Indirizzo: salita della grotta 20, Napoli
Ingresso: gratuito
Orari: aperto tutti i giorni eccetto martedì, ore 8.45-14.45
Sito: polomusealecampania.beniculturali.it

Il Parco della Tomba di Virgilio o Parco Vergiliano si trova a Piedigrotta, nei pressi della stazione Mergellina, dietro la chiesa di Santa Maria di Piedigrotta.
Il parco sorge intorno ad una costruzione sepolcrale di età augustea che è stata individuata come probabile tomba di Virgilio, il poeta romano morto a Brindisi nel 70 a.C. Alla morte del poeta, il luogo è divenuto meta di pellegrinaggi letterari già in epoca romana, come  StazioPlinio il Giovane e Silio Italico, e nei secoli successivi Boccaccio e Petrarca. Di quest’ultimo è infatti una delle due iscrizioni che compaiono sul monumento virgiliano, mentre l’altra è un epitaffio attribuito al poeta romano stesso: “Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc Parthenope; cecini pascua rura duces” [trad. “Mi ha generato Mantova, la Calabria (il Salento) mi rapì la vita, ora mi custodisce Napoli; cantai pascoli (le Bucoliche), campagne (le Georgiche), comandanti (l’Eneide)]”.

Il parco fu istituito nel 1930, dopo una serie di lavori di risanamento e consolidamento per recuperare l’area dal degrado, ed è in seguito diventato monumento nazionale.

In tutta l’area del parco si trovano una serie di iscrizioni, lapidi, monumenti che documentano la ricca storia del luogo. Tra cui:
– l’edicola in piperno fatta erigere da Pietro d’Aragona nel 1668 che contiene alcuni riferimenti alla tomba di Virgilio poco distante;
– un’iscrizione che cita alcuni versi del terzo canto dei Paralipomeni della batrachiomachia di Leopardi, probabilmente installata nei primi del Novecento;
– un busto di marmo che ritrae Virgilio donato dagli studenti di lettere latine dell’American Academy League of Ohio nel 1930, in occasione del bimillenario della nascita del poeta;
– la lapide sepolcrale di Leopardi, inizialmente posta nella chiesa di San Vitale dove fu sepolto il poeta alla morte, realizzata da Costantino Bighercomer su progetto di M. Ruggiero e risalente al 1844. Su di essa è scolpita un’epigrafe di Pietro Giordano e alcune figure allegoriche di animali;
– specie floreali e arbustive accompagnate da targhe in ceramica con citazioni tratte dalle opere di Leopardi e Virgilio che citano tali specie.

Giacomo Leopardi

Tra coloro che vennero a porgere omaggio al poeta latino, ci fu anche Giacomo Leopardi il quale morì a Napoli nel 1837 e fu sepolto inizialmente nella chiesa di San Vitale a Fuorigrotta, per poi essere traslato il 22 febbraio 1939 all’interno del parco, in un monumento eretto per l’occasione che segue lo stile dell’architettura fascista tipica degli anni Trenta del Novecento.

Crypta Neapolitana

Nei pressi del colombario, si trova anche l’ingresso della Crypta Neapolitana, una grotta di circa 700 metri scavata nel tufo che collegava Neapolis a Pozzuoli, realizzata in epoca romana da Lucio Cocceio Aucto per volere di Marco Vipsanio Agrippa, che rimase in uso fino alla fine dell’Ottocento, quando fu aperta la nuova galleria delle Quattro Giornate.

Ad essa è legata la curiosa leggenda secondo la quale a scavarla fu proprio Virgilio in una sola notte grazie ai suoi (fantomatici) poteri magici. In Itinerarium ad sepulcrum Domini Francesco Petrarca rende noto un aneddoto a riguardo: quando si recò dal re Roberto d’Angio durante il suo viaggio a Napoli, il re gli chiese cosa ne pensasse della questione. Il poeta rispose: “Non mi è mai capitato di leggere che Virgilio fosse un tagliapietre”.

La crypta viene menzionata spesso negli autori di epoca romana, da Strabone a Seneca e Petronio. Più recentemente è stata visitata e menzionata da PetrarcaBoccaccioGoetheDumas (il quale scrisse: “Fummo impressionati dall’abominevole puzzo di olio emanato dai sessantaquattro lampioni accesi in quella grande tana”).

Goethe sul suo diario italiano scrisse in data 27 febbraio 1787:
[…] oggi  mi  sono  dato  alla  pazza gioia, dedicando tutto il mio tempo a queste incomparabili bellezze. […] Questa sera ci siamo anche recati alla  Grotta  di  Posillipo,  nel  momento in cui il sole, tramontando, passa coi suoi raggi fino alla parte opposta