Firenze

Targa commemorativa sull’edificio dove soggiornò

Manzoni si fermò nell’estate 1827 a Firenze per completare la stesura de I Promessi Sposi, soprattutto per adattarne la lingua al fiorentino dei letterati. Soggiornò quattro mesi nel palazzo Campodonico che era appartenuto all’antica famiglia guelfa dei Gianfigliazzi. La targa qui posta in ricordo recita: “Alessandro Manzoni / qui nell’estate del 1827 / ebbe soggiorno di pochi mesi / sulle rive di questo Arno / «nelle cui acque risciacquai i miei cenci» / volle scrivere egli / dando veste toscana al romanzo immortale / dove la lingua il dolore le speranze d’Italia / trionfano. — Questa memoria il Comune / MCMXIX.
Indirizzo: lungarno Corsini 4, Firenze


Livorno

Targa commemorativa

La targa recita: “Qui dove era la locanda del Boboli / alloggiò nell’agosto 1827 / Alessandro Manzoni / che sulle rive del Tirreno / prima che su quelle dell’Arno / riconobbe e ammirò / per i suoi nobili fini d’arte / la purezza dell’idioma toscano — Il Comune di Livorno poneva nel 1940 / Centenario dei Promessi Sposi / La Società Generale Immobiliare di Lavori di Utilità Pubblica e Agricola Roma / sul ricostruito edificio ripristinava nel 1957”.
Indirizzo: via Grande 128, Livorno


Lecco

Villa Manzoni / Museo manzoniano

Nel palazzo di via Don Guanella, a Lecco, vissero gli antenati dello scrittore per due secoli a partire da Giacomo Maria, quadrisavolo di Alessandro, vissuto tra Cinque e Seicento, forse una delle prime fonti di ispirazione per la stesura dei Promessi Sposi. In questa casa nacque inoltre il padre Don Pietro il 2 luglio 1763. Qui lo scrittore trascorse l’infanzia, l’adolescenza e la prima giovinezza. Nel 1818 la villa fu venduta alla famiglia Scola, che ne mantenne la proprietà fino agli anni ’60 del Novecento, quando fu ceduta al Comune di Lecco. Una targa commemorativa è stata apposta dalla famiglia Scola sulla facciata dell’edificio nel centenario della nascita dello scrittore: “Alessandro Manzoni / in questa villa sua fino al 1818 / si ispirava agli inni dell’Adelchi / ai Promessi Sposi / ove i luoghi, i costumi, i fatti nostri / e se stesso immortalava — La famiglia Scola nel 1° centenario 7 marzo 1885 a perpetuo culto pose”.
All’interno, una mostra – riallestita nel 2019 con supporti multimediali – approfondisce il rapporto di Manzoni con la città di Lecco ed espone cimeli legati alla vita dello scrittore, tra cui la culla in cui veniva adagiato il piccolo Alessandro, e oggetti che rimandano ai Promessi sposi, come la raggiera tradizionale generalmente associata all’acconciatura di Lucia.
Nel percorso di visita sono compresi gli ambienti ottocenteschi legati alla famiglia Scola; la Cappella dell’Assunta, la cui costruzione venne conclusa nel 1777, e dove è sepolto il padre dello scrittore; e le cantine dove si trova una neviera a pozzo e due torchi originali di metà Ottocento.
Indirizzo: via Don Guanella 1, Lecco
Ingresso: a pagamento
Sito: eccolecco.it

Monumento ad Alessandro Manzoni

Installato al centro della piazza omonima, il monumento che ritrae lo scrittore seduto e con aria assorta è stato realizzato dallo scultore Francesco Confalonieri di Milano nel 1891. La realizzazione dell’opera fu approvata dal consiglio comunale due giorni dopo la morte dello scrittore e il comitato guidato da Antonio Stoppani riuscì a raccogliere la cifra di 40.000 lire per la sua realizzazione.
Sul basamento di granito rosso e alto 4,50 metri si trovano tre altorilievi, realizzati dallo stesso scultore, che riproducono alcune scene tratte da I promessi sposi: Il rapimento di Lucia, La morte di don Rodrigo e Il matrimonio dei Promessi.
Indirizzo: piazza Manzoni, Lecco

