al n° 14 di rue Jean-Jacques Rousseau (all’epoca rue des Vieux Jésuites) in una famiglia borghese. Con il padre, l’avvocato Chérubin Beyle, aveva un rapporto conflittuale e ostile. Ci viene descritto come un uomo scaltro, dedito agli affari, severo e distaccato nei suoi confronti. Al contrario invece Stendhal provava un forte attaccamento alla madre, una donna piena di fascino e dai nobili lineamenti, che nel 1790 morì di parto giovanissima proprio in questa casa.
Sull’edificio è affissa una targa commemorativa e dal 2002 ospita iniziative culturali.

2. Jardin de Ville

Saltando la seconda tappa dell’itinerario ufficiale per tornarci alla fine (il Musée Stendhal), si passa al parco pubblico del centro storico, il Jardin de Ville. Al margine sud-occidentale si trova una stele dedicata allo scrittore con un medaglione in bronzo che lo ritrae, scolpito da Auguste Rodin basandosi su un disegno di David d’Angers. Il parco, su cui affaccia l’appartamento del nonno, è legato a un episodio che racconta nella sua autobiografia: qui il giovanissimo Stendhal ebbe un incontro ravvicinato con l’attrice Virginie Kubly, il suo primo amore, a cui tuttavia non ebbe mai il coraggio di rivolgere la parola.

Una mattina, passeggiando da solo in fondo al viale dei grandi castagni nel giardino pubblico, e pensando come sempre a lei, la scorsi all’altro capo del giardino, vicino al muro dell’intendenza, che veniva verso la terrazza. Per poco non mi sentii male, e infine presi la fuga, come se il diavolo mi portasse…

Vita di Henry Brulard

È bello passeggiare nel parco, tra aiuole fiorite, enormi platani e una statua di Ercole al centro del roseto. Fu costruito all’inizio del Seicento in funzione dell’Hôtel de Lesdiguières, l’elegante palazzo nell’angolo nord-orientale.

3. Hôtel de Lesdiguières

Eretto nel 1602 per il duca di Lesdiguières, governatore di Grenoble dal 1591 (a lui si deve anche l’edificazione dell’imponente Bastiglia), all’epoca di Stendhal era sede dell’amministrazione comunale. Quando nel 1788 scoppiò la “Giornata delle tegole“, una contestazione che fu il preludio della Rivoluzione Francese e che Stendhal, bambino, osservò dalla casa del nonno, in questo edificio si tenne conseguentemente l’assemblea dei rappresentanti dei tre ordini (nobiltà, clero e Terzo stato). Una targa sull’edificio ricorda l’evento.
Nel 1814, quando Stendhal fu nominato sovrintendente per la difesa del territorio da Napoleone, per un breve periodo lavorò nell’ufficio del prefetto, al primo piano. Fino al 2004 l’edificio ha ospitato il museo dedicato allo scrittore (poi trasferito nell’appartamento del nonno nella Grand Rue).

Hôtel de Lesdiguières e Jardin de Ville ©turismoletterario.com

4. Place Saint-André

È una delle piazze storiche più importanti della città e vi si trovano ben tre luoghi legati a Stendhal, ma innanzitutto svetta al centro il grande monumento al Chevalier Bayard che lo scrittore definì una “colossale statua in bronzo di un attore di melodramma che bacia una croce con enfasi infantile”.

Tra i luoghi più significativi c’è la Collégiale Saint-André. È una delle prime chiese della città, fondata nel 1228 per ospitare le sepolture dei Delfini (i membri della famiglia d’Albon, governatori della regione). Da notare il campanile a cuspide alto 56 metri e il mattone impiegato nella costruzione dell’edificio, chiara influenza dello stile romanico lombardo. All’interno si trova la tomba del già citato Chevalier Bayard. Nell’inverno del 1794-1795 Stendhal vi assistette alle riunioni della Società dei Giacobini, vicina alle idee di Robespierre e della Rivoluzione.

Di fronte si trova il Café de la Table Ronde, il più antico di Grenoble, che aprì nel 1739 ma prese l’attuale nome nel 1797. Sembra sia addirittura il più antico di Francia dopo il Procope di Parigi. Importante luogo di socialità, oltre a Stendhal lo frequentarono anche Jean-Jacques Rousseau e Choderlos de Laclos. Offriva spazi in cui discutere di idee liberali e vicine alla Rivoluzione e durante la seconda guerra mondiale divenne luogo di incontro dei partigiani. Ci si può fermare ai tavoli all’aperto per assaggiare un po’ di cucina tradizionale circondati da tanti edifici importanti per la storia cittadina. 

