Italia

Firenze

Statua commemorativa

All’angolo di piazza Goldoni, di fronte ponte alla Carraia, si trova una statua di marmo che raffigura il commediografo installata nel 1873, ad opera dello scultore Ulisse Cambi. Sul piedistallo l’iscrizione reecita “A Carlo Goldoni la città di Firenze per opera di filodrammatici concordi coadiuvante il municipio MDCCCLXXIII”.
Indirizzo: piazza Carlo Goldoni, Firenze


Pavia

Targa commemorativa

In Gli amori di Zelinda e Lindoro Goldoni ambienta la seconda scena del terzo atto in una farmacia situata in Strada Nuova. Una targa installata in questa via recita: “In Strada Nova dirimpetto / all’università vicino / ad uno speciale da medicine / Goldoni, gli amori di Zelinda e Lindoro, atto III, Scena II — Nel 250° anniversario della nascita del suo grande alunno, l’Università pose / 25 febbraio 1957″.
Indirizzo: Strada Nuova 120, Pavia


Venezia

Goldoni nacque a Venezia nel 1707 e vi visse per circa trent’anni, in modo discontinuo, fino al 1762. Sono almeno nove le case in cui soggiornò nella città veneta:
– Ca’ Centani (dal 1707 al 1719);
– Palazzo in Calle della Commedia (dall’autunno 1721 all’estate 1722);
– Palazzo in Calle dell’Amor (dal febbraio 1731 al gennaio 1733);
– Ca’ del Duca (dall’autunno 1734 all’inverno 1736);
– Palazzo in Ponte di Santa Maria (dall’ottobre 1736 al settembre 1737);
– Palazzo in Calle Gussoni (dall’ottobre 1737 al dicembre 1740);
– Palazzo in Calle della Testa (dal gennaio 1741 al marzo 1743);
– Palazzo in Corte San Zorzi (dal settembre 1748 all’estate 1760);
– Palazzo in Calle delle Balotte (dall’autunno 1760 all’aprile 1762).

Casa museo di Carlo Goldoni

La casa dove Carlo Goldoni nacque il 25 febbraio 1707 e visse fino ai 12 anni, si affaccia sul Rio di San Tomà ed è un palazzo gotico costruito tra XIV e XV secolo, noto col nome Ca’ Centani (o Zentani). Originariamente appartenuta alla famiglia Rizzi, rappresentata dal riccio scolpito raffigurato sul pozzo nella corte, vi si stabilì Carlo Alessandro Goldoni, nonno del celebre commediografo, alla fine del Seicento, e rimase di proprietà della famiglia fino al 1719, quando fu acquisita dalla contessa Manassero. Già nel 1914 ci fu un tentativo di trasformare la casa di Goldoni in un museo, grazie all’iniziativa dello studioso Aldo Ravà, il conte Piero Foscari e il commendatore Antonio Pellegrini, che avevano acquistato l’edificio, ma il loro proposito si poté realizzare solo dopo la guerra, quando il Comune di Venezia, a cui era stato donato nel 1931 il palazzo, lo restaurò e lo destinò a museo, aperto dopo la guerra, inaugurandolo il 4 giugno 1953.
Oggi presenta al primo piano un percorso incentrato su Goldoni aperto ai visitatori, mentre al secondo piano si trova una ricca biblioteca tematica consultabile su richiesta.
Per accedere al primo piano, si attraversa la corte del palazzo che, oltre alla caratteristica scala esterna, presenta un tavolo su cui è ricostruita la topografia della Venezia settecentesca, evidenziando le (almeno) nove case di Goldoni e i teatri dell’epoca.
Salendo al primo piano, ovvero il cuore del museo, abbiamo soltanto tre sale che, pur offrendo un piccolo allestimento, conservano qualche elemento di grande pregio, su tutti il teatro delle marionette settecentesco, un esemplare originale proveniente da Palazzo Grimani dei Servi dotato di una trentina di marionette dell’epoca, simile a quello che il padre del drammaturgo, Giulio Goldoni, dovette aver regalato al figlio per il suo divertimento.
La stanza centrale del piano terra, presenta la riproduzione di alcune scene tratte dalle commedie goldoniane, incentrandosi sui nuclei tematici delle sue opere. L’ultima stanza invece si incentra sulla vita di Goldoni e mette in mostra due dei suoi ritratti, uno ad opera di Alessandro Longo, l’altro anonimo. 
In una stanzetta del museo è possibile assistere inoltre ad un documentario sul drammaturgo e la sua città.
Indirizzo: Ca’ Centani (o Zentani), San Polo 2794, Venezia
Sitocarlogoldoni.visitmuve.it
Ingresso: a pagamento

