C’è un nuovo commissario pronto a cacciarsi nei guai tra i profumi, i colori, le sensazioni e i sapori accoglienti che solo il sud della Francia è capace di regalare. Con Madame le commissaire e l’inglese scomparso (Beat, 2021) Pierre Martin, pseudonimo misterioso come il passato del suo personaggio, dà vita a una commedia gialla venata di noir che ha i suoi punti di forza nella costruzione dei protagonisti e dei loro aiutanti, nella trama, da cavalcare con curiosità crescente, e nell’ambientazione.

Siamo infatti a Fragolin, immaginaria cittadina della reale regione francese Provence-Alpes-Côte d’Azur. Isabelle Bonnet, la poliziotta protagonista, è in vacanza nei luoghi della propria infanzia per cercare di staccare dai fatti recenti che l’hanno coinvolta a Parigi e per fare chiarezza sulla morte dei genitori, avvenuta quando lei era bambina. Tra onnipresente aroma di lavanda portato dal vento, rilassanti nuotate nel mare cristallo dell’isola Porquerolles, code nel traffico della gremita Saint-Tropez, fughe nei boschi e invidiabili cene provenzali innaffiate di vino locale, l’avventurosa vicenda del romanzo si mescola al fascino di una geografia che tiene insieme natura e turismo di massa, storie antiche, tradizione e gusto del savoir vivre.

«Lì, nel dipartimento rurale del Var, bisognava imparare a essere pazienti. Ci voleva il tempo che ci voleva, e dal quel rallentamento si potevano ricavare anche aspetti positivi».

Dentro un acquerello

Fragolin non esiste, eppure appare limpida nella mente del lettore. Siamo in Provenza, patria dei primi trovatori e della lingua d’oc, terra di sud, con i suoi colori accesi e la sua gente dai modi disinvolti e socievoli. È lì che sorprendiamo Isabelle nella scena di apertura di Madame le commissaire: l’aria è satura di lavanda, le cicale impazzano, il paesaggio si apre nella sua luce provenzale che con così tanta maestria Paul Cézanne ha saputo restituire nei suoi dipinti. La Provenza è tutta giochi di luci e colori che si abbracciano: la terra ocra degli altopiani, il lilla-blu della lavanda, nei suoi sterminati campi, l’azzurro intenso del mare all’orizzonte, «lo strano velo argenteo steso su tutto».

Immaginario villaggio nel dipartimento del Var, Fragolin si trova, come chiarisce l’autore, «nell’arrière-pays, l’entroterra della Costa Azzurra nel Massif des Maures, in mezzo a boschi di querce da sughero e castagneti». La conformazione del territorio è così speciale da collocare questo borgo, universale costruzione di un borgo dell’entroterra del Var, a ridosso della costa, raggiungibile in breve tempo, ma al riparo dalle caotiche località della Costa Azzurra affollate di turisti. Un posto tranquillo, insomma: un villaggio dove scoprire il buon vivere tra natura e piaceri della vita. Come scoprirà Isabelle suo malgrado, il crimine può arrivare anche in un posto così. L’importante, però, è ritagliarsi il tempo per continuare a godere della bellezza intorno: andare a un concerto ad Aix-en-provence, scoprire la romana Draguignan col suo centro storico, o magari partecipare a una partita di pétanque, la variante provenzale delle bocce con il suo lancio a piedi immobili, les pieds tanqués.

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Lavanda in Provenza ©pixabay.com

Il sentiero della chartreuse

Dalla sua posizione nell’entroterra del distretto, Fragolin permette di raggiungere un monastero che Isabelle ha visitato col padre nell’infanzia. L’autore ci fa sapere che «dal sentiero che attraversava il Massif des Maures si godevano splendidi panorami», ma non ci dice molto della chartreuse le cui rovine disfano i ricordi della protagonista lasciando invece spazio a «un complesso monastico ricostruito in modo dispendioso e gestito da suore, con un negozio all’ingresso». Il luogo mantiene, tuttavia, una sua magia speciale. Si può immaginare si tratti della realmente esistente Chartreuse de la Verne, monastero certosino immerso nei boschi di castagni raggiungibile con una suggestiva strada panoramica che parte da Collobrières. Un luogo di pace e tranquillità che incarna un certo spirito di questa regione di colori forti e contrasti altrettanto carichi: il monastero è originario del dodicesimo secolo, dagli anni Ottanta del Novecento è stato sottoposto a restauro, ecco dunque perché Isabelle non ritrova più i luoghi della sua infanzia ma un monumento restituito all’antico splendore, seppure con qualche simpatia commerciale e turistica che lei non apprezza.

Imbottigliati verso Saint-Tropez

Luogo paradisiaco meta di vacanzieri che amano le spiagge e la movida estiva della Costa Azzurra, Saint-Tropez diventa presto per Isabelle un luogo di indagini. Si ritrova così imbottigliata in un ingorgo automobilistico verso la cittadina balneare presa d’assalto da turisti e vip, e ne approfitta per sfogliare una guida e diventare lei stessa vacanziera. Set per famosi film con Roger Vadim e Brigitte Bardot, Saint-Tropez deve la sua fama anche ai divi dello schermo.

