Caffè Garibaldi

Autori correlati: Umberto Saba, Giani Stuparich, Pierantonio Quarantotti Gambini
All’epoca di Saba questo caffè si chiamava “Caffè Municipio” e si trovava in piazza Grande (oggi piazza Unità d’Italia). Il poeta Umberto Saba lo frequentava spesso e qui si incontrava con Silvio Benco, uno scrittore e giornalista de “Il Piccolo”.
Anche Giani Stuparich parla del locale nelle pagine di Trieste nei miei ricordi (“Quel tavolo del Caffè Garibaldi, sotto il municipio, tra le sette e le nove di sera degli anni che seguirono all’altra guerra è passato alla storia. Trieste non ebbe forse mai un affiatamento di spiriti così vasto.”), ricordando tra i clienti abituali altri nomi noti come James JoyceItalo SvevoVirgilio Giotti.
Anche Quarantotti Gambini descrive il caffè nella sua opera Luce di Trieste: “Ancora ragazzetto, intorno al 1924-25, ogni qual volta mi avveniva di passare di sera davanti ai cristalli del Caffè Garibaldi, non riuscivo a fare a meno di gettare un’occhiata nell’ultima saletta, a destra, dove, sotto il grande e bel ritratto di Garibaldi in piedi e in camicia rossa, vedevo radunati alcuni signori”.
Indirizzo: piazza Unità d’Italia 5 (già Piazza Grande), Trieste

Caffè Latteria da Walter

Autori correlati: Umberto Saba
Questo locale storico, aperto sin dai primi del Novecento, era spesso frequentato da Umberto Saba che lavorava nella libreria antiquaria proprio di fronte, la stessa che oggi porta il suo nome. 
Indirizzo: via San Nicolò 31, Trieste

Caffè Stella Polare

Autori correlati: James Joyce
Il Caffè “Stella Polare”, frequentato da intellettuali e commercianti triestini e stranieri, risale al 1865: il primo stabile nel quale si trovava fu però demolito e il locale trasferito nella sua attuale posizione. 
Originariamente era arredato secondo la foggia dei locali austro-ungarici, ovvero con specchi e decorazioni di stucchi. James Joyce era solito frequentare il locale tra il 1907 e il 1908: testimonianza è il diario del fratello Stanislaus che ricorda il fratello in questo caffè, mentre gli leggeva racconti e brani tratti da Portrait of the Artist as a Young Man.
Indirizzo: via Dante Alighieri 14 (già via Sant’Antonio), Trieste

Caffè San Marco

Autori correlati: James Joyce, Claudio Magris
Aperto il 3 gennaio 1914, era frequentato da intellettuali triestini e irredentisti. Per un periodo forse fu anche frequentato da James Joyce, che all’epoca viveva in via Bramante, ma non vi sono prove certe (a giugno dello stesso anno Joyce lascerà la città) .
In tempi più recenti anche lo scrittore Claudio Magris, avventore del locale, ne scrive in Microcosmi: “Il San Marco è un vero Caffè, periferia della storia contrassegnata dalla fedeltà conservatrice e dal pluralismo liberale dei suoi frequentatori”.
Indirizzo: via Cesare Battisti 18, Trieste

Caffè degli Specchi

A dare il nome al locale sono i numerosi specchi che originariamente erano affissi alle pareti di cui oggi ne rimangono solo pochi esemplari, alcuni ancora esposti nel locale.
Il Caffè venne inaugurato nel 1839 in quella che all’epoca era Piazza Grande (oggi Piazza Unità d’Italia), al pianterreno di Palazzo Stratti. Pochi anni dopo fu costretto a chiudere per problemi di carattere finanziario, quando l’intero palazzo fu ceduto da Niccolò Stratti alle Assicurazioni Generali, e fu riaperto nel 1846 dal greco Nicolò Privolo. Da Privolo passò nelle mani di Antonio Cesareo (già proprietario del Caffè Stella Polare) e Vincenzo Carmelich nel 1884 che apportarono alcune migliorie come l’introduzione della corrente elettrica. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu utilizzato dall’esercito come alloggio e magazzino e dal 1945 divenne il quartier generale della marina britannica e, fino al 1954, l’accesso ai triestini fu consentito solo se accompagnati da un militare britannico. 
Indirizzo: piazza Unità d’Italia 7, Trieste

