Italia

Ravenna

In Italian Hours (“Ore Italiane”) Henry James dedica un intero capitolo alla città.


Vallombrosa (Firenze)

Abbazia di Vallombrosa


Venezia

Palazzo Barbaro

Palazzo Barbaro Curtis fa parte di un complesso di due palazzi identificati come Palazzo Barbaro a San Vidal (Palazzo Barbaro Curtis e Palazzo Barbaro). Si trova nei pressi del Ponte dell’Accademia, accanto a Palazzo Franchetti e di fronte a Palazzo Balbi Valier.
La parte di sinistra è quella più antica e risale circa al 1420. Apparteneva alla famiglia Barbaro, ma quando si estinse fu acquistato nel 1885 da Daniel Sargent Curtis e Ariana Wormely Curtis, due mercanti di Boston, che vi abitavano già a partire dal 1881.
Si sviluppò così un circolo di intellettuali a cui prese parte anche Robert Browning, John Singer Sargent, James McNeil Wistler e Claude Monet. Loro ospite fu ovviamente anche Henry James che vi ambientò Le ali della colomba, cambiando il nome del palazzo in “Palazzo Leporelli”.
Attualmente Palazzo Barbaro è visitabile in occasioni particolari come la giornata del FAI di Primavera.
Indirizzo: piazza San Marco 284, Venezia

Palazzo Soranzo Cappello

Fu costruito alla fine del XVI secolo per volontà della famiglia Soranzo, ma nel corso dei secoli passò ad altre famiglie, tra cui quella dei Cappello. Attualmente è sede della Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio del Veneto Orientale.
Al suo interno presenta eccellenti opere pittoriche e di notevole pregio è il giardino, descritto da Gabriele D’Annunzio ne Il fuoco e da Henry James ne Il carteggio Aspern. Nella stessa opera viene scelto da James come ispirazione per la residenza di Miss Bordereau e sua nipote Miss Tina
Indirizzo: fondamenta Rio Marin 770, sestiere Santa Croce, Venezia

Casa Alvisi

Conosciuto come Palazzo Michiel Alvisi o Palazzo Giustinian Micheli Alvisi, fu la dimora dell’americana KatharineBronson, dove negli anni intorno al 1875, si teneva un salotto letterario al quale partecipavano Henry James e Robert Browning. Henry James dedica a Casa Alvisi un saggio, pubblicato in Ore italiane (1909).
Indirizzo: Canal Grande 2207, Venezia

Hotel Wildner

Henry James vive qui alcuni mesi, da marzo a giugno 1881 e con queste parole descrive il suo alloggio:“I lodged on the Riva, 4161, quarto piano. The view from my window was ‘una bellezza’…”.
Indirizzo: riva degli Schiavoni 4161, Venezia

Pensione Wildner, Venezia

Caffè Quadri

Viene aperto nel 1638 con il nome Il Rimedio, ma alla fine del 1700 Giorgio Quadri acquistò il locale cambiandogli nome. Nel 1830 la gestione passò ai fratelli Vaerini che nel 1844 vi aprirono anche un ristorante. Nel 2011 viene acquisito dalla famiglia Alajmo, che ne gestisce attualmente gli spazi. 
Il Caffè Quadri ritorna spesso negli scritti di Henry James: nel racconto Compagni di viaggio è il luogo dove il protagonista vi cena con la ritrovata Charlotte e con Mr. Evans. Come testimonia l’amico di James, William Dean Howells, nel suo diario Vita veneziana, ormai aveva cessato di essere ritrovo esclusivo di austriaci ed era tornato ai veneziani.
Indirizzo: piazza San Marco 121, Venezia
Sitoalajmo.it

Basilica di San Marco

Cattedrale principale della città che sovrasta l’omonima piazza, viene costruita nel 828 per ospitare le reliquie di San Marco trafugate da due mercanti veneziani. La basilica attuale risale ad una costruzione successiva iniziata nel 1603 e richiama la Basilica dei Santi Apostoli di Costantinopoli.
Pregevoli sono la decorazione a mosaico all’interno e i numerosi tesori come colonne, marmi, ori portati da Costantinopoli nel corso della Quarta Crociata (1204).
Henry James cita più volte la sontuosa basilica nelle sue opere. Descrive il suo interno, però, una sola volta, nel racconto Compagni di viaggio
All’interno della chiesa, le masse di profonda ombra bruna, la pesante atmosfera dalla tinta intensa, la splendida oscurità composita, regnavano in una melanconia più ricca, più strana, più fantastica di quanto la mia debole penna possa render l’idea. […] dall’oro cupo e dal delicato alabastro, dal pofido e dalla malachite, dal cristallo da tempo spento e dallo scintillio di lampade perennemente accese, procede una densa e ricca atmosfera di splendore e di santità che trasporta il viaggiatore semi-attonito in una età di fede più semplice e più ricca di sacrale suggestione. Mi aggirai per una mezz’ora sotto quelle coppe rovesciate di tenebra scintillante, inciampando sui gran rigonfiamenti del lastricato di pietra mentre fissavo lo sguardo in alto, verso i lunghi santi in mosaico che s’inchinano giganteschi con la curva della cupola e del soffitto. Avevo lasciato l’Europa; ero in Oriente.

