Viviamo un periodo inedito che ci costringe a rimanere a casa, sospesi nell’incertezza, chiusi fra quattro mura mentre affacciati alle finestre osserviamo la primavera che fa capolino e aumenta in noi la necessità di uscire. E magari anche di viaggiare.

È proprio in questa condizione di immobilità che ci vengono in soccorso la lettura e il potere dell’immaginazione e acquistano un valore speciale tutti quei libri che ci permettono senza limiti di volare lontano ed esplorare nuovi orizzonti, ampliare le nostre conoscenze, fare incontri attraversando il tempo e lo spazio.
Tra questi libri ci sono senza dubbio quelli della collana Passaggi di Dogana edita da Giulio Perrone editore. Si tratta di una raccolta di guide letterarie concepite come narrativa di viaggio più che come tradizionali guide turistiche, che seguendo le tracce di scrittori, ma non solo, hanno il potere di condurci alla scoperta di luoghi, regioni, città ricchi di suggestioni.

Numerosi sono i titoli e le rispettive destinazioni: si va dalla Londra di Conan Doyle e Sherlock Holmes (qui recensita) alla Barcellona di Manuel Vázquez Montalban e Pepe Carvalho (qui un intervista all’autore), ma anche Cuba, esplorando la narrativa novecentesca autoctona tra strade decadenti e nuvole di sigari, e New York col suo turbinio di attività, stimoli, culture, stereotipi, oltre che reminiscenze di scrittori e musicisti come Frank McCourt e Norah Jones.

A Parigi si vaga tra le strade della capitale francese con Colette, in un itinerario che tocca il Moulin Rouge, il Trocadero, il Café de Flore, il salotto di Madame Arman, mentre si incontrano personaggi, come Gertrude Stein e Marcel Proust, le cui strade si intrecciano tutte nella Ville Lumière di inizio Novecento.

Un’altra meta è Dublino, la città di Joyce, che pure ci visse solo un terzo della sua vita ma la scelse ossessivamente come ambientazione pressoché unica delle proprie opere: un ritratto tagliente e ironico della città e dei suoi abitanti scaturisce dalle pagine di Gente di Dublino e Ulisse.

La Stoccolma letteraria invece emerge con i suoi tratti quasi contraddittori, accogliente e altera, elegante e sordida, nelle pagine degli scrittori che l’hanno amata e odiata, da August Strindberg a Stieg Larsson passando per Selma Lagerlöf e Tomas Tranströmer.

La Sicilia è raccontata dai libri di Dacia Maraini, evocando di volta in volta gli altri scrittori siciliani che popolano il suo immaginario, da Tomasi di Lampedusa, De Roberto, Brancati, Pirandello, Sciascia; mentre a Trieste, crocevia di culture e città dalle mille anime, ci si perde tra le viuzze ripide e ventose alla ricerca di James Joyce, Italo Svevo, Umberto Saba, Claudio Magris.

Poi Napoli con Maurizio de Giovanni e Buenos Aires con Borges; la San Francisco di Ferlinghetti e la Lisbona di Tabucchi; la Germania magica e misteriosa dei fratelli Grimm e la Bari di Gianrico Carofiglio, ma anche Roma, Milano e Firenze con le loro molteplici connessioni letterarie.

L’invito è scoprire tutti i titoli sul sito di Giulio Perrone Editore che in questo periodo ha lanciato in promozione un cofanetto artigianale che può contenere quattro titoli a scelta a un prezzo speciale. La spedizione è inclusa nel prezzo ed effettuata tramite corriere. Attenzione: per avere il cofanetto personalizzato i libri devono essere ordinati direttamente all’editore scrivendo a antonio.sunseri@giulioperroneditore.com (ulteriori info qui).

Intervista all’editore Giulio Perrone

1) Com’è nata l’idea della collana e a cosa è dovuta la scelta di chiamarla “Passaggi di dogana”? C’è una periodicità nella pubblicazione dei nuovi titoli?

La collana è stata ideata qualche anno fa, precisamente nel 2012, dal nostro direttore editoriale Mariacarmela Leto, coniugando il duplice amore per il viaggio e la letteratura. Un progetto che ne gli anni ci ha affascinato e coinvolto sempre più al punto che oggi siamo arrivati a pubblicare più o meno un titolo ogni due mesi.

2) Passando in rassegna i titoli fin qui pubblicati, si nota una prevalenza di testi che esplorano le connessioni tra letteratura e luoghi. Alcuni titoli tuttavia si aprono anche a suggestioni legate al cinema e alla musica… Penso a Buio in sala, A Napoli con Totò, La Genova di De AndréLa Sardegna dei banditi. Sono da considerarsi eccezioni o la collana è stata concepita sin dall’inizio per andare ad abbracciare un più ampio spettro di linguaggi artistici?

Dopo i primi titoli che raccontano sempre le città collegandole ad uno o più grandi scrittori, dalla Lisbona di Antonio Tabucchi alla San Francisco di Ferlinghetti fino alla Parigi di Colette, abbiamo pensato che dovessero esserci anche altre strade da seguire nel segno di una geografia emozionale che racconti il cuore di una città o di un paese. Il legame viscerale che unisce Totò a Napoli come De André a Genova ne sono uno straordinario esempio al punto che forse non potremmo pensarli come artisti senza collegarli a quel particolare luogo o addirittura quartiere che gli ha dato i natali.

3) Ci sono delle linee guida a cui deve attenersi ogni titolo per far parte della collana, oppure è lasciata piena autonomia agli autori di impostare il tono e l’impianto dell’opera?

Esiste un concetto che ha dato vita alla collana come abbiamo spiegato e a quello si ispirano tutti gli autori quando costruiscono il loro libro, ma è importante che ognuno riesca anche a inserirlo all’interno della propria poetica e del proprio particolare sguardo. Ed è per questo che gli autori intraprendono spesso questo progetto con l’idea di poter mettere insieme una città che amano con uno o più artisti che li abbiano segnati, affascinati, influenzati.

4) Da qualche tempo la collana si presenta con uno stile di copertina completamente rinnovato. Può raccontarci qualcosa di più del nuovo design?

Merito del nostro art director Maurizio Ceccato a cui nel 2018 abbiamo affidato la rivoluzione grafica del nostro brand a cominciare dal logo, fino alla struttura grafica di ogni singola collana. La scelta che ha fatto per Passaggi di dogana ci è sembrata particolarmente giusta perché restituisce quanto più possibile la dimensione artigianale del libro, dall’etichettà attaccata a mano alle illustrazioni in nero su carta colorata. Ogni singola copertina infatti viene pensata come un elemento che deve stare in equilibrio nell’insieme di tutti i titoli che compongono la collana.

5) C’è qualche destinazione in particolare che ancora vi manca in collana e vi piacerebbe in futuro pubblicare?

Moltissime, tutte oserei dire perché mano a mano stiamo scoprendo come tutti i luoghi possano accompagnarsi di suggestioni straordinarie e imprevedibili. Posso però anticipare che nei prossimi mesi andremo a Praga e a Torino, torneremo a Roma e poi ripartiremo per Mosca. Questo solo nel 2020…