«Porzione di terraferma completamente circondata dalle acque di un oceano, mare, lago, fiume, palude»: così recita il dizionario Treccani alla voce “isola“. Sarà per quel suo confine acquatico, che rende necessario un mezzo per raggiungerla, sia esso una barca, o un aereo, sarà per quell’instabilità che la contraddistingue, in mezzo a un elemento estraneo, eppure terra da vivere o abitare in qualche modo, ma l’isola è da sempre uno dei più grandi topos geografici della letteratura. Tra utopie e mostruosità, rifugi cui ambire e trappole da cui scappare, desideri e maledizioni, la gamma di esperienze isolane raccontate dalla letteratura nei secoli abbraccia tutte le differenti sfumature di senso che questa porzione di terra ha sempre suscitato nell’immaginazione e nel pensiero umano.

In questo arcipelago di isole da amare, da odiare, da scoprire e in cui trovarsi o perdersi Christian Delorenzo, già curatore dell’antologia Racconti di mare e tempesta, edita da Einaudi nel 2019, si è cimentato in una esplorazione letteraria variegata e curiosa. Nel mare stellato è la nuova raccolta di racconti, sempre edita da Einaudi, che saluta l’estate di un anno particolare, un 2020 in cui, complice il lockdown, il senso dell’isola, dell’isolamento e del confinamento con il suo côté di angosce, protezioni, minacce e conforto, è riemerso con inaspettata forza nell’immaginario comune, riportando a galla tanta letteratura sul tema. Una geografia nautica e metaforica che non smette di affascinare, pagina dopo pagina: dall’isola misteriosa di Verne al naufrago solitario Robinson Crusoe, navigando tra storie antiche e moderne, tra “isolitudini” (come si intitola l’Atlante letterario delle isole e dei mari di Massimo Onofri, La nave di Teseo) e “isolatrie” (Isolatria è il poetico Contromano Laterza firmato da Antonella Anedda), fino ai più recenti romanzi usciti in tempo di pandemia, come Le isole di Norman di Veronica Galletta (Italosvevo), ambientato a Ortigia, isola nell’isola.

Rifugio, minaccia, specchio: il sentimento dell’isola

Sarà perché l’isola è il luogo speciale dove convivono insieme forze di natura opposta: da un lato la tensione verso il rifugio, il desiderio di isolamento in un paradiso dove tutto – regole, tempi, relazioni – è diverso dalla terraferma; dall’altro l’incombere della soffocante minaccia che invita alla fuga, in uno spazio dove in realtà il confine è segnato come una condanna. L’isola in qualche modo chiama e costringe, si fa desiderare e insieme odiare: “il desiderio dell’isola è proporzionale all’angoscia” scrive Anedda, ed è infatti da qui che Nel mare stellato prende le mosse, dal sentimento strano dell’isola che prova il protagonista di un racconto David Herbert Lawrence, L’uomo che amava le isole.

Padrone di isole sempre più piccole e deserte in quel braccio di oceano noto come Mar Celtico, tra l’Irlanda e la Gran Bretagna, già di per sé isola da raggiungere per una boccata di socialità ogni tanto, il protagonista cerca quella serenità che tuttavia non riesce mai a trovare nemmeno in fazzoletti di terra isolati. È tormentato dai fantasmi dell’isola, dal suo silenzio e dalla sua soffocante presenza, dalla necessità ineluttabile di rapporti umani, tanto da rifugiarsi su una sorta di scoglio desolato a nord. Non c’è l’azzurro del Mediterraneo, delle sue isole di delicata bellezza, ma il rigore dell’inverno sull’oceano che esalta ancora di più in tutta la sua ambiguità il sentimento dell’isola.

Triangoli: dell’amore e delle sue forme sull’isola

È solo il primo atto di un “viaggio esistenziale in tre tappe” che si rispecchia nell’antologia Nel mare stellato: amore, delitti e orrore, paradiso in terra sono le tre tematiche che si ritrovano nelle sezioni. Il triangolo è quello amoroso, che sembra ripetersi in diversi racconti a spasso per le isole del mondo. C’è il racconto di Don DeLillo, che porta il lettore nella selvaggia giungla di un’isola caraibica. Il volo per la civiltà, per New York, continua a essere rimandato, la coppia protagonista non riesce a tornare, parte solo la ragazza, mentre nell’isola, lontano da tutto, restano lui e una misteriosa donna. Torniamo in Europa, all’Isola di Re, isola francese situata sullAtlantico, di fronte a La Rochelle e nota località turistica dove si manifesta con prepotenza il fenomeno delle maree. Sarà proprio per via dell’acqua, risalita rapidamente a invadere un relitto incagliato sulla sabbia, che il protagonista di Guy De Maupassant vivrà una rapida e struggente storia d’amore. C’è poi la Rodi di Agatha Christie, viaggiatrice per interesse archeologico del marito, solita all’esplorazione di luoghi mediorientali. Meta turistica classica del Dodecaneso greco, ombelico del Mediterraneo, è proprio a Rodi, isola italiana tra le due guerre, che si compie il delitto passionale che il geniale investigatore belga Hercule Poirot aveva predetto.