I promessi sposi: presunta casa di Lucia, quartiere Olate

Una delle possibili case di Lucia è quella nella località Olate, una proprietà privata che non è possibile visitare, ma che è contrassegnata da una targa esterna a indicarne il presunto legame con I Promessi Sposi.
Così come nella descrizione, la casa custodisce al suo interno una piccola corte: “Aveva quella casetta un piccolo cortile dinanzi, che la separava dalla strada, ed era cinto da un murettino…” (I Promessi Sposi, cap. 2)
Indirizzo: via Caldone 19, loc. Olate, Lecco

I promessi sposi: presunta casa di Lucia, quartiere Acquate

Una seconda ipotesi su quella che potrebbe essere il riferimento per la casa di Lucia si trova nel quartiere di Acquate, un vecchio palazzo del 1600 dove si trova l’iscrizione “Tradizionale casa di Lucia”.
Indirizzo: via Lucia 27, Lecco

I promessi sposi: chiesa di Don Abbondio, quartiere Olate

La chiesa che gli studiosi di Manzoni identificano come quella di Don Abbondio si trova nel rione di Olate ed è la Chiesa dei Santi Vitale e Valeria, a pochi passi dalla presunta casa di Lucia. Dell’edificio originario rimane soltanto il campanile; il resto fu ricostruito nel 1767 e rimaneggiato nel 1934. È qui che dopo le travagliate vicende del romanzo, i due sposi convoleranno finalmente a nozze seguendo la tradizione cattolica secondo la quale il matrimonio deve celebrarsi nella parrocchia della sposa: “Venne la dispensa, venne l’assolutoria, venne quel benedetto giorno: i due promessi andarono, con sicurezza trionfale, proprio a quella chiesa, dove, proprio per bocca di don Abbondio, furono sposi” (I promessi sposi, cap. 37)
Indirizzo: piazza Santi Vitale e Valeria, Lecco

I promessi sposi: chiesa di Don Abbondio, quartiere Acquate

Anche nel quartiere di Olate c’è una chiesa che alcuni ritengono sia stata l’ispirazione per la chiesa di Don Abbondio: è la chiesa di San Giorgio Martire, fondata nel 1232 ma ampliata a più riprese. L’aspetto attuale risale alla metà del XIX secolo.
Indirizzo: chiesa di San Giorgio Martire, piazza Sagrato Don Abbondio, loc. Acquate, Lecco

I promessi sposi: tabernacolo dei bravi

All’inizio dei Promessi Sposi troviamo il celebre episodio in cui Don Abbondio percorre una stradicciola che a un certo punto si biforca: da una parte va al monte Resegone, mentre dall’altra prosegue scendendo a valle, costeggiata da un muretto, per poi ricongiungersi alla prima in prossimità di un tabernacolo. In questo punto Don Abbondio incontra i bravi. In molti hanno identificato questa stradicciola in via Tonio e Gervaso, la viuzza che da Viale Montegrappa sale verso il rione di Acquate.
Oggi all’inizio della strada, partendo da Viale Montegrappa, si trovano due targhe commemorative che citano due passi dei Promessi Sposi.
La prima recita: “Pro Lecco — «I muri interni delle due viottole… terminavano in un tabernacolo… Due uomini stavano, l’uno dirimpetto all’altro, al confluente… delle due viottole… a prima vista si davano a conoscere per individui della specie de’ bravi» — (Promessi Sposi Cap. I)”.
La seconda recita: “Pro Lecco — «La strada… si divideva in due viottole… quella a destra saliva verso il monte e menava alla cura» — (Promessi Sposi Cap. I)”.
Percorrendo la viuzza in salita si giunge infine alla parrocchia di Acquate, la chiesa di San Giorgio Martire, che molti hanno identificato come quella di Don Abbondio.
Indirizzo: via Tonio e Gervaso, Lecco