Sul lato settentrionale della piazza sorge l’ex Palazzo del Parlamento del Delfinato. Qui l’odiato padre dello scrittore svolgeva la professione di avvocato. Ma soprattutto nelle prigioni di questo palazzo fu rinchiuso il giovane seminarista Antoine Berthet che dopo aver avuto una relazione con la moglie del sindaco Michoud, che lo aveva assunto come precettore dei loro figli, aveva provato a uccidere l’ex amante sparandole durante la messa nella chiesa di Brangues. Berthet sarà giustiziato sulla place Grenette il 23 febbraio 1828. Stendhal si ispirerà a Berthet per il personaggio di Julien Sorel ne Il rosso e il nero.

Se vogliamo infine ricostruire la piazza come appariva agli occhi di Stendhal, bisogna immaginare un teatro all’italiana e la libreria di Falcon, il grenoblese che forse Stendhal stimò di più, come dichiara in Vita di Henry Brulard. Falcon aveva partecipato attivamente alla Rivoluzione fondando un giornale giacobino ed era divenuto un acceso bonapartista: “Povero, guadagnando poco e disdegnando di guadagnare denaro, Falcon metteva una bandiera tricolore fuori della sua bottega a ogni vittoria delle nostre armate e nei giorni di festa della Repubblica.”

Cafè La Table Ronde ©turismoletterario.com

5. 18 Rue Chenoise

Seguendo l’itinerario stendhaliano ufficiale, si raggiunge il n. 18 di Rue Chenoise, oggi un luogo di modesto interesse, ma di cui Stendhal scrisse “A questo terzo piano si ebbero i momenti più felici della mia vita”. Una targa indica infatti la casa dove vivevano i Bigillion, una famiglia borghese con cui lo scrittore, all’epoca adolescente, aveva stretto una forte ed intima amicizia, soprattutto con il coetaneo François Bigillion, di cui parla in Vita di Henry Brulard: “Facevamo insieme delle lunghe passeggiate, soprattutto verso la torre di Rabot e la Bastille. La vista magnifica che si gode di laggiù, specialmente verso Eybens, dietro cui si innalzano le cime più alte delle Alpi, elevava il nostro animo.”
Il padre, Thomas Bigillion, era un agiato borghese di provincia che aveva acquistato questo modesto appartamento per far studiare in città i due figli, François e Remy. Con loro c’era anche la sorella Victorine, per la quale Stendhal provò una tenera attrazione: “Non provavo amore per Victorine, il mio cuore era ancora tutto dolorante per la partenza di M.lle Kubly”. L’adolescente Stendhal trascose lunghe giornate presso la casa dei Bigillion, osteggiato dal padre perché non gradiva questa frequentazione con una famiglia borghese: “Vivevamo là in perfetta innocenza, attorno a quella tavola di noce coperta da una tovaglia di tela grigia grezza, Bigillion, il maggiore, 14 o 15 anni, Rémy 12, la signorina Victorine 13, io 13, la domestica 17.”

18 Rue Chenoise ©turismoletterario.com

6. Église Saint-Hugues

L’Église Saint-Hugues è un luogo legato ai ricordi più tristi. Qui partecipò infatti al funerale della madre, morta di parto quando Stendhal aveva 7 anni. In Vita di Henry Brulard racconta l’episodio: “Soffocavo, furono costretti, credo, a portarmi via perché il mio dolore faceva troppo rumore. Non ho mai potuto guardare a sangue freddo questa chiesa di Saint-Hugues e la Cattedrale attigua”.
L’Église Saint-Hugues è l’edificio a sinistra, da non confondere con quello più imponente e dotato di torre campanaria che affaccia sulla piazza, la Cathédrale Notre-Dame.

Église Saint-Hugues e Cathédrale Notre-Dame ©turismoletterario.com

7. École Centrale

A due passi dall’ufficio del turismo (non lasciatevi ingannare dall’aspetto moderno, quello di Grenoble è il primo ufficio turistico di Francia!) si trova l’École Centrale, oggi Lycée Stendhal, la scuola pubblica secondaria che fu fondata nel 1796 anche grazie al contributo del nonno dello scrittore, Henri Gagnon, che la dotò di un gabinetto di storia naturale. All’epoca era considerata una scuola moderna e progressista; qui Stendhal frequentò le lezioni dal primo anno di apertura per tre anni, fino al 1799 quando andò a Parigi dove fu ammesso all’École polytechnique.

École Centrale ©turismoletterario.com

8. Musée Stendhal

Ultima tappa dell’itinerario, tornando in pieno centro storico, è il Musée Stendhal.
Quello che un tempo fu l’appartamento del nonno di Stendhal, Henri Gagnon, dal 2012 oggi ospita il museo dedicato allo scrittore.

Spesso descritto nelle pagine di Vita di Henry Brulard anche con vari schizzi dell’abitazione, lo scrittore iniziò a frequentarlo assiduamente dopo la morte della madre, dato anche il rapporto conflittuale con il padre. 

