Ciò che sorprende del Museo dell’Innocenza è che per la prima volta ci troviamo di fronte a un museo interamente costruito su un libro. E a un libro che a sua volta è nato contemporaneamente alla costruzione del suo museo.

Aperto nel 2012 nel quartiere Çukurcuma di Istanbul, in cui nel romanzo vive la protagonista femminile, è allestito su tre piani dove in ognuna delle 83 teche, una per ciascun capitolo, si ripercorre la vicenda del romanzo attraverso gli oggetti menzionati.

A Milano, nella Casa museo Bagatti Valsecchi è visitabile fino al 24 giugno 2018 una parte di questo museo, ricreata sotto la supervisione dello scrittore.

Il romanzo stesso è la costruzione del Museo dell’innocenza: il protagonista (facendosi portavoce di Pamuk) ci racconta, parallelamente alla sua tormentata vicenda, come ha collezionato tutti i pezzi – spiegando il loro significato – per formare il museo così come lo vediamo oggi.

Ma facciamo un passo indietro.
Di cosa parla Il museo dell’innocenza di Orhan Pamuk?

Il romanzo

Siamo a Istanbul negli anni Settanta. Kemal Basmacı, giovane di famiglia ricca e progressista, si innamora Füsun, sua lontana parente e socialmente molto inferiore a lui, ma è già promesso a Sibel. Dopo il matrimonio di Füsun con un altro uomo, Kemal, disperato per aver perso la sua amata, continua a farle visita per nove anni, raccogliendo oggetti che mantengono vivo il suo ricordo.
A seguito di alcune drammatiche vicende, Kemal deciderà di allestire un museo per raccontare la storia di Füsun, creando un tempio dedicato all’amore eterno per lei.

Il romanzo è un’opera monumentale, a volte anche farraginosa in alcuni passaggi; ma oltre a raccontare la storia di Kemal, traccia il ritratto di un paese, la Turchia, e soprattutto di una città, Istanbul, nell’arco di un ventennio. Un viaggio letterario all’interno di una capitale in continua trasformazione, evocata con la potenza delle immagini: gli scorci malinconici sul Bosforo, i piccoli cinema popolari, i locali opulenti, le stradine strette dei quartieri periferici e i vialoni eleganti di quelli borghesi…

©pixabay.com

Il manifesto di Pamuk

Nel Museo dell’innocenza lo scrittore espone la sua concezione di museo, un luogo “dove il tempo diventa spazio”. I grandi musei presentano la storia di una nazione, ma nel mondo moderno abbiamo sempre più bisogno di musei che raccontano le storie dei singoli individui, vicende più ricche, umane e gioiose di quelle delle grandi comunità. Così come i grossi musei sono poemi epici che narrano le gesta di antichi re, i musei moderni dovranno essere come romanzi, più piccoli, più “personali”, a misura d’uomo.

I piccoli musei nelle strade secondarie delle città europee mi portarono a capire che i musei, proprio come i romanzi, possono raccontare la storia di un singolo individuo. […] I musei devono esplorare ed esprimere l’universo e l’umanità dell’uomo nuovo e moderno.

Da Un modesto manifesto per i musei di Orhan Pamuk

La Casa museo Bagatti Valsecchi

La casa museo, che ospita fino al 24 giugno la mostra, fu creata alla fine del XIX secolo dai fratelli Fausto e Giuseppe Valsecchi, i quali decisero di realizzare una dimora ispirata al Rinascimento pur dotandola di tutte le tecnologie avveniristiche che stavano nascendo all’epoca, dal riscaldamento alla luce elettrica.

Così si sfila nelle stanze riccamente arredate: dalle camere da letto, con quadri cinquecenteschi e dettagli accurati, al maestoso salone con imponenti lampadari, dominato da mobili in legno massiccio; dalla biblioteca, con preziosi globi cinquecenteschi, alla galleria delle armi, un’impressionante collezione di spade, alabarde e armature, che secondo i fratelli erano più funzionali all’evocazione del Rinascimento rispetto alle successive armi da fuoco.

Gli eredi continuarono ad abitare la casa fino al 1974, anno in cui fu costituita la Fondazione Bagatti Valsecchi. Il museo è stato poi aperto al pubblico nel 1994 ed è oggi una delle più apprezzate e meglio conservate case museo d’Europa.

Perché allestire il “Museo dell’innocenza” proprio al Museo Bagatti Valsecchi?

È uno dei cinque musei preferiti di Orhan Pamuk, che è venuto più volte a Milano a visitarlo, così come il protagonista della sua storia, il quale crea il suo museo ispirandosi anche a quello milanese.

Per Pamuk il museo moderno deve essere soprattutto l’espressione di un individuo, non di un potere politico o sociale, quindi in questa ottica solo le case museo sono “veri musei”, perché qui la collezione parla del personaggio che l’ha creata. In quest’ottica, l’incredibile casa museo allestita dai fratelli Bagatti Valsecchi funge da cassa di risonanza per il Museo dell’innocenza di Pamuk.

Le teche del Museo dell’Innocenza ©turismoletterario.com
Le teche del Museo dell’Innocenza ©turismoletterario.com
Le teche del Museo dell’Innocenza ©turismoletterario.com

La mostra a Milano durerà fino al 24 giugno 2018, ma il Museo dell’innocenza è allestito in modo permanente a Istanbul. Se avete l’opportunità di visitarlo in Turchia, non dimenticate di portare il libro: vi varrà un ingresso gratuito.

“Amore, musei, ispirazione”, mostra al Museo Bagatti Valsecchi
Indirizzo: via Gesù 5, Milano
Orari: dal martedì alla domenica, 13-18. Chiuso il lunedì.
Sito: museobagattivalsecchi.org

Museo dell’Innocenza a Istanbul
Indirizzo: Çukurcuma Caddesi, Dalgıç Çıkmazı n° 2.
Orari: dal martedì alla domenica, 10-18. Venerdi 10-21. Chiuso il lunedì.
Sito: masumiyetmuzesi.org

Casa Museo Bagatti Valsecchi ©turismoletterario.com

Il libro

Il museo dell'innocenza
Luogo: Istanbul
Titolo: Il museo dell'innocenza
Autore: Orhan Pamuk
Editore/Anno: Einaudi, 2008 (1° ed. it.)
Genere: Narrativa