Nasce in realtà come villaggio di pescatori già apprezzato nel diciannovesimo secolo da Guy de Maupassant, e poi da scrittrici come Colette, Françoise Sagan, Juliette Gréco. È probabile che proprio questa attrazione per il luogo, di per sé incantevole, abbia contribuito a stratificare nel tempo il mito di “Saint-Trop”, trasformato come tutti i claim da cartolina in un paniere di stereotipi e yacht di lusso. Isabelle cavalca la polemica, ricordando attraverso la sua lettura della guida turistica che nel villaggio si trovano anche la collezione d’arte del Musée de l’Annonciade, il cimitero dei marinai o la vista sul massiccio dell’Estérel dal Cimetière Marin.

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Saint-Tropez ©pixabay.com

Una gita a Porquerolles

Hyères è una  nota località marina del Var provenzale. Del comune fanno le omonime isole Hyères, arcipelago dove oltre a tanti isolotti e scogli a picco sul blu del Mediterraneo spiccano le isole più grandi: Porquerolles, il centro principale, Port-Cros, oggi riserva marina e Ile du Levant, la più estesa. Con una citazione letteraria che strizza l’occhio a uno dei grandi autori di lingua francese, Pierre Martin fa ricordare a Isabelle Georges Simenon, che proprio a Porquerolles aveva trascorso alcuni anni, ambientando lì anche una delle indagini del celebre Maigret (Il mio amico Maigret). È dunque Simenon a sottolineare la bellezza dell’isola, definita “distaccamento terreno del paradiso”.

«Porquerolles aveva qualcosa in comune con un croissant. L’isola al largo della costa di Hyères, la più grande delle cosiddette Isole d’Oro, era infatti curva come un cornetto della colazione. A nord aveva pittoresche spiagge sabbiose che ricordavano i Caraibi, a sud la costa rocciosa si tuffava ripida nel mare».

A Porquerolles si arriva in pochi minuti di traghetto dalla penisola di Giens, nei pressi dell’antica fortezza La Tour Fondue, mentre sull’isola è possibile noleggiare biciclette, proprio quel che faranno Isabelle e Thierry, sindaco di Fragolin che la poliziotta avrà modo di conoscere molto bene. Perfetta per gli amanti delle due ruote, l’isola è ricoperta di ciclabili da scoprire assaporando i profumi del Mediterraneo: piante e fiori profumati che mescolano il loro odore alla salsedine e agli aromi provenzali. Isabelle ne è stordita, e con tutta certezza anche i numerosi turisti che a Porquerolles cercano la spiaggia di Notre-Dame, una delle più belle.

La gita dei due è un’occasione per ricordare la storia speciale dell’isola, acquistata negli anni Venti del Novecento da François-Joseph Fournier, imprenditore che regalò Porquerolles alla moglie. I due trascorsero lì i loro anni migliori fino alla morte di Fournier, dopo la quale la proprietà si sgretolò. Oggi, seppure i discendenti della famiglia vivano ancora in questo angolo di bellezza in mezzo al mare, l’isola è per lo più di proprietà dello Stato, e in gran parte riserva naturale.

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Porquerolles ©pixabay.com

Scoprendo la Costa Azzurra

Nell’intento di non perdere del tutto la sua curiosità da vacanziera, Isabelle si concede alcune visite più o meno di lavoro. Si reca per esempio a Cannes, dove ripercorre la celebre Croisette, dal porto vecchio fino al Palazzo dei Festival, osservando la lunga spiaggia e l’infilata di alberghi celebri. Le viene persino in mente l’incontro magico, avvenuto proprio lì, tra il principe Ranieri di Monaco e Grace Kelly, attrice hollywoodiana destinata a diventare principessa, ma ancora prima attrice protagonista in Caccia al ladro, film firmato Hitchcock ambientato proprio in Costa Azzurra.

Il capo della poliziotta, da Parigi, la esorta a spostarsi a Saint-Paul-de-Vence e alle isole di Lérins, località a pochi chilometri da Nizza. Proprio lì, nell’isola di Sainte-Marguerite, pare fu imprigionato il fratello del re Luigi XIV, noto come “la maschera di ferro”. A Saint-Paul Isabelle visiterà invece con Thierry la Fondazione Maeght, museo privato di arte moderna e contemporanea, attivo dagli anni Sessanta.

Un delitto, infine, porta Madame Commissaire tra le spettacolari scogliere di roccia della costa provenzale, dove si estende il Massif de l’Estérel che separa il Var dalle Alpi Marittime. Come le famose Calanques di Marsiglia, altre insenature vertiginose e dai panorami mozzafiato si trovano anche sulla costa scoscesa tra Cassis e La Ciotat, da visitare percorrendo la spettacolare Route des Crêtes a picco sulle scogliere che affacciano sul blu intenso del mare.

Le scogliere di Cassis ©pixabay.com
Madame le commissaire e l’inglese scomparso
Luogo: Provenza
Titolo: Madame le commissaire e l’inglese scomparso
Autore: Pierre Martin
Editore/Anno: Neri Pozza, 2021
Genere: Narrativa