Tra i vari luoghi letterari di New York ce n’è uno in particolare che raccoglie numerosi punti di interesse per i turisti letterari: è il polmone verde di Manhattan, Central Park, che fa da spartiacque tra l’Upper West Side e l’Upper East Side.

Il parco fu costruito nella metà dell’Ottocento su progetto dei due architetti Frederick Law Olmsted e Calvert Vaux e con gli anni si è arricchito di attrazioni e punti di interesse, tra cui i laghi artificiali realizzati al suo interno. Chiunque abbia visto un film ambientato a New York, anche se non ha mai visitato la Grande Mela, ha sicuramente ben presente di cosa stiamo parlando: da Harry ti presento Sally a Colazione da Tiffany, da A piedi nudi nel parco a Kramer contro Kramer, da Ghostbusters a Spiderman, più di 300 film mostrano scorci del parco nei propri fotogrammi, facendola diventare una delle location più filmate del cinema.

Ma tornando al mondo letterario, ci sono una serie di punti di interesse che tutti gli appassionati lettori dovrebbero visitare:

1. The Mall / Literary Walk

Lungo questo viale di olmi sono state installate nel corso degli anni una serie di statue che omaggiano alcuni scrittori:

– il romanziere scozzese, autore di Ivanhoe, sir Walter Scott. L’imponente statua in bronzo è stata installata il 2 novembre 1872 a quarant’anni dalla morte dello scrittore. È una replica dell’originale che si trova a Edimburgo realizzato da Sir John Steell nel 1845;

– il poeta scozzese Robert Burns, autore della canzone tradizionale Auld Lang Syne, è qui raffigurato da John Steell (lo stesso della scultura di Walter Scott) in una posizione pensierosa alla ricerca d’ispirazione. La statua è stata inaugurata il 3 novembre 1880;

"central park afternoon" di Fredrik Rubensson, su Flickr
“central park afternoon” di Fredrik Rubensson, su Flickr

William Shakespeare, una statua in bronzo installata nel 1872 e realizzata da John Quincy Adams Ward. Sembra che il monumento sia stato sovvenzionato con i proventi della rappresentazione Julius Caesar andato in scena il 25 novembre 1864 al Winter Garden Theatre, dove Marco Antonio era interpretato da John Wilkes Booth, l’attore che l’anno dopo, il 14 aprile 1865, assassinerà Abramo Lincoln gridando la famosa frase di Bruto  “Sic semper tyrannis”;

Fitz-Greene Halleck, il meno noto tra i personaggi immortalati nella Literary Walk, un poeta generosamente definito “il Byron americano”; la statua fu commissionata nel 1867 dopo la sua morte dall’editore William Cullen Bryant e installata nel 1877.

Curiosa è la presenza della statua di Cristoforo Colombo che, proprio perché ha poco a che vedere con gli altri personaggi letterari, è stato soprannominato “the odd man out” (l’intruso).

"Shakespeare" di bloomsday616, su Flickr
“Shakespeare” di bloomsday616, su Flickr

2. Friedrich Schiller e Thomas Moore

Altri due piccoli omaggi letterari si trovano disseminati nel parco. Quello del poeta irlandese Thomas Moore, sovvenzionato da alcuni cittadini irlandesi in America e installato nel 1880, si trova sul lato est del laghetto “The Pond”.
Il poeta tedesco Schiller si trova invece sul lato ovest del Concert Ground/The Mall: è stata la prima statua ad essere installata nel parco, nel 1859, ma inizialmente si trovava nel “The Ramble”, un luogo che si confaceva maggiormente alla sua natura di poeta romantico.

3. Hans Christian Andersen

La statua dello scrittore di fiabe Hans Christian Andersen è stata scolpita nel 1956 da Georg John Lober e ritrae lo scrittore danese intento a leggere Il brutto anatroccolo con una papera ai suoi piedi che sembra ascoltarlo…

"Hans Christian Andersen by -JvL-", on Flickr
“Hans Christian Andersen di -JvL-“, su Flickr

4. Shakespeare Garden

Un giardino di 1,6 ettari, realizzato intorno al 1880 e dedicato a Shakespeare nel 1913: lo Shakespeare Garden è stato restaurato nel 1987 e sono state installate panchine e targhe commemorative con citazioni a tema floreale tratte dalle opere del Bardo.