I promessi sposi: palazzotto di Don Rodrigo

Il palazzotto di Don Rodrigo è tradizionalmente identificato con una villa che si trova nel rione di Olate, in cima al poggio detto “Zucco”. Era una villa che nel Seicento apparteneva alla famiglia Arrigoni di Introbio, poi passò a un conte spagnolo e infine nel 1937 fu demolita. L’aspetto attuale quindi non rispecchia quello che si presentava agli occhi del Manzoni.
Si può arrivare allo Zucco tramite una strada ripida e in salita, ma l’edificio è proprietà privata e chiuso al pubblico. Lo si riconosce subito: sorge in posizione sopraelevata, sul lato destro di via Luera, e presenta un’intonacatura a strisce gialle, rosa e verdi.
Salendo lungo via allo Zucco c’è inoltre una targa con una citazione manzoniana: “Pro Lecco — «Appiè del poggio… giaceva un mucchietto di casupole, abitate da contadini di don Rodrigo» — (Promessi Sposi Cap. V)”.
Indirizzo: Via allo Zucco, Lecco

I promessi sposi: castello dell’Innominato

Il castello dell’Innominato viene tradizionalmente identificato nei resti di un castello trecentesco appartenuto alla famiglia Visconti, a Vercurago, nella frazione di Somasca. Oggi la fortezza conserva le mura e i bastioni originari, seppur danneggiati nel 1799 quando l’esercito austro-russo attaccò a colpi di cannone i francesi che si erano barricati tra le mura. mentre gli spazi coperti sono di epoche successive.
Indirizzo: castello dell’Innominato, Vercurago, fraz. Somasca, Lecco

I promessi sposi: Pescarenico

Nel Seicento questo odierno rione di Lecco era un villaggio di pescatori che detenevano il diritto di esercitare la pesca sull’adiacente tratto fluviale dell’Adda. Piazza Era era la piazza principale del quartiere. Pescarenico è l’unico luogo ad essere citato esplicitamente nei Promessi Sposi: qui si trovava il convento dei frati cappuccini, tra cui Fra Cristoforo, e da qui, più precisamente alla foce del torrente Bione, Lucia si imbarcherà per fuggire da Don Rodrigo.
Indirizzo: Pescarenico, Lecco

I promessi sposi: ex convento dei Cappuccini e chiesa dei Santi Materno e Lucia

Il convento dei frati cappuccini fu edificato nel 1576: di quel che era all’epoca rimangono soltanto alcune celle ed il cortile. Nel 1789 la struttura fu adibita a caserma per le truppe francesi e in seguito, nel 1810, venne venduta a privati. La chiesa adiacente faceva un tempo parte del convento ed è tuttora sede parrocchiale. “Il sole non era ancor tutto apparso sull’orizzonte, quando padre Cristoforo uscì dal suo convento di Pescarenico, per salire alla casetta dove era aspettato” (I promessi sposi).
Una targa commemorativa sulla facciata della chiesa parrocchiale recita: “Qui presso / al di fuori e in faccia all’entrata della terra / con di mezzo la strada / che da Lecco conduce a Bergamo / era situato / il convento di Pescarenico / che Alessandro Manzoni / consacrò e rese immortale / nel suo romanzo — Nel cinquantenario della morte del sommo poeta”.
Indirizzo: piazza Padre Cristoforo, Pescarenico, Lecco
Orari: visita della chiesa, tutti i giorni 7-18 nel periodo estivo, 7-17 nel periodo invernale; visita all’ex convento su prenotazione.

I promessi sposi: targa dell’Addio ai monti

Sul parco del lungolago, all’angolo tra via Buozzi e via Battello, si trova un masso su cui è incastonata una targa che ricorda la notte in cui Renzo e Lucia abbandonano il paese natale per sfuggire a Don Rodrigo. L’iscrizione recita: “«Addio monti, sorgenti dall’acque ed elevati al cielo cime inuguali» — Promessi Sposi Cap. VIII”.
Indirizzo: parco del lungolago, all’incrocio tra via Buozzi e via Battello, Lecco

Museo del Beato Serafino Morazzone

Allestito nella canonica della chiesa parrocchiale di Chiuso, è dedicato al sacerdote don Serafino, amico di Alessandro Manzoni, il quale gli rese omaggio nel Promessi sposi, nel celebre episodio della conversione dell’Innominato. La scena infatti è ambientata proprio nella canonica del “buon curato di Chiuso”.
Il museo una mostra ripercorre la vita di don Serafino e i suoi rapporti con Alessandro Manzoni. All’interno è conservato un affresco del 1867 di Casimiro Radice che rappresenta la conversione dell’Innominato.
Indirizzo: via Innominato 2, località Chiuso, Lecco
Ingresso: offerta libera; apertura su richiesta
Sito: museobeatoserafino.wixsite.com


