Fino al 16 giugno 2023 c’è la possibilità di visitare gratuitamente la mostra temporanea Il racconto di Milano – Libri e narratori dal 1900 a oggi. Si tratta di un allestimento in cinque sezioni che ripercorre la storia della città attraverso le opere di narrativa a cui ha fatto da sfondo.

In mostra ci sono tanti libri sfogliabili (e qualche documento autografo) accompagnati da schede che aiutano a contestualizzare le opere e a ricostruire i principali eventi che hanno segnato la Milano dell’ultimo secolo.

Nel complesso emerge come la città, pur essendo il principale polo dell’editoria italiana dove hanno lavorato tanti scrittori e intellettuali come Montale e Vittorini, non abbia avuto un ruolo di spicco nella narrativa novecentesca. O meglio, Milano compare come scenografia di svariati romanzi, anche di autori molto noti, ma spesso si tratta di opere minori. Un esempio su tutti: Umberto Eco vi ambienta un unico romanzo, Numero zero, di certo non il suo più conosciuto.

Nella sala principale si parte dall’allestimento dedicato alla Milano di inizio Novecento, dove non può mancare Addio alle armi di Ernest Hemingway, uno dei pochi titoli di scrittori stranieri che hanno scelto come sfondo questa città (contrariamente a quanti invece l’hanno amata, da Stendhal e Mark Twain), per poi passare alla sezione dei “Vent’anni neri”, con i libri pubblicati tra le due guerre, dove si trovano opere di Gadda, Vittorini (Uomini e no), De Angelis, Bacchelli, Savinio e Liala.

La sezione più significativa è probabilmente quella che dedicata ai romanzi pubblicati a partire dagli anni Cinquanta, dove la città diventa sempre più protagonista, non un mero sfondo: non solo Gadda, ma anche Testori, Buzzati, Bianciardi, Ortese, Simonetta. Pochi passi più in là si viene attratti dal vistoso angolo tappezzato con un drappo rosso: è la sezione dedicata agli Anni di piombo, un decennio che ha inizio con le proteste del Sessantotto e la bomba di piazza Fontana e che prosegue con violenti scontri ed efferati fatti di sangue. Una sezione in cui prevalgono i reportage e le inchieste, da Cederna (imprescindibile il suo pamphlet Pinelli), Pasolini (Teorema), Castellaneta (Ombre, La paloma) a Deaglio (La bomba), Stajano (Un eroe borghese) e Tobagi (Come mi batte forte il tuo cuore).

locandina della mostra Il racconto di Milano

L’allestimento si chiude con la sezione dedicata agli ultimi due decenni del secolo, con opere di Eco, De Carlo, Veronesi, Pontiggia, Castellaneta e altri, in cui emerge una città contraddittoria ritratta in particolare durante il periodo della “Milano da bere” e in quello degli scandali di Tangentopoli.

Prima di lasciare la stanza principale, da notare l’angolino manzoniano, un piccolo squarcio ottocentesco che mostra come Don Lisander riaffiori sempre, volente o nolente, anche nella narrativa novecentesca. Non passano inosservati poi il lunghissimo libro a fisarmonica con la skyline di Milano (Ecco Milano di Matteo Pericoli) e la sagoma del Duomo ricostruita con enormi matitone colorate.

Si prosegue poi nella stanza dedicata ai giallisti e ai contemporanei, i quali attestano una crescente presenza di Milano come ambientazione nelle opere di narrativa dei primi anni Duemila. Tra i libri esposti, oltre ai vari gialli (Biondillo, Crapanzano, Tuzzi, Steffenoni, Crovi, Villani) si trovano anche guide tematiche come percorsi sentimentali o passeggiate a ritmo lento, mentre al centro della stanza un grande televisore mostra in loop alcuni spezzoni di film ambientati in città, immediata testimonianza dei profondi cambiamenti intercorsi a Milano in pochi decenni.

L’ultima stanza è dedicata ai libri di fotografia. Sono tanti gli artisti che con i loro scatti hanno congelato momenti di vita cittadina. Milano risulta di grande ispirazione per l’obiettivo, più di tante altre città d’arte italiane: oltre alle monografie di Mario De Biasi, Virgilio Carnisio, Francesco Radino, Gabriele Basilico, tra tutti si consiglia di adocchiare e sfogliare Milano. Luoghi e persone di Uliano Lucas, un libriccino di carta opaca che con le sue foto essenziali in bianco e nero rappresenta una città ombrosa, malinconica, ormai dissolta nel tempo.

Cos’è la Kasa dei Libri

La Kasa dei Libri è uno spazio culturale ospitato in tre appartamenti di un condominio nel cuore del quartiere Isola, a pochi passi dal grattacielo della Regione Lombardia e dal Bosco Verticale. Fondata dallo scrittore e professore universitario Andrea Kerbaker (da qui la “K” di “Kasa”), proprietario anche del Kapannone dei Libri (uno spazio culturale ad Angera, in provincia di Varese), la Kasa dei Libri organizza periodicamente mostre e attività culturali.

La mostra Il racconto di Milano – Libri e narratori dal 1900 a oggi è aperta fino al 16 giugno dal lunedì alla domenica, ore 15-19. L’ingresso è gratuito.
Indirizzo: Largo Aldo de Benedetti 4, Milano
Sito: Kasa dei Libri