Dal 5 maggio alla Biblioteca Braidense di Milano è possibile visitare una mostra incentrata sulla collezione di libri antichi e rari appartenuti a Umberto Eco, utili per comprendere il pensiero dello scrittore e sbirciare i testi, alcuni molto preziosi, a cui ha attinto come fonti per le sue opere.

Umberto Eco viveva in un appartamento di piazza Castello 13, a Milano, circondato da una sconfinata biblioteca composta da oltre 35.000 titoli moderni e 1328 titoli rari. In particolare questi ultimi erano conservati nel cosiddetto “Studiolo” ed erano intervallati da oggetti curiosi, come una sorta di moderna wunderkammer. Nel 2021 il patrimonio librario e l’archivio dello studioso sono stati ufficialmente acquisiti dal MiBACT: mentre la biblioteca moderna è andata in comodato d’uso all’Università di Bologna, lo Studiolo con i libri rari è stato affidato alla Biblioteca Braidense di Milano.

La biblioteca dei libri antichi, ribattezzata dallo studioso “Bibliotheca semiologica, curiosa, lunatica, magica et pneumatica”, è stata quindi ricostruita in una stanza accanto alla Sala manzoniana cercando di mantenere il più possibile la disposizione originaria. Purtroppo è accessibile solo agli studiosi, ma fino al 2 luglio 2022 tutti i visitatori della Braidense potranno averne un assaggio visitando la mostra “L’idea della biblioteca. La collezione di libri antichi di Umberto Eco alla Biblioteca Nazionale Braidense”.

Lo studiolo di Umberto Eco

La mostra è allestita nella grande Sala Maria Teresa e indaga l’interesse di Eco per le biblioteche, il suo rapporto con i libri antichi e l’importanza di alcuni testi, in particolare come fonti a cui attingere per la stesura delle sue opere. Nelle teche sono esposti un’ottantina di volumi, antichi e non, appartenuti allo studioso, più 19 della Braidense e uno proveniente dal Warburg Institute.

Il percorso si apre con due teche dedicate al Warburg Institute, centro di ricerca fondato dallo storico dell’arte Amy Warburg (1866-1929), studioso di alcuni aspetti della civiltà occidentale del quale Eco condivideva l’approccio interdisciplinare, la passione per le biblioteche e in particolare “la regola del buon vicino”, un criterio soggettivo secondo cui il libro di cui abbiamo bisogno è solitamente accanto a quello che stiamo cercando. Warburg infatti organizzava la sua biblioteca in modo tale che si instaurassero dialoghi fruttuosi tra libri e si creassero spazi di immaginazione e pensiero, stimolando l’esplorazione per analogia e la ricerca di quei legami invisibili tra libri diversi ma simili.

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Dopo alcune riflessioni sul pensiero moderno e l’arte della memoria, chiamando in causa alcune teorie della storica Frances Yates, il percorso procede incentrandosi sulle opere principali di Umberto Eco: si va da Il nome della Rosa al Il pendolo di Foucault, da L’isola del giorno prima a Baudolino, ma anche Il cimitero di Praga, La vertigine della lista, Storia delle terre e dei luoghi leggendari, Storia della bellezza, Storia della bruttezza. Tra i testi antichi presenti nelle teche che hanno contribuito ad arricchire l’immaginario e lo sconfinato patrimonio culturale di Eco ci sono il De Umbris Idearum di Giordano Bruno (1572), il De Arte Cabalistica di Johann Reuchlin (1561); l’Atalanta fugiens (1617) di Michael Maier, raccolta di discorsi filosofici, illustrazioni e brani musicali dal carattere alchemico; il De Gestis Friderici (1515) di Ottone di Frisinga, a cui Eco attinge per narrare le vicende di Federico I Barbarossa in Baudolino; il Liber Chronicarum cum Figuris (1493) di Hartmann Schedel, con vedute geografiche di città reali e fantastiche e illustrazioni a cui lavorò anche Albrecht Dürer; una copia di Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna, pubblicato nel 1499 a Venezia da Aldo Manuzio, uno dei libri più importanti del Quattrocento.

Non mancano ovviamente edizioni di libri più moderni, da Le mille e una notte a Il conte di Montecristo, fino al Corriere dei Piccoli e Topolino.

Atalanta fugiens di Michael Maier
Geheime Figuren der Rosenkreuzer (1785)
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La mostra si può visitare fino al 2 luglio 2022. L’ingresso è gratuito ma è necessaria la prenotazione online su questo sito (selezionando “Ingresso Mostra”).