E ancora, ne Il carteggio Aspern,  riemerge il grande fascino suscitato dalla basilica:
La grande basilica, con le sue cupole basse e gli ispidi merletti, col mistero dei suoi mosaici e delle sue sculture, appariva spettrale nell’oscurità diffusa, e la brezza marina passava tra le colonne gemelle della Piazzetta, stipiti di una porta non più sorvegliata, con la dolcezza di una sontuosa tenda oscillante. [da Il carteggio Aspern, trad. di Nadia Fusina, Gruppo editoriale L’Espresso, 2011]

Caffè Florian

Canal Grande

Il Canal Grande è il canale principale di Venezia, assume una forma a “S” ed è lungo circa 3800 metri. E’ attraversato da quattro ponti (Ponte della Costituzione, Ponte degli Scalzi, Ponte di Rialto, Ponte dell’Accademia) e costeggiato da magnifici edifici storici, costruiti prevalentemente tra il XII e XVIII secolo, quando Venezia era una potente repubblica marinara.
Henry James descrive il giro in gondola attraverso Canal Grande in un famoso passo de Il carteggio Aspern, dove descrive l’espressione estasiata di Miss Tina uscita in compagnia del protagonista:
Nel giro di cinque minuti sboccammo in Canal Grande; e a questo punto emise un mormorio d’estasi non meno spontaneo che se fosse stata una turista appena arrivata. S’era dimenticata di quanto apparisse splendida quella gran via d’acqua in una chiara sera d’estate, di come il senso di galleggiare tra i palazzi di marmo e luci riflesse disponesse la mente alla libertà, all’agio. Andammo a lungo e lontano sull’acqua, e benché la mia amica non esprimesse ad alta voce la propria contentezza, ero certo del suo pieno cedimento. Era più che contenta, era rapita; tutto l’insieme era per lei una liberazione immensa. La gondola si muoveva a colpi lenti, per darle il tempo di goderne, e lei ascoltava come fosse una rivelazione di Venezia il tonfo dei remi, che si faceva più forte e più musicalmente liquido quando entravamo nei canali stretti. [da Il carteggio Aspern, trad. di Nadia Fusina, Gruppo editoriale L’Espresso, 2011]

Monumento equestre a Bartolomeo Colleoni

Questa statua di bronzo è stata scolpita da Andrea del Verrocchio ed è stata realizzata tra il 1480 e il 1488. Si trova in Campo Santi Giovanni e Paolo (detto anche Campo San Zanipolo).
Raffigura Bartolomeo Colleoni, condottiero italiano del XV secolo, ed è la seconda statua equestre del Rinascimento (la prima è quella di Donatello che raffigura il condottiero Gattamelata, a Padova) Inoltre ha la particolarità di essere la prima statua di bronzo che riesce a raffigurare un cavallo in movimento che poggia su tre zampe soltanto.
Henry James la ricorda nell’ultimo capitolo de Il carteggio Aspern, quando il protagonista, assorto nei suoi pensieri, si rivolge al Colleoni in attesa di un oracolo o un consiglio, ma ne riceve solo un muto colloquio:
Ricordo soltanto che nel pomeriggio nell’aria dorata del tramonto, me ne stavo davanti alla chiesa di San Giovanni e Paolo osservando la mascella quadrata di Bartolomeo Colleoni il terribile condottiere tenacemente assiso sull’enorme cavallo di bronzo in cima all’alto piedistallo dove lo tiene la gratitudine dei veneziani. La statua è incomparabile, la più bella di tutte le sculture equestri salvo forse quella di Marco Aurelio in sella con benigno atteggiamento davanti al Campidoglio romano. Ma non pensavo a questo,mi limitavo a fissare il trionfante capitano quasi avesse un oracolo sulle labbra. A quell’ora la luce vespertina, splendendo sulla sua truce determinazione, lo rende straordinariamente vivo. Ma continuava a guardare in lontananza sopra la mia testa il rosso sprofondare di un altro giorno – nel corso dei secoli ne aveva visti tanti scendere nella laguna – e se pensava a battaglie e stratagemmi erano di una qualità diversa da quelli che potevo raccontargli io. [da Il carteggio Aspern, trad. di Nadia Fusina, Gruppo editoriale L’Espresso, 2011]
Indirizzo: campo SS. Giovanni e Paolo, sestiere Cannaregio, Venezia