Ricercare i luoghi biografici di Italo Calvino e riconoscerne il valore nella sua opera letteraria: è questo l’intento del libro Italo Calvino, Sanremo e dintorni. Un itinerario letterario (1923-2023), a cura di Veronica Pesce e Laura Guglielmi, uscito in occasione del centenario della nascita dallo scrittore. Il progetto è frutto della collaborazione tra il Comune di Sanremo, l’Università di Genova, le scuole del territorio e l’Accademia di Belle Arti di Sanremo e non poteva che essere pubblicato dal Palindromo, casa editrice palermitana che alle mappature letterarie ha dedicato un’intera collana, Le città di carta.

Non vi è nato, ma vi ha trascorso i primi venticinque anni della sua vita: questo basta a rendere Sanremo una città indissolubilmente legata a Calvino. Forse più di ogni altra, perché qui lo scrittore ha vissuto gli anni dell’infanzia e della giovinezza, quelli in cui si è più ricettivi e immaginativi, e che in età avanzata si tende a ricordare con incantata malinconia. E questo stretto nodo non ci era passato inosservato: ne aveva già ampiamente parlato tempo fa in questo articolo Alessandra Chiappori, studiosa di Calvino e esperta di luoghi letterari, nonché gran conoscitrice del territorio ligure di ponente.

Nato a Cuba nel 1923, dove il padre dirigeva una stazione sperimentale di agricoltura, nel 1925 Italo giunge a Sanremo: qui cresce, studia e partecipa attivamente alla Resistenza. Nel dopoguerra il flusso degli eventi lo porterà altrove (Torino, Parigi e tanti viaggi) senza però spezzare il legame con la città avita, che zampillerà con getti più o meno consistenti nelle sue opere letterarie:

San Remo continua a saltar fuori nei miei libri, nei più vari scorci e prospettive, soprattutto vista dall’alto, ed è soprattutto presente in molte delle Città invisibili. Naturalmente parlo di San Remo qual era fino a trenta o trentacinque anni fa, e soprattutto com’era cinquanta o sessant’anni fa quando ero bambino.”

Intervista a Maria Corti (1983)

Calvino infatti punteggia costantemente la sua produzione delle memorie giovanili. Nell’evocare il paesaggio di Sanremo e della Riviera ligure di Ponente indaga inoltre il rapporto tra città e campagna, non risparmiando aspre denunce, in particolare a partire dagli anni Cinquanta, quando la quieta e piacevole cittadina dei fiori inizia ad essere rosicchiata da una sempre più vorace speculazione edilizia, e diventa, nelle parole dello scrittore, un “sovrapporsi geometrico di parallelepipedi e poliedri”. Sono proprio gli anni in cui la città da turismo d’élite si trasforma in città da turismo di massa (non è un caso che nel 1951 nasca il Festival della Canzone Italiana, proprio per rilanciare le presenze nella “stagione morta”, quella invernale).

Tornando alla guida letteraria in questione, si struttura in oltre 40 tappe a Sanremo e nel suo entroterra che possono essere percorse come un itinerario turistico, con approfondimenti storico-geografici, interpretazioni e ovviamente citazioni dalle opere dello scrittore.

Si parte dalla tappa zero di corso Cavallotti, da cui si iniziano a esplorare ville e giardini che lo scrittore conosceva anche grazie agli studi botanici dei genitori, su tutti Villa Ormond, forse ispirazione per il racconto Il giardino incantato. Si incontrano poi corso Trento e Trieste, parallelo al tracciato della vecchia ferrovia, oggi una via ciclo-pedonale che scorre a affiancata al mare; la “panchina delle discussioni filosofiche” in corso Imperatrice; il casinò e la scomparsa pasticceria Daetwyler in corso Matteotti; il cimitero della Foce dove sono sepolti i genitori Mario ed Eva; piazza Muccioli dove si trovava l’ex liceo Cassini frequentato dallo scrittore; piazza Nota con l’ex Municipio, oggi Museo civico.

Attraverso scalinate e strade in pendenza, seguendo antiche mulattiere, ci si inerpica poi alle spalle della città, da cui si aprono sconfinati panorami sul mare e la Corsica. Sono i luoghi di numerosi racconti, ma soprattutto del Sentiero dei nidi di ragno, romanzo giovanile con cui Calvino offre un omaggio al quartiere della Pigna, cuore della città vecchia, attraverso gli occhi immaginifici di un bambino.

Tra la Pigna e l’aperta campagna sorge Villa Meridiana, dove Mario Calvino, il padre, aveva realizzato una stazione sperimentale di floricoltura e dove lo scrittore visse fino ai 22 anni. Resa oggi irriconoscibile e soffocata dai palazzi, non ha perso tuttavia quell’aura che a tratti ricorda la villa di Ombrosa dei baroni Piovasco di Rondò nel Barone rampante.

Da qui ci si avvia nella campagna, seguendo la “strada di San Giovanni” narrata nell’omonimo racconto autobiografico e che ancora oggi si può ripercorrere seguendo le parole di Calvino, la stessa via che il padre imboccava la mattina presto per raggiungere il podere in località San Giovanni.

L’ultima sezione del libro è dedicata a quei luoghi disseminati nell’entroterra, raggiungibili in auto, custodi di memorie della Resistenza ed evocati nei racconti di Ultimo viene il corvo: Baiardo, il monte Ceppo, il passo della Mezzaluna, Bévera.

Più volte nel corso della guida emerge come la città narrata da Calvino, che “continua a saltar fuori” dalle sue pagine, sia tuttavia spesso trasfigurata dallo scrittore, rimodellata da immaginazione e ricordi. A questo si aggiungono le profonde trasformazioni intercorse nella città dal primo Novecento ad oggi, che il lavoro di ricerca storico-urbanistica dietro a questo libro cerca di ricostruire anche con l’ausilio di foto d’epoca.

Come per tutte le altre guide letterarie del Palindromo, chiude il libro la mappa allegata dei luoghi letterari menzionati. Stavolta però c’è un bonus: proprio il 1° marzo 2023 sono stati inaugurati a Sanremo 38 pannelli illustrativi, con tanto di QR Code che rimandano a contenuti aggiuntivi, per ripercorrere l’itinerario approfondito nella guida.

E ora non si dica che Sanremo non è una città turistica o che è solo la città del Festival!