Italia

Genova

Villa Saluzzo Mongiardino

Villa Saluzzo Mongiardino Espulso da Pisa assieme alla famiglia Gamba per le idee liberali, nel 1822 Byron si trasferisce ad Albaro, un quartiere nella parte orientale di Genova, e risiede nella villa Saluzzo Mongiardino, un palazzo dei primi del Settecento, di fronte a Villa Saluzzo Bombrini detta “Il Paradiso” circondata da un ampio parco. Nella villa in cui abitò Byron, dove oggi al piano terra si trova una storica pasticceria, è stata posta una targa commemorativa che recita: “Riposando la vita fortunosa / qui dimorò e scrisse / Giorgio Gordon Lord Byron / finché l’intenso grido / della greca libertà risorta / nol traeva magnanimo / a lacrimato fine / in Missolungi / 1822-23”.
Indirizzo: Via Albaro 1, Genova


Livorno

Villa delle Rose

A Villa Dupouy (o Villa delle Rose), nota anche come Villa Jermy, Byron soggiornò nel 1822 per sei settimane, quando la villa era di proprietà del banchiere Pietro Dupouy, prima che nel 1894 passasse in mano ai fratelli De Paoli. In una lettera del 10 giugno 1822 Byron scrive: “Vi scrivo dalla Villa Dupouy, presso Livorno, con l’Isola d’Elba e la Corsica visibili dal mio balcone ed il mio vecchio amico, il Mediterraneo, ondeggiante azzurro ai miei piedi…”. 
La villa non è attualmente accessibile.
Indirizzo: Montenero Basso, Livorno


Pisa

Luogo di residenza di Lord Byron

Palazzo Lanfranchi (oggi Palazzo Toscanelli, Archivio di stato) negli anni 1822-1823 fu la residenza di Byron. Costretto a lasciare Ravenna assieme alla famiglia Gamba esiliata per lo spirito antirivoluzionario, si trasferisce a Pisa dove il poeta e amico Percy Bysshe Shelley l’aveva persuaso ad andare, aiutandolo nella ricerca della residenza in cui lui e la famiglia Gamba andranno a stabilirsi. In una lettera del 4 dicembre 1821 all’editore Murray, Byron scrive: “Sto qui in un famoso vecchio palazzo feudale sull’Arno, abbastanza grande per una guarnigione, con prigioni sotterranee e segrete nelle mura, e così pieno di spiriti che il dotto Fletcher (mio domestico) mi ha chiesto il permesso di cambiare stanza, e si è quindi rifiutato di occupare la sua nuova stanza perché in questa vi erano più spiriti che nell’altra. […] La casa apparteneva alla famiglia Lanfranchi […] ed ebbe fieri possessori ai suoi tempi…”. Nel piano terra dello stesso edificio abitava anche il critico e poeta Leigh Hunt, con la moglie malata e i sette figli. 
Indirizzo: lungarno Mediceo 30, Pisa


Portovenere (La Spezia)

Targa commemorativa sulla Grotta Byron

La targa recita: “Grotta Byron / (Arpaia) / Questa grotta / ispiratrice di Lord Byron / ricorda l’immortale poeta / che / ardito nuotatore / sfidò le onde del mare / da Portovenere a Lerici — This Grotto / was the inspiration of Lord Byron / It records the immortal poet / who / as a daring swimmer / defied the waves of the sea / from Portovenere to Lerici”.
Indirizzo: chiesa di San Pietro, Lungo Calata Doria, Portovenere (SP)


Este (Padova)

Villa Kunkler-Piccioni

Conosciuta anche come Villa Byron, la Villa Kunkler-Piccioni fu presa in affitto dal poeta che a sua volta vi ospitò per un periodo nel 1817-1818 l’amico Percy Bysshe Shelley (una targa qui apposta riporta alcuni suoi versi tratti da Lines Written Among The Euganean Hills), la moglie Mary Shelley e Claire Clairmont. Nella seconda metà dell’Ottocento la villa passò alla famiglia Kunkler, di origine svizzere, che gli dette l’attuale aspetto secondo una struttura architettonica che richiama gli edifici dell’area alpina.
Indirizzo: villa Kunkler-Piccioni, Este (PD)


Arquà Petrarca (Padova)

Targa commemorativa sulla tomba del Petrarca

Sul recinto protettivo intorno alla tomba di Francesco Petrarca, in piazza Petrarca ad Arquà, sono state apposte nel maggio 2019 due targhe commemorative che riportano alcuni versi (in inglese e in italiano) tratti dal IV Canto del Pellegrinaggio del giovane Aroldo (Childe Harold’s Pilgrimage, 1818) di Byron.
Indirizzo: piazza Francesco Petrarca, Arquà Petrarca (PD)