Teatro Goldoni

È uno dei teatri più famosi di Venezia, secondo solo alla Fenice. Nato nel 1622, quando già esistevano in città Teatro Michiel, il Teatro Tron e il Teatro di San Moisè, è tuttavia il più antico teatro ancora esistente.
Originariamente prendeva il nome di “Teatro Vendramin di San Salvador“, dal nome della famiglia Vendramin che l’aveva fatto costruire, e per il primo trentennio della sua storia vide sul suo palcoscenico unicamente spettacoli comici. Dopo l’incendio del 1653, i proprietari Andrea e Zanetta Vendramin decisero di affidarlo a impresari che, dietro il pagamento di un affitto annuo pari a 1000 ducati, potevano allestire la stagione teatrale tenendosi gli introiti. Uno degli impresari più famosi fu Gaspare Torelli.
Agli inizi del Settecento iniziò ad essere chiamato “Teatro di San Luca” e nel 1752, sotto la direzione di Antonio e Francesco Vendramin, la stagione fu affidata a Carlo Goldoni, il quale aveva già lavorato dal 1734 al Teatro San Samuele (di proprietà dei Grimani, teatro rivale del San Luca dei Vendramin), dal 1737 aveva diretto il Teatro San Giovanni Grisostomo (sempre della famiglia Grimani) e dal 1748 al 1753 aveva lavorato presso il Teatro Sant’Angelo sotto le direttive del capocomico Girolamo Medebach per cui compose 40 commedie tra cui La Locandiera.
Al Teatro San Luca Goldoni compose altri successi come la Trilogia della villeggiatura e Il campiello, fino alla sua partenza definitiva da Venezia, diretto a Parigi, nel 1761.
Il teatro fu ristrutturato nel 1776. L’attività teatrale proseguì e, nonostante la breve chiusura nel 1807 voluta dai conquistatori francesi, riaprì nel 1817 sotto il dominio austriaco. Nuovi lavori di ristrutturazione nel 1833 comportarono il cambio del nome in Teatro Apollo e dal 1844 fu condotto per quasi quarant’anni, abilmente noostante le difficoltà, dalla vedova di Domenico Vendramin, Regina De Marchi.
Nel 1875 fu intitolato a Carlo Goldoni su iniziativa dell’attore Angelo Moro Lin.
Nel 1947 il teatro fu chiuso per inagibilità e riaprì soltanto 32 anni dopo, nel 1979, inaugurato con un allestimento della Locandiera di Goldoni. Ora il teatro era di proprietà del Comune ed era stato nuovamente ristrutturato, un progetto che aveva causato numerose polemiche, una delle cause della prolungata chiusura. Dal 1992 la sua gestione è stata affidata al Teatro Stabile del Veneto.
Il teatro è visitabile in alcuni giorni particolari, indicati nel sito ufficiale.
Sitoteatrostabileveneto.it