Pasturo (Lecco)

I promessi sposi: casa di Agnese

Nel romanzo la madre di Agnese si rifugia dai parenti a Pasturo per sfuggire alla peste. In realtà anche questo paese non fu risparmiato dall’epidemia, come testimonia il registro del curato Pietro Platti, che segna una media di 21 decessi al giorno.
Una targa recita le parole che Don Abbondio rivolge a Renzo: “Agnese è andata a starsene nella Valsassina, da que’ suoi parenti, a Pasturo, sapete bene; ché là dicono che la peste non faccia il diavolo come qui” (I Promessi Sposi, cap. 33).
Indirizzo: via Parrocchiale 9, Pasturo (LC)


Pietrasanta (Lucca)

Targa commemorativa

La targa recita: “S’alloggiò a Pietrasanta / prima terra di Toscana da quella parte / e lì cominciò il gusto d’intendere / proprio cogli orecchi / questa lingua che già mi parve deliziosa — Lettera del 15 agosto 1827 a Tommaso Grossi — Il municipio pose l’anno 2003”.
Indirizzo: piazza Carducci, Pietrasanta (LU)


Milano

Casa del Manzoni

La casa fu acquistata dal Manzoni il 2 ottobre 1813 al prezzo di centoseimila lire. Molto spaziosa e con un giardino interno, Manzoni vi visse per circa sessant’anni, affidandone l’amministrazione al figlio Pietro che convinse il padre a decorare la casa per renderne l’aspetto più piacevole considerando le numerose visite che Manzoni riceveva.
Nel 1874 la casa fu acquistata dal conte Bernardo Arnaboldi Cazzaniga che la fece affrescare da Giacomo Campi: gli affreschi, ispirati alle opere manzoniane, sono ormai scomparsi. Nel 1937 l’edificio venne donato al Comune di Milano dalla Cassa di Risparmio delle Province Lombarde che l’aveva acquistato per affidarne l’uso perpetuo al Centro Nazionale di Studi Manzoniani. L’inaugurazione del museo avvenne il 15 dicembre 1965.
In occasione dell’Expo 2015, la casa del Manzoni è stata completamente restaurata e strutturata in un nuovo allestimento museale.
Al piano terra, attraversando il cortile del palazzo, troviamo lo studio dello scrittore. Di fronte una stanza dedicata ai suoi amici, che espone una serie di ritratti delle persone che frequentavano il Manzoni. Tra le opere esposte, una litografia che ritrae J.W. Goethe realizzata da Siegfried Detlev Bendixen.
Salendo al primo piano, inizia l’esposizione museale divisa in sezioni tematiche, ciascuna delle quali approfondisce alcuni argomenti sullo scrittore: la famiglia, i suoi ritratti, la fortuna dei Promessi Sposi, i libri illustrati collezionati dalla moglie Teresa Borri e dal precedente marito Stefano Decio Stampa, la passione del Manzoni per la botanica, le rappresentazioni pittoriche di Milano e territori limitrofi ai tempi dello scrittore.
Indirizzo: via Gerolamo Morone 1, Milano
Ingresso: a pagamento
Sito: casadelmanzoni.it

Targa commemorativa sulla casa natale

La targa commemorativa indica il luogo in cui Manzoni nacque il 7 marzo 1785 e recita: “In questa casa nacque Alessandro Manzoni / il VII marzo MMDCCLXXXV”.
Indirizzo: via Visconti di Modrone 16, Milano

Targa commemorativa nella Chiesa di San Babila

Nella chiesa di San Babila Manzoni fu battezzato il giorno successivo la sua nascita, l’8 marzo 1785. La targa commemorativa presso il fonte battesimale recita: “Qui / Alessandro Manzoni / fu battezzato / il giorno 8 marzo 1785”.
Indirizzo: corso Monforte 1, Milano