Ravenna

Palazzo Guiccioli

A fine 1818, Byron lascia Venezia dove aveva vissuto tre anni e si trasferisce a Ravenna. Qui prenderà in affitto l’appartamento al piano terra di palazzo Guiccioli, dove viveva Teresa Gamba Guiccioli, moglie del conte Alessandro Guiccioli, con la quale Byron ha una relazione. I due infatti si erano conosciuti a Venezia nell’inverno del 1818-19 e avevano iniziato un ardente scambio epistolario, fino a fuggire insieme a Villa Foscarini sulla Riviera del Brenta. Costretta dal marito a ritornare a Ravenna, la Guiccioli si ammala e supplica Byron di raggiungerla, cosa che avverrà nel dicembre 1819. A Ravenna Byron stringerà amicizia con Pietro Gamba, fratello della contessa, grazie al quale si avvicinerà alle idee liberali e aderirà alla carboneria, diventando inviso al governo. Quando nel 1822 i Gamba furono costretti all’esilio per la loro partecipazione ai moti rivoluzionari di quegli anni, Byron si trasferì con loro a Pisa.
Oggi il Palazzo Guccioli è in fase di restauro ma è stato destinato alla realizzazione entro il 2019 di un museo dedicato a Lord Byron e al Risorgimento italiano.
Indirizzo: via Cavour 54, Ravenna

Targa commemorativa

La targa recita: “Qui era la casa / ove dimorò nel MDCCCXIX / George Gordon Lord Byron / grande poeta inglese / amico dei patrioti ravennati”.
Indirizzo: piazza San Francesco, Ravenna


Roma

Statua commemorativa a Villa Borghese


Venezia

Caffè Florian

Primo soggiorno in Frezzaria

Appena giunto a Venezia, nel 1816, Byron soggiornò per un arco di tempo in Frezzaria (l’area che va dal Teatro La Fenice fino a Piazza San Marco), ospite di un mercante di panni, un certo Pietro Segati, il quale aveva una moglie giovane e bella, Marianna, col quale Byron ebbe una relazione. Così scrive in una lettera a Thomas Moore:
«Ho preso un buonissimo appartamento in casa di un mercante di Venezia che è molto occupato ne’ suoi negozi ed ha una moglie di ventidue anni. La Marianna (è il suo nome) ha tutta la lieve eleganza di un’ antilope. Ha due grandi occhi neri, orientali, con quella particolare espressione che di rado s’ incontra nelle europee ed anche nelle italiane, e che le donne turche si procurano tingendosi le palpebre (arte ignota, io credo, in altri paesi) ».

Residenza in Palazzo Mocenigo

Sulla facciata di Palazzo Mocenigo detto “Il Nero”, parte del complesso “Palazzi Mocenigo” che comprende anche Palazzo Mocenigo Casa Nuova e Palazzo Mocenigo Casa Vecchia, tutti affacciati sul Canal Grande, tra Palazzo Contarini delle Figure e Palazzo Corner Gheltoff, è visibile una targa dedicata a Byron: “Qui visse Lord Byron 1818”.
Il poeta inglese, infatti, soggiornò per un periodo proprio in questo antico palazzo a partire dal giugno 1818 e qui scrisse il quarto canto del Childe Harold’s Pilgrimage (Il pellegrinaggio del giovane Aroldo), il Beppo e i primi canti del Don Juan.
Oggi il palazzo è di proprietà dell’Hotel Bauer ed è adibito a residenza di lusso.
Indirizzo: Palazzo Mocenigo, calle Corner 3362, San Marco, Venezia

Targa commemorativa sul salotto di Isabella Teotochi Albrizzi

Isabella Teotochi Albrizzi, nobile di origini greco-veneziane che in seconde nozze aveva sposato il conte Albrizzi, teneva un salotto letterario a Venezia e uno nella villa Albrizzi Franchetti nell’attuale provincia di Treviso. Foscolo era uno degli assidui frequentatori, ma anche altri intellettuali e artisti dell’epoca sono passati dal salotto della Albrizzi. Tra questi: Vincenzo Monti, Vittorio Alfieri, Ippolito Pindemonte, Melchiorre Cesarotti, il poeta dialettale Anton Maria Lamberti, lo scultore Antonio Canova; tra gli stranieri Madame de Staël, Johann Wolfgang von Goethe Lord Byron e Sir Walter Scott.
La targa recita: “In questa casa tenne dimora / Isabella Teotochi Albrizzi / 1760 – 1836 / il cui cenacolo venne / frequentato da artisti / e letterati d’epoca / tra i quali / Ugo Foscolo e Lord Byron”
Indirizzo: corte di calle Michiel (oggi San Marco 2407), Venezia

Belgio

Bruxelles

Targa commemorativa sull’edificio in cui soggiornò

Byron soggiornò a Bruxelles alcuni giorni nel 1841 e qui scrisse i versi del Childe Harold che parlano della battaglia di Waterloo, avvenuta poco distante dalla capitale belga. Byron non rivide più il suo paese natale, l’Inghilterra, perché partì poco dopo per la Grecia dove perse la vita nella guerra di indipendenza greca. 
La targa fu apposta nel gennaio 1924 nell’occasione del centenario della morte dello scrittore. L’iscrizione recita: “Au printemps de MDCCCXVI / cette maison abrita quelques jours / Lord Byron / délaissant sa patrie qui meconnaissant / son genie / et qu’il ne devait plus revoir / Il y composa / les strophes du IIIme chant de Childe Harold / sur la Bataille de Waterloo”.
Indirizzo: Rue Ducale 1, Bruxelles

Grecia

Atene

Statua nei Giardini nazionali

Posizionata all’entrata dei Giardini nazionali (Εθνικός Κήπος) raffigura Byron che viene incoronato di alloro da una donna, la Grecia. L’opera è stata realizzata nel 1896 dagli scultori francesi Henri-Michel Chapu (progetto) e Alexandre Falguière (realizzazione).