Italia
Firenze
Targa commemorativa sull’edificio dove soggiornò
La targa in piazza della Stazione, presso la stazione Santa Maria Novella, è un omaggio al poeta romantico inglese, che visse a Firenze, a Palazzo Marini in via Valfonda, tra il 1819 e il 1820 e qui compose alcune delle sue opere come l’Ode al vento dell’ovest e Prometeo liberato. La targa recita: “Tra il 1819 e il 1820 / in questi luoghi / già di via Valfonda / Percy Bysshe Shelley / lavorò al «Prometeo liberato»” / compose l’«Ode al vento occidentale».”
Indirizzo: piazza della Stazione 2 (via Valfonda), Firenze
Livorno
Targa commemorativa sull’edificio dove soggiornò
Villa Valsovano è la residenza in cui visse Shelley quando soggiornò a Livorno nell’estate 1819, accompagnato dalla moglie Mary Wollstonecraft Shelley. Si dice che qui abbia composto la tragedia «The Cenci»”.
Il quartiere è molto cambiato rispetto alla prima metà dell’Ottocento, quindi per poter vedere la villa oggi, è necessario accedere da via Filippo Venuti, tra l’incrocio con via San Gaetano e via del Fagiano. La villa, con l’intonaco giallo, le rifiniture bianche e le persiane verdi, è immersa tra edifici residenziali più moderni e dà l’impressione di essere un po’ trascurata. Tuttavia una targa del 1962 ricorda il soggiorno di Shelley: “In questa casa già Villa Valsovano dimorò da metà giugno a fine settembre 1819 nel suo più lungo dei soggiorni livornesi Percy Bysshe Shelley tornato a ritemprare le forze e lo spirito nella pace della nostra amena campagna a lui inspiratrice di stupendi carmi. Scrisse allora tra l’altro la tragedia “I Cenci” e nell’estate seguente alloggiando poco lungi la poetica epistola a Mary Gisborne e la celebre ode “A un’allodola. — Il comune di Livorno a ricordo dell’ospite illustre nel 140° anniversario della sua tragica fine nel mare toscano poneva l’8 luglio 1962”.
Indirizzo: via Filippo Venuti 23, Livorno.
Este (Padova)
Targa commemorativa presso Villa Kunkler-Piccioni
Una targa sul fossato esterno delle mura, nei pressi di Villa Kunkler-Piccioni riporta una citazione tratta da Lines Written Among The Euganean Hills. La villa è conosciuta anche come Villa Byron in onore al poeta che vi ha soggiornato. Fu lui infatti a darla in affitto per un periodo nel 1817-1818 a Percy Bysshe Shelley, alla moglie Mary e a Claire Clairmont. Nella seconda metà dell’Ottocento la villa passò alla famiglia Kunkler, di origine svizzere, che gli dette l’attuale aspetto secondo una struttura architettonica che richiama gli edifici dell’area alpina.
Indirizzo: villa Kunkler-Piccioni, Este (PD)
Targa commemorativa presso il Sentiero del Principe
Una targa sul Sentiero del Principe riporta una citazione tratta da Julian and Maddalo, in cui viene resa in versi da Shelley una suggestiva rappresentazione dei Colli Euganei.
Indirizzo: sentiero del Principe, Este.
Roma
Cimitero acattolico di Testaccio
Keats Shelley House
San Terenzo, Lerici (La Spezia)
Villa Magni
Inghilterra
Londra
Targa commemorativa nell’Abbazia di Westminster
St. Pancras Old Church Cemetery
Oxford
Shelley Memorial
Shelley aveva frequentato l’università di Oxford per breve tempo perché fu poi espulso per aver pubblicato il saggio La necessità dell’ateismo.
Oggi l’università ha dedicato al poeta una statua in marmo che lo ritrae morto e nudo dopo il naufragio avvenuto a largo di Viareggio nel 1822. La scultura, realizzata da Edward Onslow Ford, è posta su un basamento sclpito che ritrae due leoni alati e una donna affranta. Il monumento si trova all’interno di una stanza arredata in stile tardo vittoriano, progettata da Basil Champneys.
Originariamente la statua, commissionata dalla nuora del poeta, doveva essere posta sopra la tomba di Shelley nel Cimitero del Testaccio, a Roma. Infatti l’amico Edward John Trelawny aveva acquistato il terreno adiacente a quello in cui era stato sepolto il poeta, espimendo la volontà che anche le sue ceneri fossero qui sepolte alla sua morte (con tanto di epitaffio sulla lapide che citava la poesia Epitaph di Shelley). Quando morì nel 1881, le sue ceneri furono quindi portate a Roma e sepolte accanto a quelle di Shelley, ma i discendenti di Trelawny si resero conto che la statua realizzata da Ford era troppo grande per essere posizionata in quell’appezzamento, quindi non poterono esaudire fino in fondo le richieste del loro avo. La statua fu così donata dalla nuora del poeta, Lady Shelley, all’università di Oxford e fu inaugurata il 14 giugno 1893.
Il monumento si trova nel terreno in cui Robert Boyle e Robert Hooke facevano gli esperimenti mentre erano studenti dell’univerisità e che permisero a Boyle di scorprire la legge di chimica che prende il suo nome.
Bournemouth, Dorset
Resti del cuore di Shelley nel St Peter’s Church
Alla morte di Shelley, la moglie Mary aveva salvato il cuore del poeta dalla cremazione del corpo. Alla morte della scrittrice nel 1851, nel suo feretro furono posti anche i resti del cuore del marito, avvolti in un manoscritto dello stesso Shelley, Adonaïs: An Elegy on the Death of John Keats.
La scrittrice, inoltre, aveva espresso il desiderio di venire sepolta assieme ai genitori, i cui resti si trovavano nel cimitero di St Pancras Old Church, a Londra. Così il figlio Percy Florence e la moglie Jane fecero traslare le salme dei nonni per farle interrare a Bournemouth.
Oggi una targa commemorativa posta nel cimitero recita: “In this churchyard lie the mortal remains of Mary Shelley, author of Frankenstein; her father William, author of Political Justice; her mother Mary, author of The Rights of Women; her son Percy, Jane his wife; and the heart of Percy Bysshe Shelley, her husband, the poet”.
Christchurch, Dorset
Shelley Memorial
Il monumento in marmo, commissionato dal figlio Percy Florence e realizzato negli anni 1853-54 da Henry Weekes, rappresenta Mary Shelley che piange tenendo tra le braccia il corpo esanime del marito, in una composizione che ricorda vagamente la Pietà michelangiolesca.
La scultura era originariamente destinata alla St. Peter’s Church di Bournemouth, dove è sepolta Mary Shelley, ma la chiesa rifiutò l’opera per l’eccessivo realismo nel rappresentare il corpo senza vita. Il monumento trovò successiva collocazione nel monastero di Christchurch (Christchurch Priory), nel Dorset.