Rodi ©kirkandmimi, su Pixabay

Purgatori e salvezze: isole e fughe

C’è un altro famoso protagonista della letteratura poliziesca nell’arcipelago di racconti isolani che è Nel mare stellato. Padre Brown è infatti il protagonista di un racconto di delitti e vendette di Gilbert Keith Chesterton ambientato questa volta su una piccola isola di acqua dolce nella contea di Norfolk, Inghilterra orientale, dove si estende la rete di canali tra piccoli corsi d’acqua e laghi nota come Broads. Le isole sanno essere luoghi di attese, esperienze salvifiche, ma non certo perché paradisiache, anzi.

Ancora un viaggio oltre oceano: il marinaio-scrittore Conrad porta il lettore sulla foce di un fiume sudamericano alla scoperta della storia di un fuggiasco desideroso di mettersi alle spalle l’esperienza della colonia penale nelle isole du Salut, Isole della Salvezza, un piccolo arcipelago poco a largo della costa della Guyana Francese di cui fa parte l’Isola del diavolo, dove aveva sede il carcere. Si risale a nord, verso l’Ontario, con Alice Munro e la sua ragazzina protagonista di un’avventura estiva da “stipendiata” presso una famiglia sull’isola dal nome evocativo di Nausicaa. Un’esperienza che, proprio come il viaggio di Ulisse, saprà essere una piccola grande storia di formazione adolescenziale.

Il nero dell’abisso: isole dell’orrore

E poi ci sono le isole del mistero, a volte dell’orrore. Con Arthur Conan Doyle, per esempio, il lettore naviga verso l’Africa equatoriale approdando alla foce del fiume Ogouue, in Gabon. Lì si verificano episodi inquietanti che l’istinto e la paura sembrano poter far risalire a una creatura demoniaca. La razionalità dell’inventore di Sherlock Holmes risolverà il mistero, che tuttavia aleggia invece ancora nell’atollo oceanico del racconto di Herbert George Wells. Il protagonista è un naufrago, à la Robinson Crusoe, che sull’isola paradiso che lo salva si trova tuttavia a fare i conti con una creatura giunta dalla preistoria e pronta a sfogare su di lui i suoi istinti violenti.

Atollo nell’Atlantico © Larisa Birtha su Unsplash

Che dire della Nuova Zelanda dell’isola di fuoco dell’avventuriero Emilio Salgari? Un vulcano sommerso con un bacino di gas infiammabili che, evocando l’isola Ferdinandea del sud del Mediterraneo, appare e scompare, scatenando la sua ira di fuoco su pesci e navigatori, fantasma di fiamme nelle notti di navigazione. Altro avventuriero è Jack London, che conduce il lettore nelle isole Figi, nel sud Pacifico, a contatto diretto con una tribù di cannibali. Tanta irruenza e mostruosità culmina nella selezione di Delorenzo con il faro delle isole Sanguinarie, al largo della Corsica, dove Alphonse Daudet racconta la sua esperienza alla ricerca di fantasticherie e solitudine. Siamo davanti al golfo di Ajaccio, su «un’isola rossastra e dall’aspetto selvaggio» tra una torre genovese e un lazzaretto diroccato dove farsi suggestionare dal maestrale, dall’odore di rosmarino, di abbandono, dal nero dell’abisso.

South Sea Island, Isole Figi © Savir C su Unsplash

Il paradiso in mezzo al mare

Potrebbe sembrare strano, ma è di Edgar Allan Poe, maestro del gotico e spaventoso, un altro racconto fiabesco che rintraccia la «qualità fantasmatica» di una minuscola isola sperduta tra fiumi e laghi di montagna. Protagonista una creatura fatata nata dalla fantasia, emanazione dell’incanto del luogo. L’elemento magico, del resto, non manca nemmeno tornando sulla carta geografica reale, quella delle isole Hawaii, paradiso in cui Robert Louis Stevenson ambienta una strana storia di conchiglie che diventano dollari e mari stellati.

Non dalle sole paure sono abitate le isole, luoghi di incanto e paradisi per antonomasia, staccati da tutto il resto del mondo. Rifugi, paradisi terrestri, in mezzo all’azzurro del mare e a quello del cielo. Si parte da un’isola lacustre: siamo in Svizzera, a Bienne, o meglio sull’isola di Saint-Pierre, dove Jean-Jacques Rousseau trova un perfetto angolo di paradiso per sé e le proprie fantasticherie. Fuori dalla geografia reale, nello sterminato mondo della fantasia, ecco l’isola della Felicità, sorella dell’utopia più famosa, luogo fuori da spazio e tempo, e per questo paradisiaco. È il luogo di una fiaba, la prima della tradizione francese, pubblicata nel 1690 da Marie-Catherine d’Aulnoy.

È inedita la storia di Ernesto Franco che dalle isole tropicali e calde riporta il lettore-viaggiatore alle ventose e gelide Orcadi, a nord della Scozia. Ma il ritorno è quello al mare di casa, il Mediterraneo culla di storia e di storie, mare di isole, sempre affascinanti e misteriose, utopie sognate a cui approdare, da cui lasciarsi sedurre e alle cui grinfie angosciose sottrarsi, moderni Ulisse. Siamo così nell’Egeo di Julio Cortazár, dove l’isola è un miraggio intravisto dal finestrino di un aereo. Un sogno, o una fata morgana: chi può dirlo, la natura dell’isola è cangiante e affascinante come le mille declinazioni delle storie che vi sono ambientate.

Se volete fare fare un viaggio virtuale nelle isole protagoniste dei racconti del libro, proseguite su questo link in Google Earth. Buona esplorazione!

Il libro