Pasticceria “Pirona”

Autori correlati: James Joyce
La storia di questa pasticceria risale al 1900, quando fu fondata da Alberto Pirona. Era frequentata da letterati e scrittori, tra cui lo stesso Joyce che per due anni, dal 1910 al 1912, visse quasi di fronte, nella stessa via al numero 32 (oggi via Oriani 2, sopra la Farmacia Picciòla). Joyce sedeva spesso ai tavoli fuori della pasticceria e amava particolarmente il tipico dolce “presnitz”, il morbido tortiglione di pasta sfoglia ripieno di frutta secca.
Dalla fine degli anni ’80 non appartiene più alla famiglia Pirona ma viene rilevata dalla famiglia De Marchi che nel marzo 2017 termina la gestione. La pasticceria cessa l’attività rischiando di essere smantellata e che vadano dispersi i suoi arredi originali in stile Liberty. Fortunatamente nell’ottobre 2017 arriva il vincolo della Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia che dichiara di interesse culturale la Pasticceria, evitando così il cambio d’uso e lo smantellamento degli arredi. La pasticceria rimane chiusa fino a luglio 2019 quando riapre i battenti grazie alla gestione dalla famiglia Viezzoli che mantiene intatta la tradizione continuando a produrre il tipico “presnitz”.
Oggi nella vetrina si trova una pregevole scultura in terracotta che raffigura James Joyce a opera del triestino Giorgio Delben.
Indirizzo: largo della Barriera Vecchia 12, Trieste

Caffè Tommaseo

Autori correlati: Umberto Saba
Il caffè fu fondato dal padovano Tomaso Marcato nel 1830 e all’epoca prendeva il nome del proprietario, “Caffè Tomaso”. Il locale fu decorato dal pittore Giuseppe Gatteri con alcune specchiere provenienti dal Belgio e Marcato introdusse per la prima volta in città il gelato. Il locale fu rinominato nel 1848 in onore dello scrittore e patriota italiano Niccolò Tommaseo e una targa oggi ricorda la centralità di questo luogo per la nascita del movimento irredentista: “Da questo Caffè Tommaseo, nel 1848, centro del movimento nazionale, si diffuse la fiamma degli entusiasmi per la libertà italiana”.
Quando nel 1858 fu ucciso dagli austriaci il patriota Gugliemo Oberdan, esponente dell’irredentismo italiano, il caffè fu costretto a riacquisire il nome originario, ma tornò a chiamarsi “Caffè Tommaseo” quando nel 1918 Trieste fu ufficialmente annessa all’Italia.
Negli anni questo luogo è stato frequentato da numerosi intellettuali come Joyce, Svevo, Stuparich e altri; Saba parla del suo buonissimo gelato al pistacchio in una lettera a Nora Baldi del 21 dicembre 1953.
Indirizzo: piazza Nicolò Tommaseo 4c, Trieste

Caffè Tergesteo

Autori correlati: Umberto Saba
Nato nel 1863 e sito oggi all’interno della Galleria Tergesteo (che quando aprì il caffè ancora non esisteva), a pochi passi dal Teatro Verdi, è caratterizzato dalle vetrate che raffigurano alcuni momenti storici della città di Trieste. Purtroppo a causa dei lavori di ristrutturazione, ha perso quasi completamente la sua atmosfera originaria. Il poeta Umberto Saba, avventore del locale, gli dedicò una poesia pubblicata nella raccolta Canzoniere
“Caffè Tergeste, ai tuoi tavoli bianchi
ripete l’ubbriaco il suo delirio;
ed io ci scrivo i miei più allegri canti.”
Indirizzo: piazza della Borsa 15, Trieste

Ex Caffè Fabris

Autori correlati: Italo Svevo
Dove oggi si trova il ristorante Ex Galleria Fabris, un tempo era sito il Caffè Fabris, menzionato in Senilità, frequentato da Svevo e altri intellettuali. Aperto nel 1857, fu uno dei primi esercizi commerciali dotato di telefono.
Indirizzo: via Caserma 9 (oggi piazza Dalmazia 4), Trieste