Italia

Torino

Caffè storico “Al Bicerin”


Isola di Montecristo

Conte di Montecristo: Isola di Montecristo

Situata nell’arcipelago toscano, è una delle principali ambientazioni dell’opera di Dumas e dà il nome al protagonista dell’opera. Su quest’isola Edmond Dantès, seguendo le indicazioni dell’abate Faria, trova il tesoro della famiglia Spada e, diventato enormemente ricco, si crea l’identità del Conte di Montecristo per compiere la propria vendetta. La storia del tesoro nascosto in una grotta dell’isola si ispira ad una leggenda secondo la quale i monaci di San Colombano avebbero nascosto un tesoro in una grotta per salvarlo dalla distruzione, da parte dei saraceni, del Monastero di San Mamiliano, i cui resti sono ancora visibili sull’isola. Esiste anche una grotta, detta Grotta di San Mamiliano, Grotta del Santo o Grotta del Drago, proprio vicino le rovine del monastero.
Montecristo è un’area protetta dove vige il divieto totale di balneazione e immersione subacquea. Per visitarla, bisogna richiedere uno speciale permesso al Corpo Forestale dello Stato, sezione di Follonica (GR), concesso in solo in determinati periodi dell’anno con particolari condizioni proprio per preservare la natura del luogo.

Francia

Parigi

Tomba nel Panthéon di Parigi 

I tre moschettieri: targa su casa di D’Artagnan

In rue du Bac una targa indica il luogo in cui si trovava la casa, oggi scomparsa, del capitano luogotenente dei moschettieri di Luigi XIV, Charles de Batz-Castelmore, conte d’Artagnan, ucciso sul assedio di Maastricht del 25 giugno 1673, immortalato da Alexandre Dumas sotto il nome di d’Artagnan.
Indirizzo: rue du Bac 1, 7° arrondissement, Parigi


Le Port-Marly

Château de Monte-Cristo

Château de Monte-Cristo è il castello, oggi museo, che Alexandre Dumas si fece costruire tra il 1844 e il 1847 su una collina a Le Port-Marly, poco a ovest di Parigi. Dopo il successo dei suoi tre grandi romanzi Il conte di Montecristo, I tre moschettieri e La regina Margot, Dumas decise di acquistare una proprietà di 9 ettari e chiese all’architetto Hippolyte Durand di costruirci un palazzo in stile neorinascimentale con accanto un palazzetto in stile neogotico, immersi in un parco in stile inglese.
Il palazzo principale, sua dimora, era studiato nei minimi dettagli: chiese che le finestre fossero uguali a quelle del castello di Anet e fece scolpire i ritratti degli scrittori amati (Omero, Eschilo, Sofocle, Virgilio, Plauto, Terenzio, Dante, Shakespeare, Lope de Vega, Corneille, Racine, Molière, Goethe, Schiller, Walter Scott, Byron e Victor Hugo): i medaglioni sono sorretti da due salamandre, che erano lo stemma che il re Francesco I donò a Villers-Cotterets, città natale di Dumas. Sopra le due torrette fece inserire il suo monogramma e sopra l’ingresso il suo ritratto con il personalissimo motto “J’aime qui m’aime” (Amo chi mi ama).
Gli interni furono sontuosamente arredati. Erano strutturati su quattro piani: nel seminterrato le cucine; al piano terra la sala da pranzo, la sala d’attesa e un salone di ricevimento, tutto decorato con vetrate colorate. Ai piani superiori la decorazione era stravagante, con stanze in vari stile (gotico, rinascimentale, Enrico II, Luigi XV) ma tra tutte spiccava il salone moresco, le cui pareti erano decorate con arabeschi realizzati dallo scultore del Bey di Tunisia, Hadj Youmis, e da suo figlio Mohammed, che Dumas aveva assoldato durante un viaggio passando dalla Tunisia (era diretto in Algeria) nel 1845.
Su una collinetta di fronte al palazzo fece costruire un padiglione in stile neogotico, circondato da un fossato, dove rifugiarsi per lavorare e scrivere. Sulle pareti esterne fa scolpire i titoli di 88 sue opere e lo chiamò Château d’If, riferendosi alla prigione al largo di Marsiglia dove viene incarcerato Edmond Dantès.
Nel parco circostante invece fece piantare specie selezionate di alberi (larici, abeti, querce, betulle, carpini, tigli…), lo popolò con numerosi animali (il gatto Mysouf, 3 cavalli, 5 cani, 3 scimmie, 2 pappagalli, un fagiano, un gallo e un avvoltoio portato dal viaggio in Tunisia), fece costruire un laghetto che chiamò “Giardino di Haydée“, ispirandosi all’omonimo personaggio del Conte di Montecristo.
Aveva previsto di spendere 50.000 franchi, alla fine ne spese 300.000. L’edificio fu inaugurato il 25 luglio 1847, giorno del suo quarantacinquesimo compleanno, con una festa sfarzosa a cui parteciparono 600 invitati.
Ma nel 1848, a seguito del fallimento del suo Théâtre Historique aperto a Parigi nel febbraio 1847, per pagare i numerosi creditori Dumas fu costretto prima a vendere i mobili del palazzo e infine tutta la proprietà, firmando l’atto di vendita il 22 marzo 1849 per soli 30.000 franchi. Continuò a vivere nel castello fino a quando non partì per il Belgio nel dicembre 1851.
Il castello passò di proprietà più volte, cadendo in rovina. Nel 1969 un’impresa edile propose un progetto per demolirlo e costruirci alcuni appartamenti. Fortunatamente nel 1972 si costituirono due associazioni di appassionati e di enti pubblici (Société des amis d’Alexandre Dumas e il Syndicat intercommunal de Monte-Cristo) che riuscirono ad acquistarlo e iniziare un lungo restauro; il re del Marocco Hassan II contribuì finanziando il restauro del salone moresco. Il castello fu dichiarato Monumento storico di Francia nel 1975. Solo nel 1994 fu pronto per essere aperto al pubblico.
Oggi il castello è un museo aperto al pubblico (lo Château d’If non si visita). Il parco circostante è disseminato di sculture di arte contemporanea. Vengono frequentemente organizzati eventi e visite guidate in costume.
Indirizzo: Canebière, Marsiglia
Ingresso: a pagamento
Sito: chateau-monte-cristo.com


Marsiglia

Essendo il paese originario dei Dantès, Marsiglia rende omaggio al romanzo con alcune vie, come rue Monte-Cristo (prende questo nome dal 1907), rue Edmond Dantès (dal 1932), rue de l’Abbé Faria (dal 1937)

Conte di Montecristo: luogo in cui abita il padre di Edmond

Il tratto oggi Canebière, si chiamava un tempo allées de Meilhan. La Canebière è la strada principale che attraversa il centro storico della città e fu inaugurata nel 1666. Il tratto  di strada che va da boulevard Garibaldi alla Chiesa dei Riformati (église des Réformés) fino al 1927 si chiamava Allées de Meilhan ed era stato realizzato nel 1733: qui, nella finzione letteraria, al numero 15 si trovava la casa del padre di Edmond Dantès. Ovviamente l’architettura urbana del luogo nei secoli è profondamente mutata.
Indirizzo: Canebière, Marsiglia