Henri Gagnon era un medico colto e di idee illuministe. Adorava Voltaire e godeva di alta stima in tutta la città. Promosse varie iniziative sociali, come l’istituzione della biblioteca cittadina e l’apertura del gabinetto di scienza nell’École centrale che fu inaugurata nel 1796. Stendhal lo stimava molto e di lui scrisse “in realtà fu il mio vero padre e mio intimo amico”.

Il museo è costituito da 5 ambienti: il Grand Salon à l’Italienne, dove il dottor Gagnon riceveva la società cittadina, all’epoca arredato in modo molto elegante mentre oggi è tappezzato di quadri che ritraggono Stendhal e alcuni personaggi legati alla sua vita; il Cabinet d’étude, lo studiolo riservato alla lettura e alla scrittura, con una libreria ricostituita sulla base dell’inventario di Romain Gagnon, lo zio dello scrittore; il Cabinet d’histoire naturelle, che testimoniano l’interesse del dott. Gagnon per le scienze naturali, con animali imbalsamati e fossili; la Treille de Stendhal, la terrazza affacciata sul Jardin de Ville, con un pergolato ricostruito esattamente come era un tempo, su cui cresceva la vite, e numerose specie floreali in vaso. L’ultima stanza è dedicata alle mostre temporanee sulla biografia e le opere dello scrittore.

Info: L’accesso al museo si trova al n. 20 di Grand Rue. Si suona il citofono, si entra nella porta in fondo a sinistra nel cortile. Poi si sale all’ultimo piano. L’ingresso è a pagamento (5 euro), l’audioguida (disponibile anche in italiano) è inclusa nel prezzo.
Orari: mercoledì, venerdì, sabato e prima domenica del mese, dalle 14 alle 18.
Sito: bm-grenoble.fr

Grand Salon à l’Italienne, Musée Stendhal ©turismoletterario.com

Altri scrittori illustri a Grenoble

Jean-Jacques Rousseau soggiornò per un breve periodo in città. Dopo la pubblicazione del suo romanzo Emilio o dell’educazione, che divenne oggetto di scandalo e gli causò un ordine di arresto, iniziò un vagabondaggio che nel 1768 lo portò a Grenoble ospite del mercante e avvocato Gaspard Bovier. Rousseau parla di questo soggiorno in Le fantasticherie del passeggiatore solitario. Una targa al n. 52 di rue Saint-Laurent indica il luogo in cui soggiornò.

Anche Pierre Choderlos de Laclos visse a Grenoble dal 1769 al 1775, quando era ufficiale di artiglieria. Secondo alcune tesi, avallate anche da Stendhal, lo scrittore si ispirò ad alcuni membri dell’alta società di Grenoble per i personaggi de Le relazioni pericolose.

Altre cose da vedere a Grenoble

Librerie

Il centro storico di Grenoble ha un’alta concentrazione di librerie, dall’enorme FNAC alle piccole indipendenti, anche specializzate in fumetti e libri usati. Una delle più belle (e la più antica) si trova proprio di fronte al Musée Stendhal: è la Librairie Arthaud fondata nel 1801 e ospitata su più piani in due edifici del XV e XVI secolo.

Bastille e téléphérique

L’ovovia di Grenoble è una delle più antiche al mondo. Fu inaugurata nel 1934! Si prende in prossimità del Jardin de Ville e coprendo un dislivello di 266 metri porta su fino alla bastiglia, il fortilizio a 476 metri d’altitudine da cui si gode uno splendido panorama della città.

Musée archéologique Saint-Laurent

Una chicca e per di più gratuita! L’antica chiesa di Saint-Laurent fu costruita nell’XI secolo su una necropoli gallo-romana e custodisce la cripta di Saint-Oyand, databile al VI-VII secolo. Il sito si esplora verticalmente attraverso una struttura metallica che guida nelle varie fasi storiche del sito attraverso installazioni luminose e videoproiezioni.

Musée archéologique Saint-Laurent ©turismoletterario.com

Come raggiungere Grenoble

Grenoble si raggiunge da Milano o da Torino in autobus con Flixbus (durata del viaggio circa 6 ore, il collegamento è diretto); la stazione degli autobus si trova circa 15 minuti a piedi dal centro storico. In treno Grenoble si raggiunge con il Frecciarossa: si deve scendere alla Gare de Chambéry – Challes-Les-Eaux e poi prendere il regionale fino alla stazione centrale di Grenoble, circa 15 minuti a piedi dal centro storico (durata totale del viaggio circa 4-5 ore).

Fonti:
Stendhal, Vita di Henry Brulard – Ricordi d’egotismo (ed. Adelphi, 1964)
Stendhal, Mémoires d’un touriste (1838)
grenoble-patrimoine.fr

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