Luoghi

Cimitero monumentale

I caffè letterari

Autori

Vittorio Alfieri

Edmondo De Amicis

Alexandre Dumas padre

Erasmo da Rotterdam

Iscrizione nel Palazzo dell’Università

Nel Palazzo dell’Università, oggi sede del Rettorato dell’Università degli Studi di Torino, il 4 settembre 1506 Erasmo da Rotterdam discusse la tesi di laurea in Teologia.
Sotto il portico nel cortile d’onore, dove si trovano i busti di personaggi famosi che hanno dato il loro contributo allo sviluppo dell’università, è posta una targa in suo ricordo.
Indirizzo: via Po 17, Torino

Natalia Ginzburg

Nacque a Palermo nel 1916 ma trascorse infanzia e adolescenza a Torino, dove si sposerà con Leone Ginzburg (il suo cognome da nubile è “Levi”) e frequenterà i maggiori intellettuali antifascisti.
Nel 1940 segue il marito in Abruzzo, mandato al confino per motivi politici, e scrive il suo primo romanzo, La strada che va in città, ma dopo la morte di lui, ucciso a Roma nel 1944 nel carcere di Regina Coeli, dopo un breve periodo nella capitale, tornerà a Torino. A partire dagli anni Cinquanta inizia un periodo di grande produzione letteraria, con opere come Tutti i nostri ieri, Valentino, Sagittario, fino al premio Strega del 1963, vinto con la sua opera più famosa, Lessico famigliare, in cui rievoca la sua giovinezza trascorsa a Torino.
Nei primi anni Settanta, gli anni della strategia della tensione, decide di dedicarsi alla politica. Nel 1983 viene eletta in Parlamento nelle liste del Partito Comunista Italiano.
Muore a Roma nel 1991 e viene sepolta nel Cimitero del Verano, dove riposa anche il primo marito Leone Ginzburg.

Residenza torinese di Natalia Ginzburg

La casa di Natalia Ginzburg si trova in quella che un tempo era via Pallamaglio, oggi al numero 11 di via Morgari. Il 24 ottobre 2014 sull’edificio è stata inaugurata una targa che recita: “In questa casa ha vissuto la scrittrice / Natalia Levi Ginzburg / (Palermo, 1916 – Roma 1991) / In occasione del XXIII anniversario della sua scomparsa / il comune pose il 14-X-2014”. L’antistante “aiuola Donatello”, all’angolo tra via Belfiore e via Morgari, è stata intitolata alla scrittrice.
Indirizzo: via Morgari 11, Torino


Guido Gozzano


Antonio Gramsci

Carlo Levi


Primo Levi

Nato a Torino nel 1919, qui compie gli studi fino alla laurea in Chimica presso l’Università di Torino nel 1941, con non poche difficoltà a causa delle leggi razziali che erano entrate in vigore quegli anni.
Viene catturato da una milizia fascista nel 1943 e inviato l’anno dopo nel campo di sterminio di Auschwitz dove rimase fino alla liberazione nel gennaio 1945.
L’esperienza nel campo di concentramento lo sconvolse profondamente per tutta la vita. Tornò a Torino dove scrisse Se questo è un uomo, testimonianza di quell’esperienza tragica. Negli anni successivi scriverà La treguae altre opere ispirate soprattutto alla sua esperienza come chimico, fino all’ultimo saggio, dove tornò sul tema dell’olocausto, dal titolo I sommersi e i salvati. L’11 aprile del 1987 Primo Levi morì cadendo dalla tromba delle scale. Le circostanze portarono a credere che si sia trattato di un suicidio.

Casa dove nacque e visse fino alla morte

In questa stessa casa si erano trasferiti i genitori da Bene Vagienna. Primo Levi vi nacque e vi tornò a vivere dopo l’esperienza dei campi di concentramento fino alla morte nel 1987.
Indirizzo: corso Re Umberto 75, Torino

Tomba nel cimitero monumentale


Friedrich Nietzsche

Nietzsche abitò in un appartamento di via Carlo Alberto e qui scrisse Ecce homo (secondo altre fonti, lo scrisse prevalentemente al caffè Fiorio – Fonte: Maurizio Ferraris racconta Nietzsche e la volontà di potenza, a cura di Maurizio Ferraris, Roma, Gruppo Editoriale L’Espresso, 2011). Una lapide realizzata nel centenario della nascita e scritta da Rubino, ne porta il ricordo: “In questa casa Federico Nietzsche conobbe la pienezza dello spirito che tenta l’ignoto, la volontà di dominio che suscita l’eroe. Qui ad attestare l’alto destino e il genio, scrisse Ecce homo, il libro della sua vita. A ricordo delle ore creatrici, primavera-autunno 1888, nel I centenario della nascita la città di Torino pose, 15 ottobre 1944, a.XXII a.f.” (la sigla finale sta per “era fascista”, poiché la targa fu installata nel 1944).
Indirizzo: via Carlo Alberto 6, Torino


