Immaginate di essere in treno, diretti verso la capitale. Tra le mani avete questo piccolo libro di appena cento pagine, un assaggio di ciò che vi attende: il suo autore, Nikolaj Vasil’evič Gogol’, lo scrisse durante uno dei soggiorni romani, descrivendo il suo arrivo in città così:
…e quando finalmente, dopo un viaggio di sei giorni, vide nella nitida lontananza, sul cielo terso, una cupola arrotondarsi meravigliosamente: – oh!… quanti sentimenti allora gli si affollarono tutti in una volta in petto! Non sapeva e non poteva trasmetterli, mentre scrutava ogni colle e ogni pendio. Ed ecco infine il Ponte Molle [Ponte Milvio], la porta della città e l’abbraccio della più bella tra le piazze, Piazza del Popolo, poi gli rivolse lo sguardo il Monte Pincio con le terrazze, le scalinate, le statue e la gente che passeggiava sulla sua cima. Dio! Come cominciò a battergli forte il cuore!
Nikolaj Gogol’, Roma, Palermo, Sellerio editore, 2000, p. 48-9
Pubblicato nel 1842 sulle pagine della rivista Moskvitjanin (“Il moscovita”), originariamente sarebbe dovuto essere un romanzo intitolato “Madonna dei fiori”, ma rimase incompleto assumendo la forma di racconto, ciò che oggi è certamente una delle sue opere minori, ma talvolta indebitamente considerata fiacca e poco significativa.
Nella sua forma finale quella che era la trama del romanzo originario passa in secondo piano: avrebbe dovuto raccontare di un principe romano che, dopo essere stato mandato a Parigi per studiare, torna a Roma dove riscopre il fascino della Città Eterna e si innamora della bella Annunziata, che scorge per le strade festanti durante il Carnevale (“Annunziata” era appunto la prima idea per il titolo).
Di tutto questo nel racconto finale resta un accenno all’affascinante Annunziata e il confronto tra le due città, Roma e Parigi, ancora attuale in certi aspetti. In un primo momento la capitale francese sembra prevalere grazie alla vitalità e al dinamismo che la contraddistinguono, ma al ritorno nella Città Eterna il giovane principe protagonista riconsidera le sue prime impressioni e finisce per innamorarsi della maestosità di Roma, seconda a nessun’altra, tanto che il libro consiste essenzialmente in un inno alla città e alla campagna circostante.
… egli trovava tutto allo stesso modo meraviglioso: il mondo antico che si ravvivava da sotto un architrave annerito, il possente Medioevo che aveva lasciato dappertutto tracce di artisti-titani e della munifica generosità dei papi e, infine, la successiva era moderna con l’affollarsi di nuove popolazioni. Amava la loro prodigiosa fusione in un tutto unico, i segni di una capitale popolosa e al tempo stesso desertica: i palazzi, le colonne, l’erba, i cespugli selvatici che correvano su per i muri […]
Nikolaj Gogol’, Roma, Palermo, Sellerio editore, 2000, p.54
Leggendo questo libro non ci si aspetti quindi epiche vicende alla Taras Bul’ba o grotteschi episodi come nei Racconti di Pietroburgo, ma una godibile descrizione della città, attraverso uno sguardo che ne palesa il fascino inconsapevole, emanato dal contrasto sorprendente tra la maestosità e la decadenza e dallo stupore per la scoperta di un angolo nascosto che rivela inaspettata bellezza:
Amava i continui stupori e le sorprese che Roma sapeva dispensare. Come un cacciatore che esce di buon’ora per andare a caccia, come un cavaliere di altri tempi in cerca di avventure, si dirigeva ogni giorno alla ricerca di prodigi sempre nuovi e istintivamente si fermava quando d’un tratto, nel bel mezzo di un vicolo insignificante, si levava davanti a lui un palazzo che sprigionava una cupa e austera maestà: i muri massicci e indistruttibili, fatti di blocchi di travertino scuro, la sommità coronata da una colossale cornice concepita a meraviglia, il grande portone contornato da travi marmoree e le finestre, cariche del loro lussuoso ornamento architettonico, che lanciavano sguardi regali […]
Nikolaj Gogol’, Roma, Palermo, Sellerio editore, 2000, p.55
Gogol’ visse a Roma in tre periodi della sua vita: il suo soggiorno principale fu in via Felice 126 (oggi via Sistina), dove una targa ricorda la residenza romana dello scrittore, e frequentava gli ambienti letterari dell’epoca, tra cui il salotto della principessa Volkonskaja e il classico ritrovo al Caffè Greco. Ma di questo ne riparleremo prossimamente.
MA che meraviglia questo blog, tornerò a trovarvi intanto cercherò il racconto di Gogol…
Grazie! … e spero che il libro le piaccia! 😀
La bellezza dell’Annunziata unica e irripetibile si confonde con quella della città. Lo scrittore rimane affascinato dal panorama che si disvela dalla piazzetta di San Pietro in Montorio e ammira questa bellezza come avrebbe voluto guardare a lungo negli occhi seducenti dell’Annunziata.