"Central Park-Shakespeare Garden, 05.06.14" by gigi_nyc, on Flickr
“Central Park-Shakespeare Garden, 05.06.14” di gigi_nyc, su Flickr

5. Ancora Shakespeare

Il drammaturgo inglese è omaggiato inoltre da due statue installate nei pressi del Delacorte Theater, entrambe realizzate dall’americano Milton Hebal e donate dal filantropo George T. Delacorte. La prima, Giulietta e Romeo, ritrae i due protagonisti dell’omonima tragedia abbracciati quasi nell’atto di baciarsi; la seconda, raffigura Prospero e Miranda dall’opera teatrale La Tempesta.

6. Alice nel paese delle meraviglie

Realizzata nel 1959 da José de Creeft, ritrae l’Alice di Lewis Carroll seduta sopra un fungo affiancata dal Coniglio Bianco e dal Cappellaio Matto, il cui volto è una caricatura di George T. Delacorte, il filantropo che ha commissionato la statua come regalo per i bambini di New York, che sono autorizzati a salirci sopra e interagirci. Chissà che non leggano anche la poesia nonsense Jabberwocky scolpita su di essa.

"Alice in Central Park" by Javier Kohen, on Flickr
“Alice in Central Park” di Javier Kohen, su Flickr

Ma Central Park è anche l’ambientazione della scena chiave di un romanzo molto molto famoso…

7. Il giovane Holden

È qui infatti che Jerome D. Salinger ambienta la scena finale di The Catcher in the Rye (questo il titolo originale dell’opera, pressoché intraducibile). Il luogo è il carosello di Central Park (the Carousel), una giostra con 57 cavalli installata per la prima volta nel 1871 (all’epoca pare fosse azionata da un mulo nascosto sotto la piattaforma) ma che fu distrutta da un incendio per ben due volte. Quella attuale, del 1908 di fabbricazione Stein & Goldstein, era un esemplare abbandonato che si trovava a Coney Island.

"Central Park Carousel" by Rebecca Bollwitt, on Flickr
“Central Park Carousel” di Rebecca Bollwitt, su Flickr

Nel romanzo di Salinger, è qui che Holden Caulfield, bagnato fradicio sotto la pioggia battente, guarda la sorella Phoebe divertirsi sopra la giostra e, provando un’intensa sensazione di felicità, ha un momento rivelatorio, una sorta di “epifania”:

– Vai, allora io mi siedo su questa panchina. Sto a guardarti -. Andai a sedermi sulla panchina e lei salì sulla giostra. Ne fece tutto il giro. Voglio dire che ne fece proprio tutto il giro, una volta sola. Poi si sedette su quel vecchio stallone scuro dall’aria malandata. Allora la giostra si mise in moto e io guardai Phoebe che girava, girava. […] Tutti i bambini si sforzavano di afferrare l’anello d’oro, anche la vecchia Phoebe, e io avevo un po’ di paura che cadesse da quel maledetto cavallo, però non dissi e non feci niente. Il fatto, coi bambini, è che se vogliono afferrare l’anello d’oro, uno deve lasciarli fare senza dire niente. Se cadono, amen, ma è un guaio se gli dite qualcosa. […] Ero bagnato fradicio, soprattutto il collo e i calzoni. Il berretto da cacciatore mi riparava davvero, e molto, in un certo senso, ma ero fradicio lo stesso. Me ne infischiavo però. Mi sentivo così maledettamente felice, tutt’a un tratto, per come la vecchia Phoebe continuava a girare intorno intorno…

Citaz. da J.D. Salinger, Il giovane Holden, (trad. Adriana Motti), Torino, Einaudi, 1961

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