di Sara Grosoli
Odessa è una città coloratissima e cosmopolita, ricca di echi storici e di contaminazioni multiculturali. Il nume tutelare di questa città affacciata sul Mar Nero è lo scrittore Isaak Babel’ che la scelse come ambientazione per parecchi dei suoi racconti. Gli abitanti hanno ricambiato questo amore dedicando allo scrittore – che fu vittima delle purghe staliniane – una scultura in bronzo e allestendo un museo nella casa da lui un tempo abitata.
Prima di percorrere i boulevard alberati di Odessa e di salire i gradini della scalinata che fu immortalata nel celeberrimo film La Corazzata Potëmkin, è d’obbligo per il turista amante della letteratura russa leggere i racconti di Babel’.
I Racconti di Odessa sono un’epica in prosa dedicata alla vita della comunità ebraica di quella città: essa viene colta nel momento di passaggio dal vecchio regime zarista, oscurantista e spesso complice delle violenza antisemite perpetrate da una popolazione ignorante e suggestionabile dal fanatismo di taluni esponenti del clero ortodosso, alla nuova realtà del governo comunista, le cui promesse di uguaglianza spesso si scontrano con usi sociali consolidati e orientamenti tradizionali cui è difficile smettere di prestare ascolto.
Il sole pendeva dal cielo come la lingua rossa di un cane assetato, un mare possente schiumava lontano contro Peresyp, gli alberi delle navi lenti oscillavano sull’acqua smeraldina del golfo di Odessa. Il giorno sedeva in una barchetta colorata, il giorno navigava verso la sera, e verso sera, solo alle cinque, tornò Liubka dalla città”.
Nelle pagine di Babel’ ritroviamo l’orgoglio dei ricchi commercianti che hanno reso Odessa una città prospera e famosa a livello internazionale come Marsiglia o Napoli, lo smarrimento di un bambino posto per la prima volta di fronte all’incomprensibile crudeltà dell’essere umano capace di massacrare vittime innocenti nel corso di un pogrom, l’astuzia di un piccolo criminale che, riducendo al silenzio il proprio buon cuore, diventa l’universalmente rispettato “Re dei ladri”.
Epico e intimistico insieme, Babel’ usa ogni sfumatura di colore per rappresentare al meglio l’essenza della sua città e del suo popolo. La vitalità stilistica, l’originalità espressiva e la ricchezza di inventiva metaforica di questo scrittore rendono la lettura dei suoi racconti un’esperienza indimenticabile.
“Stringendo l’orologio, io rimasi solo e all’improvviso, con una chiarezza che non avevo mai sperimentato fino ad allora, vidi le colonne del palazzo comunale che si allontanavano in alto, il fogliame splendente sul viale, la testa di bronzo di Pushkin toccata dal pallido riflesso della luna, vidi per la prima volta tutto ciò che mi circondava come era realmente: placato e ineffabilmente meraviglioso.
Sara Grosoli è docente di lingue straniere e traduttrice. Ha tradotto opere di George Sand, Louisa May Alcott, Charlotte, Emily e Anne Brontë. Ha curato un’edizione delle lettere e dei discorsi pubblici di Anna Bolena intitolata Candida cerva (qui la pagina Facebook dedicata) e un’edizione delle lettere scritte a Charlotte Brontë dalla sua amica femminista Mary Taylor e raccolte sotto il titolo Dal nuovo mondo.
La sua traduzione dei Racconti di Odessa (disponibile su amazon.it) contiene cinque racconti che non furono inclusi nella storica edizione Einaudi a cura di Franco Lucentini. Al lavoro di traduzione si affianca inoltre l’omonima pagina Facebook dove, oltre ad approfondimenti sulla letteratura russa e ad analisi letterarie comparative, propone una galleria di personaggi storici e di artisti che sono nati o vissuti a Odessa.
Il libro
Luogo: Odessa, Ucraina
Genere: Racconti
Titolo: I racconti di Odessa
Autore: Isaak Babel’