Cesare Pavese


Silvio Pellico

Iscrizione nel luogo in cui soggiornò e morì nel 1854

La targa, posta sulla facciata del palazzo nel 1865 recita: “Silvio Pellico abitò in questo palazzo molti anni e vi morì il 31 gennaio 1854”.
Silvio Pellico, dopo il periodo trascorso in carcere, si trasferì a Torino, prima nella casa dei genitori in via Barbaroux e successivamente, a seguito della morte dei genitori, a Palazzo Barolo, dove faceva il bibliotecario e dove scrisse una biografia sulla marchesa uscita postuma dal titolo La Marchesa di Barolo nata Colbert.
Dal 1865 il Palazzo è sede dell’Opera Pia Barolo, un’istituzione di pubblica assistenza e beneficenza legata alla religione cattolica e rivolta in particolare a donne indigenti, anziani, tossicodipendenti e senzatetto.
È possibile visitare gli appartamenti storici del Palazzo tra cui quelli dove ha vissuto Silvio Pellico, ovvero quella che oggi viene considerata l’“Ala Vecchia” del Palazzo.
Indirizzo: Palazzo dei Marchesi Falletti di Barolo, via delle Orfane 7, Torino
Ingresso: a pagamento
Sito: palazzobarolo.it

Iscrizione sulla residenza dove scrisse Le mie prigioni

L’iscrizione, posta nel 1932, ricorda il luogo in cui Pellico scrisse la sua famosa opera. Quando uscì dalla Fortezza dello Spielberg, il carcere di Brno, nel 1930 tornò a Torino nella casa dei genitori nel Palazzo Giriodi di Panissera e vi scrisse il libro Le mie prigioni, testo simbolo del Risorgimento pubblicato nel 1832.
La lapide recita: “In questa casa Silvio Pellico reduce dallo Spielberg nel 1832 lanciò “Le mie prigioni”, pio volumetto vibrante di italianità subalpina, arma formidabile ad affrettare i destini della patria. Nella prima ricorrenza centenaria del memorando evento, il Comune. Giugno MXMXXXII”.
Il palazzo oggi è di proprietà di privati.
Indirizzo: Via Barbaroux 20, Torino

Tomba nel cimitero monumentale


Jean-Jacques Rousseau

Nell’aprile 1728, all’età di 16 anni entrò nell’Ospizio dei Catecumeni di Santo Spirito in via Porta Palatina per abiurare il calvinismo e abbracciare il cattolicesimo. Si stabilì in via Po, in una soffitta in affitto. Lavorò come incisore di vasellame nella bottega di Madama Basile, ma fu cacciato perché, invaghitosi di lei, le aveva baciato la mano.
Trovò successivamente lavoro come valletto presso il conte Solaro della Chiusa e di Govone (oggi Palazzo Mazzonis).
Nell’Emilio, trattato pedagogico del 1762, parla del Po così: “Mi condussero fuori dalla città, sopra una collina molto alta, ai piedi della quale passava il Po, il cui corso freme attraverso le fertili rive che bagna“, e della collina di Superga: “io ho dinanzi il più bello spettacolo che possa colpire l’occhio umano“. (fonte: Mauro Silvio Ainardi, Le fabbriche da cioccolata, Allemandi, Torino, 2008).

Luogo di residenza e servizio di Rousseau

Lavorò come valletto presso palazzo Solaro della Chiusa e di Govone, oggi Palazzo Mazzonis, sede del MAO (Museo d’Arte Orientale).
Indirizzo: Palazzo Mazzonis, via San Domenico 11, Torino


Emilio Salgari

Visse gli ultimi anni della sua vita a Torino e qui, affetto da stress, depressione e problemi familiari, si suicidò il 22 aprile 1911, nel bosco di Val San Martino, la zona collinare non molto distante dalla sua casa, dove attualmente si trova il parco di Villa Rey.

Residenza degli ultimi anni di vita

La targa posta sul muro dell’edificio recita: “Fra queste mura / Emilio Salgari / visse in onorata povertà / popolando il mondo di personaggi / fedeli ad un cavalleresco ideale / di lealtà e coraggio. / Perché gli italiani non dimentichino / la sua genialità avventurosa / il suo doloroso calvario / La rivista “Italia sul mare” / questo ricordo pose. Torino 30 aprile 1959”.
Indirizzo: corso Casale 205, Torino


Torquato Tasso

Leggere prima di partire per… Torino

Narrativa

  • Italo Calvino, La giornata di uno scrutatore 
  • Natalia Ginzburg, Lessico famigliare
  • Cesare Pavese, Tra donne sole
  • Mario Soldati, Le due città
  • Giuseppe Culicchia, Tutti giù per terra

Non fiction

  • Alessandra Chiappori, Torino di carta (Il Palindromo, 2019)
  • Dario Capello, Torino. Da Nietzche a Gozzano (Unicopli, 2003)
  • Pierluigi Vaccaneo, A Torino con Cesare Pavese (Giulio Perrone, 2020)