Teatro San Giovanni Grisostomo, oggi Teatro Malibran

Venne costruito sul sito in cui si trovava la casa di Marco Polo, distrutta da un incendio nel 1597. Il teatro, che originariamente si chiamava Teatro Giovanni Grisostomo, aprì i battenti nel Carnevale 1678 ed era gestito dalla famiglia Grimani, che nei decenni successivi entrò in competizione con la famiglia Vendramin, proprietaria del Teatro San Salvador. 
Vi venivano portate in scena opere lirichetragedie e tragicommedieGoldoni divenne direttore nel 1737 e quest’esperienza fu molto importante per la sua maturazione artistica, messa a frutto negli anni successivi, quando inizierà a scrivere i suoi capolavori.
Il teatro fu ristrutturato più volte nei secoli, cambiando drasticamente aspetto soprattutto con le modifiche strutturali del 1919 che fecero largo uso di cemento armato. Intanto nel 1835 aveva cambiato deonominazione in “Teatro Malibran“, dal nome della grande cantante Maria Malibran, interprete in questo teatro della Sonnambula di Bellini. 
Nel corso del Novecento perse sempre più la sua vocazione teatrale per diventare una sala cinematografica fino a quando fu acquisito dal Comune di Venezia, nel 1992, che lo fece restaurare. 
A seguito del terribile incendio che distrusse il Teatro La Fenice, gli spettacoli che qui sarebbero dovuti essere portati in scena furono provvisoriamente spostati al Teatro Malibran che, anche dopo la riapertura della Fenice nel 2001, è rimasto in attività. 
Indirizzo: calle del Forno 5961, Venezia

Statua di Carlo Goldoni

Al centro del Campo San Bartolomeo, a pochi passi dal Ponte di Rialto, si trova il monumento dedicato a Carlo Goldoni, una statua di bronzo realizzata da Antonio Dal Zotto nel 1883 su piedistallo di Pellegrino Orefice.
Indirizzo: campo San Bartolomeo, sestiere San Marco, Venezia


Chioggia (Venezia)

A Chioggia Goldoni ambientò l’opera Le baruffe chiozzotte, in cui rappresenta la vita dei pescatori di Chioggia.

Targa su Palazzo Poli

Goldoni abitò in questo palazzo (conosciuto come Palazzo Poli e più recentemente come Palazzo Carlo Goldoni) dal 1725 alle 1729. La targa sulla facciata recita: “Carlo Goldoni / Padre / della Commedia Italiana / abitò in questa casa / che fu / di / Rosalba Carriera / insigne pittrice — 13 luglio 1941 XIX”.
Indirizzo: Calle Rosalba Carriera 307, Chioggia

Francia

Parigi

Nel 1762 Goldoni arrivò a Parigi, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita. Qui si occupo della Comédie Italienne e insegnò l’italiano alle figlie del re Luigi XVI. Date le sue frequentazioni con la famiglia reale, dopo la Rivoluzione francese cadde in disgrazia e morì in miseria nel 1793.

Targa commemorativa sull’edificio in cui è deceduto

In questo luogo è morto in povertà Carlo Goldoni, il commediografo che ha trionfato a Parigi con l’opera Il servitore di due padroni, il cui protagonista è Arlecchino. La targa recita: “Ici est décédé, pauvre, le 6 février 1793, Charles Goldoni, dit le Molière italien, autour du “Bourru  Bienfaisant”. Il était né à Venise l’an 1707. Le chocolatier Ange Toffoli ancien ministre, le commandeur sénateur J. Constantin.” — “Du 6 au 12 mai 1952, Arlequin, serviteur de deux maîtres de Carlo Goldini, a triomphé à Paris; le Piccolo Teatro de Milan dédie ce souvenir à Carlo Goldini qui mourut dans cette maison.” 
Indirizzo: 21 rue Dussoubs (2ème arrondissement), Parigi

Busto commemorativo

Nel giardino retrostante la cattedrale di Notre-Dame in corrispondenza dell’abside si trova un busto di Carlo Goldoni.
L’iscrizione sul basamento recita: “Aussitôt que j’ai vu la France, je l’ai admirée, je l’ai aimée” (trad. “Appena ho visto la Francia, l’ho ammirata, l’ho amata”)
Indirizzo: place Jean XIII, Parigi