A Bassano del Grappa, al piano terra della quattrocentesca Villa Ca’ Erizzo è ospitato il Museo Hemingway e della Grande Guerra.

Per raggiungerlo bastano una quindicina di minuti a piedi dal ben noto Ponte Vecchio progettato da Palladio, tenendo il Brenta sempre a sinistra. Nell’ultimo tratto del viale alberato, il cartello “Lungobrenta Ernest Hemingway” ci annuncia sottilmente che il museo è ormai vicino. Basta infatti alzare lo sguardo per avvistare a poche centinaia di metri il grande stemma araldico affrescato sulla facciata di Villa Ca’ Erizzo.

museo hemingway a bassano del grappa

Perché un museo dedicato a Hemingway a Bassano?

Sul finire della Prima guerra mondiale, nel 1918, in questa villa quattrocentesca era ospitata la Sezione Uno della American Red Cross (Croce Rossa Americana). E tra gli autisti di ambulanze che qui alloggiavano c’era un giovane che sarebbe diventato un riferimento letterario del Novecento: Ernest Hemingway.

Non è quindi un caso che oggi al piano terra dell’edificio sia allestito il Museo Hemingway e della Grande Guerra. In tutto cinque sale che, attraverso un filmato e pannelli espositivi ricchi di fotografie e testimonianze, documentano gli eventi della Prima guerra mondiale e la partecipazione di Hemingway al conflitto, approfondendo infine la produzione letteraria dello scrittore premio Nobel.

La prima sala è dedicata alla guerra che tra il 1914 e 1918 sconvolse l’Europa, con un approfondimento peculiare su un aspetto meno conosciuto: la partecipazione degli Stati Uniti che inviarono i volontari della Croce Rossa Americana (di cui faceva parte Hemingway) e truppe armate, tra cui un giovane aviatore italoamericano che diventerà sindaco di New York e darà il nome a uno dei suoi aeroporti, Fiorello La Guardia.

Nelle sale successive, proseguendo nel percorso espositivo si approfondisce il legame di Hemingway con queste terre. A soli 19 anni il futuro scrittore era partito volontario dagli States come autista per la Croce Rossa Americana alla ricerca di forti esperienze di vita e storie da raccontare. La sua permanenza sul fronte tuttavia durò poco perché rimase gravemente ferito la notte tra il 7 e l’8 luglio 1917 a Fossalta di Piave. Fu portato a Milano, dove gli furono rimossi 27 frammenti di mortaio da una gamba. Dopo la degenza tornò in Veneto e soggiornò proprio in questa villa dove oggi è allestito il museo, assieme ad altri volontari appassionati di letteratura che si definirono “i poeti di Harvard” (tra loro c’era anche un certo John Dos Passos).

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Questi luoghi e l’esperienza della guerra saranno raccontati da Hemingway nei celebri romanzi Addio alle armi, Di là dal fiume e tra gli alberi e nel racconto La scomparsa di Pickles McCarty.

A Bassano noi eravamo acquartierati in una vecchia villa sul Brenta, sulla sponda orientale, un po’ più in su del ponte coperto. Era grande e tutta di marmo con cipressi lungo il viale e statue ai lati, e le solite altre cose. […] Ma hai tu mai visto il sole sorgere, almeno una volta, dal Monte Grappa, o sentito nel sangue dentro di te il crepuscolo di giugno sulle Dolomiti?

da “La scomparsa di Pickles McCarty” (1919)

Nella sala “Letteratura” sono esposti nelle teche riviste con foto e interviste allo scrittore e edizioni delle sue opere, tra cui quelle pubblicate coraggiosamente tra il 1944 e il 1946 dalla casa editrice romana Jandi Sapi. E a proposito di coraggio, è il caso di ricordare che fu grazie a una giovane intrepida traduttrice di nome Fernanda Pivano che Addio alle armi venne tradotto clandestinamente in italiano nel 1943: per questo motivo fu arrestata dalle SS perché il romanzo era ritenuto dal regime fascista lesivo dell’onore delle Forze Armate a causa della descrizione della disfatta di Caporetto e dell’antimilitarismo sotteso nell’opera.

Infine l’ultima sezione “Hemingway e la Caccia” approfondisce la passione dello scrittore per la pesca e l’attività venatoria che lo portò a compiere lunghi safari in Africa e Asia, ma anche escursioni in Veneto, per esempio durante i numerosi soggiorni a Torcello ospite del barone Raimondo Franchetti. In un angolo della sala, un anziano Ernest Hemingway di cera, raffigurato a dimensione naturale, siede alla scrivania fissando due volatili impagliati e una bottiglia di rhum, pronto a scolarsi un cicchetto.

museo hemingway a bassano del grappa

Info pratiche

Il museo (sito web) è aperto tutti i giorni tranne il lunedì. Ingresso a pagamento. Il parco e gli interni della Villa non sono aperti ai visitatori del museo; alcune sale tuttavia ospitano un b&b ed eventi.

Fonti

Brochure, pannelli espositivi e canale YouTube del Museo Hemingway e della Grande Guerra

Cosa vedere a Bassano

Se anche voi, come la statua di cera di Hemingway, desiderate sorseggiarvi qualcosina dalla discreta gradazione alcolica, non perdete il tipico Mezzoemezzo da Nardini (l’antica grapperia sul Ponte Vecchio), il tradizionale aperitivo bassanese al gusto di rabarbaro e altri aromi.

Oltre che per il Ponte Vecchio (o “degli Alpini”) progettato da Palladio, Bassano è famosissima per la grappa: a questo proposito, si può visitare gratuitamente il Museo della Grappa Poli per approfondire il processo di produzione e degustare al termine i liquori prodotti dalla storica azienda.

Gli appassionati di libri invece non possono perdere il Museo della Stampa “Remondini” a Palazzo Sturm (a pagamento), che illustra la storia della stampa e in particolare l’attività della famiglia bassanese Remondini che nella metà del Settecento fu una delle più importanti e rinomate tipografie d’Europa.

Infine non può mancare la sosta in una luogo eccezionale: Libreria Palazzo Roberti è una libreria indipendente ospitata in un palazzo nobiliare seicentesco. È dislocata su due piani, zeppi di libri divisi in settori tematici, e ha una bella sala affrescata adibita a eventi.

Museo della Stampa “Remondini” ©turismoletterario.com