Chiesa di San Fedele

Costruita per ospitare la Compagnia di Gesù per volere di Carlo Borromeo, fu consacrata nel 1579 e affidata all’ordine dei Gesuiti fino alla seconda metà del 1700. Divenne Santa Maria della Scala in San Fedele quando la vicina chiesa di Santa Maria alla Scala fu abbattuta per far posto alla costruzione della Scala diventando anche la chiesa di riferimento per gli artisti del teatro: è il caso della Cappella “delle ballerine”, chiamata così perché fino agli anni Ottanta del Novecento era visitata dalle ballerine della Scala che portavano fiori in omaggio alla Madonna della cappella prima dello spettacolo di debutto. Dal 1945 è di nuovo gestita dai gesuiti.
Manzoni, che abitava non molto distante, in via Morone, frequentava la chiesa e oggi, dove era solito fermarsi a pregare, in fondo nella navata sinistra, si trova una lapide commemorativa con un bassorilievo che ritrae lo scrittore. Fu proprio andando in chiesa che, il 6 gennaio 1873, lo scrittore cadde sbattendo la testa e procurandosi un trauma cranico che in seguito lo portò alla morte, il 22 maggio 1873.
Indirizzo: piazza San Fedele, Milano
Ingresso: gratuito

Statua commemorativa in piazza San Fedele

La statua in bronzo rappresenta lo scrittore con un libro di Virgilio in mano ed è stata realizzata da Francesco Barzaghi. Fu installata nel 1883 in piazza San Fedele nel luogo in cui dieci anni prima, il 6 gennaio 1873, lo scrittore cadde mentre si recava in chiesa, sbattendo la testa e procurandosi un trauma cranico che in seguito lo portò alla morte, occorsa il 22 maggio 1873.
Indirizzo: piazza San Fedele, Milano

Targa commemorativa

La targa indica il luogo in cui si trovava il collegio Longone di Milano, retto all’epoca dai Padri Barnabiti, dove Manzoni entrò nella primavera del 1798 all’età di 13 anni rimanendovi fino al 1801. L’iscrizione, posizionata nell’androne dell’attuale questura, recita: “Ricordi questa lapide che qui / nel vecchio glorioso Longone / fu convittore ed alunno / Alessandro Manzoni — Fanciullo meraviglioso / accoglieva nella fervida mente / visioni d’arte / pensieri di bontà e di bellezza / ardimenti e speranze / le forti voci del presente / i presagi dell’avvenire”.
Indirizzo: via Fatebenefratelli 11, Milano

Tomba nel Cimitero monumentale di Milano

I promessi sposi: targa commemorativa

La targa recita: “Lì c’era una colonna con sopra una croce detta di San Dionigi» – Promessi Sposi Ca. XI”.
Il passo dei Promessi Sposi riportato dalla targa si riferisce a una croce votiva che fu fatta installare, assieme a numerose altre, dal cardinale Carlo Borromeo durante la peste del 1576, per permettere ai fedeli di assistere alle messe senza uscire di casa anziché andare in chiesa dove il contagio avrebbe potuto diffondersi. La croce votiva a cui si riferisce la targa si trovava in prossimità della chiesa di San Dionigi, oggi demolita.
Indirizzo: corso Venezia 50, Milano


I promessi sposi: targa commemorativa

La targa recita: “Qui era il Carrobbio di Porta Nuova e la Chiesa di Sant’Anastasia. – «C’era allora una croca nel mezzo, e, dirimpetto ad essa accanto a dove ora è San Francesco di Paola, una vecchia chiesa col titolo di Sant’Anastasia» – Promessi Sposi Ca. XXXIV”.
Indirizzo: via Manzoni 31, Milano

Medaglioni dei Promessi Sposi

Costruito in stile eclettico nel 1887 dall’architetto Ferdinando Luraschi su un lotto in cui precedentemente sorgeva il lazzaretto di Milano, il palazzo si trova proprio all’inizio di corso Buenos Aires. Il portico del cortile interno è stato costruito riutilizzando alcune colonne originali del Lazzaretto con l’aggiunta di alcuni medaglioni in terracotta raffiguranti i personaggi dei Promessi Sposi.
Indirizzo: Palazzo Luraschi, corso Buenos Aires 1, Milano

