Indiscutibile pilastro del genere fantasy e fantascientifico, dalle sue opere sono stati tratti numerosi film altrettanto celebri, tra cui Io sono leggenda, Tre millimetri al giornoAl di là dei sogni: stiamo parlando di Richard Matheson, il prolifico scrittore noto anche per aver ispirato autori come Stephen King, che gli ha dedicato il suo romanzo Cell, e un esordiente Steven Spielberg che a venticinque anni prende un suo racconto, Duel, e lo adatta al grande schermo. Anche Alfred Hitchcock lo volle per sceneggiare il film Gli uccelli, sebbene il sodalizio non durò a lungo per alcune divergenze artistiche.

Visionario e immaginifico, sin dagli esordi Matheson è legato ai generi della fantascienza e dell’horror, del sovrannaturale e del mistero. Suspense e paranormale sono elementi che si ritrovano in ogni sua produzione, ma non sono gli unici: Matheson si dimostra attento osservatore e narratore del lato umano dei suoi personaggi, delle loro pulsioni e psicologie. Lo dimostra ad esempio in Bid Time Return (Appuntamento nel tempo), un’opera meno conosciuta rispetto ai suoi grandi capolavori, ma molto preziosa perché intreccia gli aspetti tipici della sua produzione, in questo caso soprattutto il paranormale, con il romanzo d’amore.

Con la definizione “romanzo d’amore” non si pensi subito a qualcosa di melenso e stucchevole. Matheson riesce a rimanere sobrio e misurato, seppur il motore della sua narrazione rimanga di natura romantica: Richard Collier, apprezzato autore teatrale,  si invaghisce di un’attrice del passato, Elise McKenna, della quale vede esposto il ritratto nella sala del Grand Hotel dove sta soggiornando, nello stesso luogo in cui 70 anni prima l’attrice aveva recitato. Quel volto diventa un’ossessione e, spinto da una serie di coincidenze che lo fanno credere di aver già incontrato Elise nel passato, decide di intraprendere a tutti i costi un viaggio nel tempo, tornando indietro di 70 anni.

Questo libro, il cui titolo originale, Bid Time Return, riprende un verso del Riccardo II di Shakespeare (“O call back yesterday, bid time return!”, trad. “Oh, richiama indietro il giorno che fu ieri, comanda al tempo di tornare!”) è diventato famoso anche grazie al film Somewhere in Time (“Ovunque nel tempo“) del 1980, da molti ritenuto un “cult”, diretto dal regista francese Jeannot Szwarc, con Christopher Reeve (a.k.a. Superman, ma in questo film Richard Collier) e Jane Seymour (a.k.a. La Signora del West, in questo film Elise McKenna).

L’ambientazione scelta da Matheson ha un legame particolare con la storia: l’Hotel del Coronado, nel caso del romanzo, e il Grand Hotel di Mackinac Island, nel caso della trasposizione cinematografica, sono quindi le due tappe del nostro articolo.

Hotel del Coronado

Per la stesura di “Appuntamento nel tempo”, Richard Matheson fu ispirato dal soggiorno in questo albergo, costruito nel 1888 nella penisola della baia di San Diego, e visitato da molti personaggi famosi, tra cui attori e registi che lo usarono come set cinematografico, ad esempio il film muto del 1916 The Pearl of Paradise e, nel dopoguerra, A qualcuno piace caldo con Marylin Monroe. Inoltre negli anni Venti l’Hotel del Coronado ha ospitato i grandi nomi dello star system: Rodolfo Valentino, Charlie Chaplin, Clark Gable, Bette Davis, Katharine Hepburn, Vincent Price, Douglas Fairbanks, Errol Flynn, Mae West, per citarne alcuni.

Hotel del Coronado di sapoague, su Flickr
Hotel del Coronado di sapoague, su Flickr

La suggestione evocata dal luogo, unita alla foto dell’affascinante attrice Maude Adams che Matheson aveva visto nel Piper’s Opera House di Virginia City (Nevada), hanno dato origine a questo romanzo.

Oggi l’Hotel del Coronado, conosciuto anche come “The Del”, è un lussuoso albergo che continua ad ospitare star del cinema e altri personaggi famosi ed è ricordato anche per aver ispirato la Città di Smeraldo nel romanzo Il meraviglioso mago di Oz di L.Frank Baum.

Grand Hotel di Mackinac Island

Grand Hotel Lawn di michaelnpatterson, su Flickr
Grand Hotel Lawn di michaelnpatterson, su Flickr

Quando nel 1979 Richard Matheson assieme al regista Jeannot Szwarc e al produttore Stephen Deutsch decisero di realizzare la trasposizione cinematografica del romanzo, fu subito chiaro che la location originale, l’Hotel del Coronado, non era adatta per le riprese, soprattutto per i visibili lavori di ammodernamento che la rendevano inadatta come ambientazione di fine Ottocento. Fu così deciso di utilizzare il Grand Hotel di Mackinac Island, sul lago Huron nel Michigan, perché conservava l’aspetto originario di inizio Novecento, lo stile “Queen Ann“, che riscosse grande successo a cavallo tra XIX e XX secolo.

Indubbiamente questa location, accompagnata dalla splendida colonna sonora di John Barry, ha conferito un grande fascino visivo al film: i colori vividi degli esterni, i grandi spazi aperti, l’accurata ricostruzione delle sale dell’albergo compreso il salone dei memorabilia, tra cui Richard Collier vede per la prima volta la foto di Elise McKenna.

"Somewhere In Time" Plaque di ryandoughty, su Flickr
“Somewhere In Time” Plaque di ryandoughty, su Flickr

Oggi il Grand Hotel ha dedicato una lussuosa stanza al film, la “Somewhere in Time Suite” (ma anche la “Jane Seymour Suite”), con arredamenti e tappezzerie anticheggianti, oltre a oggetti usati sul set o che richiamano il film, come il dipinto di Jane Seymour nei panni di Elise McKenna, identico alla foto di cui si innamora Richard Collier (Christopher Reeve) nel film. Inoltre periodicamente viene organizzato il “Somewhere in Time weekend” per vivere un’esperienza che rievoca l’atmosfera romantica del film.

Una curiosità: tra gli ospiti famosi, il Grand Hotel ha annoverato anche una presenza “letteraria”, Mark Twain, che nell’estate del 1895 vi tenne una lezione il cui costo di ingresso era 1$.

Grand Hotel porch di daily pleasure, su Flickr
Grand Hotel porch di daily pleasure, su Flickr