A Torino i caffè storici hanno vissuto in primo piano la storia della città sin dagli albori del Risorgimento. Infatti, se a Firenze, Milano, Roma e Venezia i caffè assunsero un carattere più letterario e artistico, a Torino invece si può quasi parlare di caffè politici: qui si riunivano intellettuali, aristocratici, patrioti e rivoluzionari; qui si scambiavano idee, si tramava per un’Italia indipendente e si prendeva parte ai mutamenti in atto.
Tra i numerosi caffè che ancora oggi si fanno testimoni della storia di Torino e d’Italia ne abbiamo scelti cinque tra i più interessanti per il valore storico culturale, la clientela illustre e le specialità che qui si possono gustare.
Caffè Fiorio
Fondato nel 1780 e frequentato da aristocratici, intellettuali e diplomatici, si è reso protagonista della storia della città tanto che Carlo Alberto ogni mattina soleva chiedere per tenersi informato: “Che cosa si dice al Fiorio?”. Detto anche “caffè dei codini” o “cafè ‘dle coe” per l’ostentazione delle fogge aristocratiche dei suoi clienti, tra i suoi avventori ci furono protagonisti della vita politica come Cavour, Rattazzi e D’Azeglio. La specialità del locale è senza dubbio il gelato, di cui anche il filosofo Friedrich Nietzsche era un estimatore.
Clientela famosa: Nietzsche, Cavour, Rattazzi, D’Azeglio.
Specialità: gelato, soprattutto i gusti zabaione e gianduia.
Sito web: fioriocaffegelateria.com
Indirizzo: Via Po 8.
Caffè Al Bicerin
“Al Bicerin” prende il nome dalla bevanda che qui è stata inventata: una deliziosa combinazione di caffè, cioccolato e latte serviti in un piccolo bicchiere di vetro con manico e supporto di metallo, il “bicerin” appunto.
Inaugurato nel 1763 dall’acquacedrataio Dentis, viene restaurato all’inizio dell’Ottocento assumendo l’aspetto che conserva ancora oggi.
Di qui sono passati numerosi personaggi famosi, a partire da Alexandre Dumas padre che in una lettera dell’agosto 1852 parla del bicerin come una delle cose da non perdere assolutamente a Torino, ma anche Giacomo Puccini che all’epoca abitava in una soffitta di via S. Agostino, poi diventata d’ispirazione per La Bohème…
Clientela famosa: Alexandre Dumas, Silvio Pellico, Friedrich Nietzsche, Guido Gozzano, Italo Calvino, Mario Soldati, Giacomo Puccini, Camillo Benso conte di Cavour, la regina Maria Josè e Umberto II, Macario, Carlo Campanini, Wanda Osiris.
Specialità: Bicerin e Torta Bicerin (fatta di caffè e cioccolato fondente ricoperta da cioccolata bianca).
Sito web: bicerin.it
Indirizzo: Piazza Della Consolata 5.
Caffè San Carlo
Sotto i portici di Piazza San Carlo fu aperto nel 1822 questo caffè storico, divenuto ben presto punto di ritrovo per patrioti e carbonari, pullulante di idee rivoluzionarie proprio negli anni dei moti risorgimentali.
Nel corso degli anni ha avuto una vasta clientela, a partire da Alexandre Dumas, che vi gustò il suo primo “bicerin”, Gramsci che lo frequentava quando stava per fondare l’«Ordine Nuovo» e in seguito Edmondo De Amicis, Benedetto Croce, Felice Casorati, Piero Gobetti, Luigi Einaudi. Qui si riunivano i “Sei di Torino” (Carlo Levi, Enrico Paulucchi, Jessie Boswell, Francesco Menzio, Nicola Galante, Gigi Chessa), che inaugurarono dal 1928 una stagione artistica in opposizione al regime, e qui venne progettata dal Duca degli Abruzzi e dall’ammiraglio Cagni la storica missione in Antartide con la nave Stella Polare.
Inoltre, il caffè San Carlo è famoso per essere stato il primo caffè d’Italia ad aver sperimentato la luce a gas, il 15 febbraio 1832.
Clientela famosa: Alexandre Dumas, Gramsci, Giobetti, De Amicis, Croce, Casorati, Gobetti, Einaudi, Carlo Levi, Enrico Paulucchi, Jessie Boswell, Francesco Menzio, Nicola Galante, Gigi Chessa, il Duca degli Abruzzi e l’ammiraglio Cagni.
Specialità: varie miscele di caffè.
Indirizzo: Corso San Carlo 156.
Caffè Baratti & Milano
Finemente arredato con stucchi, marmi, intarsi di legno e vetrate che sono conservati ancora oggi come erano un tempo, venne fondato nel 1858 da Ferdinando Baratti e Edoardo Milano in Via Dora Grossa (angolo via Fabro) per poi trasferirsi nel 1875 nella Galleria dell’Industria Subalpina e ampliandosi ulteriormente in Piazza Castello nel 1909. In una lettera del 1942 il compositore Pietro Mascagni espresse un vivo apprezzamento per le specialità dolciarie del locale e il poeta Guido Gozzano scrisse la poesia “Le golose” osservando le avventrici di questo caffè:
Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.
Signore e signorine –
le dita senza guanto –
scelgon la pasta. Quanto
ritornano bambine!
Perché niun le veda,
volgon le spalle, in fretta,
sollevan la veletta,
divorano la preda. […]
Clientela famosa: Guido Gozzano, Pietro Mascagni.
Specialità: gianduiotti, cremini, praline alla nocciola, confetti, le paste “Barattina” e “Reale”.
Indirizzo: Piazza Castello 27.
Caffè Platti
Il Caffè Platti venne aperto nel 1870 sotto i portici di Corso Vittorio Emanuele II quando Ernesto e Pietro Platti rilevarono l’antica Liquoreria Umberto I e la fecero riarredare accuratamente dall’architetto Valabrega. I suoi locali hanno visto passare molti volti noti, a partire da Luigi Einaudi e Cesare Pavese, che vi trascorrevano del tempo a leggere, Natalia Ginzburg e il marito Leone, come lei stessa racconta in Lessico famigliare, ma anche altri personaggi noti della borghesia di Torino, come Giovanni Agnelli e Luigi Lavazza.
Clientela famosa: Luigi Einaudi, Cesare Pavese, Norberto Bobbio, Natalia Ginzburg, Leone Ginzburg, Carola Prosperi, Mario Soldati, Erminio Macario, Giovanni Agnelli, Luigi Lavazza.
Specialità: Torta Platti.
Sito web: platti.it
Indirizzo: Corso Vittorio Emanuele II 72.