Lapide della colonna infame

La Storia della colonna infame è un saggio storico in cui Manzoni racconta il processo e l’ingiusta condanna di due presunti untori durante la peste del 1630. I due accusati, Guglielmo Piazza e Gian Giacomo Mora, furono torturati con il supplizio della ruota, poi uccisi e ridotti in cenere. L’abitazione del barbiere Mora fu rasa al suolo e al suo posto fu eretta una colonna come monito che era accompagnata dalla targa, scritta in latino seicentesco, ora esposta sotto il Portico dell’elefante, nella Corte ducale del Castello sforzesco.
Indirizzo: Cortile dell’elefante, Castello sforzesco, Milano
Ingresso: gratuito

Luogo dove si trovava la Colonna infame

La Colonna infame che ispirò l’opera di Manzoni si trovava nel luogo in cui una volta sorgeva la casa di Gian Giacomo Mora, barbiere accusato di essere un untore di peste. Giustiziato innocente, la sua casa fu rasa al suolo e al suo posto fu eretta una colonna e una lapide come monito. La lapide si trova oggi nel Cortile dell’elefante del Castello sforzesco (vedi sopra), mentre sul luogo in cui si trovava la casa oggi è presente un monumento che ricorda questo terribile episodio della storia di Milano.
Indirizzo: incrocio tra via Gian Giacomo Mora e corso di Porta Ticinese, Milano

Palazzo Carmagnola

Palazzo Carmagnola risale ai primi anni del Quattrocento. Fu fatto costruire dai Visconti che lo donarono nel 1415 al condottiero Francesco Bussone, noto come il Conte di Carmagnola, proprio quello dell’omonima opera di Alessandro Manzoni. Alla sua morte, il palazzo fu ereditato dalle figlie e poi confiscato da Ludovico il Moro alla fine del XV secolo.
Indirizzo: via Rovello 2, Milano


Cormano (Milano)

Villa Manzoni, Brusuglio

La Villa Manzoni di Brusuglio fu la residenza di Carlo Imbonati il quale, alla sua morte avvenuta nel 1805, lasciò la proprietà alla compagna Giulia Beccaria, madre di Alessandro Manzoni.
Madre e figlio giunsero nella villa di Brusuglio nel 1807: l’edificio era in parziale stato di abbandono, così Alessandro commissionò all’architetto Gottardo Speroni i lavori di ristrutturazione del corpo centrale, portati avanti tra 1811 e 1818, che dettero alla villa la facciata neoclassica che vediamo oggi. In questi anni Manzoni si dedicò anche alla cura del parco circostante e si fece inviare dall’amico intellettuale Claude Fauriel alcune sementi dai vivai parigini, coltivando qui la sua passione per la botanica. Introdusse alcune varietà di piante allora sconosciute in Lombardia, come alcuni tipi di ortensie e magnoliacee.
Nonostante Manzoni vivesse in modo stabile in via Morone a Milano, durante il periodo estivo amava ritirarsi nella villa di Brusuglio, dove a partire dal 1821 terminerà l’Adelchi e inizierà a scrivere I Promessi Sposi. Oggi solo la camera da letto, la biblioteca e l’oratorio domestico sono rimaste come al tempo di Manzoni. Molti dei suoi libri sono ancora custoditi qui.
Attualmente la villa non è visitabile per fini turistici ma alcuni suoi spazi vengono concessi per conferenze, meeting e altri tipi di eventi.
Indirizzo: via Manzoni 9A, località Brusuglio, Cormano (MI)
Sito: villa-manzoni.it


Lesa (Novara)

Museo manzoniano a Palazzo Stampa

Alessandro Manzoni soggiornò con la seconda moglie Teresa Borri Stampa nel neoclassico Palazzo Stampa più volte negli anni, in particolare dal 1848 al 1850, sia per motivi di villeggiatura che per sfuggire alle repressioni asburgiche dopo i moti del 1848.
Nell’ex abitazione del fattore è allestita una sala dedicata a Manzoni con documenti, oggetti, appunti che illustrano gli anni trascorsi qui dallo scrittore e le sue frequentazioni. Il museo è aperto solo ad agosto.
Indirizzo: via alla Fontana 18, Lesa
Ingresso: gratuito.
Sito: comune.lesa.no.it


Venezia

Targa commemorativa sull’edificio in cui ha vissuto

La targa recita: “In questa casa / abitò / Alessandro Manzoni / negli anni 1803-1804”.
Indirizzo: campo San Maurizio, Venezia