Indirizzo: via Caio Cestio, 6
Ingresso: gratuito
Sitocemeteryrome.it 
Come arrivare: con la metropolitana: Linea B fermata Piramide; con l’autobus: linee 3, 23, 30, 60, 75, 95, 175, 280

Il cimitero acattolico di Roma, detto anche “Cimitero degli Inglesi” o “Cimitero del Testaccio“, si trova nel quartiere romano di Testaccio, a fianco della Piramide Cestia.

Famoso per ospitare la tomba di personaggi illustri come John Keats e Percy Bysshe Shelley, le sue origini risalgono alla seconda metà del Settecento, anche se la prima sepoltura, ritrovata nel 1928 durante gli scavi alla Piramide Cestia, si ritiene sia quella di Langhton, studente venticinquenne di Oxford, morto nel 1738 a seguito di una caduta da cavallo.

Fino agli inizi del Settecento gli “impenitenti”, ovvero tutti coloro che non professavano la fede cattolica o appartenevano a ceti moralmente e socialmente infimi, venivano seppelliti al Muro Torto, presso la Porta Pinciana, al confine con villa Borghese. Infatti lo Stato Pontificio non permetteva la loro inumazione in chiesa o sul proprio territorio, considerata terra consacrata. I protestanti dei ceti sociali più elevati, che arrivavano a Roma per il Grand Tour, non potevano però accettare una sepoltura in un luogo degradante come il Muro Torto, assieme a prostitute, suicidi e criminali. Così il Vaticano concesse che venisse istutuzionalizzato un cimitero destinato agli acattolici nella zona adiacente alla Piramide di Caio Cestio. 
Le prime sepolture degli acattolici avvenivano di notte, per evitare manifestazioni di fanatismo religioso. Inizialmente le tombe dei protestanti non avevano lapidi o segni di riconoscimento e inoltre non c’erano mura a proteggere le tombe: secondo alcune cronache del 1810, frequenti erano gli atti vandalici ai danni delle stesse.
Nel 1817, i rappresentanti diplomatici di Prussia, Hannover e Russia richiedettero allo Stato Pontificio di poter recintare a proprie spese un’area per adibirla a cimitero, la stessa che oggi è indicata come “zona vecchia“, mentre la parte più antica è quella a ridosso della Piramide Cestia, delimitata nel 1824 solo con un fossato, per anni unica difesa del cimitero.
Il cimitero fu aperto ufficialmente nell’ottobre 1821, visto il crescente numero di visitatori stranieri a Roma, che talvolta morivano in città. È il caso di John Keats, deceduto il 23 febbraio proprio di quell’anno.
Nel 1894 l’Ambasciata di Germania acquistò un’altra porzione di terreno adiacente e nel 1898 fu costruita una cappella, progettata dall’architetto tedesco Andreas Holzinger.
Oggi il cimitero è gestito da un’associazione privata, formata da 14 ambasciate che hanno sede in Roma e che hanno connazionali qui sepolti (Australia, Canada, Danimarca, Germania, Finlandia, Grecia, Paesi Bassi, Norvegia, Russia, Sudafrica, Svezia, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti). 
Il cimitero acattolico è stato prevalentemente destinato a stranieri di qualsiasi nazionalità e di religione non cattolica, ma in alcuni casi è stata concessa la sepoltura ad italiani illustri atei o di credo non cattolico.
La mappa del cimitero è disponibile online oppure si può acquistare presso il Centro Visitatori del cimitero.

Tra le tombe delle personalità legate al mondo letterario troviamo:
Robert Michael Ballantyne (1894)
Dario Bellezza (1805)
Andrea Camilleri (2019)
Gregory Corso (2001)
Luce D’Eramo (2001)
Carlo Emilio Gadda (1973)
Antonio Gramsci (1937)
John Keats (1821)
Myriam Mafai (2012)
Axel Munthe (1949)
Amelia Rosselli (1996)
Percy Bysshe Shelley (1822)
John Addington Symonds (1893)
Edward John Trelawny (1881)
Juan Rodolfo Wilcock (1978)

Carlo Emilio Gadda

Carlo Emilio Gadda morì a Roma il 21 maggio 1973 e fu sepolto nel cimitero di Prima Porta, ma nel 2000 le ceneri sono state traslate nel cimitero del Testaccio.
L’iscrizione sulla tomba recita: “Qui nel cuore antico / e sempre vivo / di sogni e d’utopie / Roma dà asilo / alle spoglie di / Carlo Emilio Gadda / geniale e studioso artista / dalle forti passioni / morali e civili / signore della prosa / Milano 1893 – Roma 1973”.

Antonio Gramsci

John Keats

La tomba di Keats si trova in una piccola aiuola nei pressi della Piramide Cestia. Il nome di Keats non è indicato, ma è ben riconoscibile perché sulla sua superficie è scolpita una lira in bassorilievo. Inoltre è presente un’iscrizione che recita: This Grave contains all that was mortal, of a YOUNG ENGLISH POET, who on his Death Bed, in the Bitterness of his heart, at the Malicious Power of his enemies, desired these words to be Engraven on his Tomb Stone: Here lies One Whose Name was writ in Water. Feb 24th 1821.

Keats aveva chiesto che sulla lapide venisse incisa la sola frase “Here lies One Whose Name was writ in Water“, ma gli amici Joseph Severn e Charles Brown, che l’avevano assistito durante la malattia, fecero aggiungere il resto. Quando Severn morì il 3 agosto 1879 fu sepolto accanto a Keats e tra i due riposa il figlio neonato di Severn.

Percy Bysshe Shelley

Shelley era morto a seguito del naufragio della sua goletta, l'”Ariel“, nel golfo della Spezia l’8 luglio 1822. Dieci giorni dopo il corpo senza vita di Shelley fu ritrovato sulla costa nei pressi di Viareggio. Gli amici Byron,  Trelawny e Hunt lo cremarono sul posto. Le sue ceneri riposano nel Cimitero del Testaccio, mentre il cuore, estratto dalla pira, venne custodito dalla moglie Mary Shelley e alla sua morte venne sepolto nello stesso luogo dove si trova la tomba di lei, nel cimitero della St Peter’s Church, a Bornemouth, nel Dorset (Inghilterra). 
L’epigrafe riprende alcuni versi tratti da La tempesta di Shakespeare pronunciati da Ariel, lo spirito dell’aria, lo stesso che dava il nome alla goletta di Shelley: “Nothing of him that doth fade / but doth suffer a sea change / into something rich and strange”.