Oggi parliamo di “turismo musicale“, tutti quei luoghi legati a grandi musicisti, compositori oppure, come in questo caso, opere liriche. Come Tosca, grande opera della nostra tradizione musicale.

Puccini non ha ambientato molte delle sue opere in Italia: spesso ha preferito scegliere luoghi esotici, come la Cina di Turandot e la Nagasaki di Madama Butterfly, oppure città dall’indiscusso fascino come la Parigi de La Bohème.
Ma una delle sue opere più belle ha come sfondo proprio Roma.

Tosca è ambientata nel 1800 ed è completamente immersa negli eventi storici di quegli anni: la caduta della Repubblica Romana, la restaurazione dello Stato Pontificio, gli echi rivoluzionari provenienti dalla Francia, la battaglia di Marengo, dove le truppe francesi guidate da Napoleone sconfissero lo schieramento austriaco.

La vicenda, che trae ispirazione dall’omonimo dramma di Victorien Sardou, ruota attorno ai tre personaggi principali, Tosca, Cavaradossi e Scarpia: una storia d’amore, gelosia, potere e grandi ideali.
Gli atti dell’opera sono tre e altrettanti sono i luoghi in cui essa è ambientata.

L’ITINERARIO

  1. Chiesa di Sant’Andrea della Valle
    Piazza Vidoni 6, Roma
  2. Palazzo Farnese
    Piazza Farnese 67, Roma
  3. Castel Sant’Angelo
    Lungotevere Castello 50, Roma

L’atto primo ha come sfondo la Basilica di Sant’Andrea della Valle.
Qui il pittore Cavaradossi, mentre sta dipingendo un quadro sulla Madonna, incontra Cesare Angelotti, ex console della Repubblica Romana, fuggito da Castel Sant’Angelo, dov’era tenuto prigioniero. Sempre nello stesso luogo si incontrano poco dopo anche Tosca, amante di Cavaradossi, e il barone Scarpia, capo della polizia e innamorato della stessa Tosca, che provocherà la gelosia della donna per scoprire il luogo segreto dove Cavaradossi tiene nascosto il fuggiasco Angelotti.

Chiesa di Sant’Andrea della Valle ©wikicommons

La chiesa si trova in piazza Vidoni, nel rione Sant’Eustachio e probabilmente prende il nome dal Palazzo della Valle, che sorge lì accanto.
La costruzione viene iniziata a fine Cinquecento dagli architetti Della Porta, Grimaldi e Maderno, ma la facciata gotica fu aggiunta in seguito, nella seconda metà del 1600.
Al suo interno non ovviamente non si trova la Cappella Attavanti, elemento di finzione, ma sembra che Puccini si sia ispirato alla Cappella Barberini, una delle tre cappelle nella basilica.
Da notare che Victorien Sardou nell’opera originale ambienta il primo atto in un’altra chiesa, Sant’Andrea dei Gesuiti (o Sant’Andrea al Quirinale), ma secondo alcuni critici, dalla descrizione che ne fa, Sardou voleva riferirsi proprio a Sant’Andrea della Valle e fece confusione con i nomi.

Info
Ingresso: libero.
Orari: Tutti i giorni dalle 7.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30.

Il secondo atto ha luogo a Palazzo Farnese, dove risiede Scarpia. Qui Cavaradossi viene torturato e poi condannato a morte; Tosca per salvarlo è disposta a qualsiasi cosa e Scarpia ne approfitta, concedendo la grazia e un salvacondotto per i due amanti a patto che Tosca gli si conceda. Seppur inorridita, Tosca è costretta a cedere, ma nel momento in cui Scarpia si avventa su di lei, con un coltello lo pugnala a morte. La scena, uno dei momenti più drammatici dell’opera, è rappresentata in una delle locandine dell’opera, con Tosca che religiosamente dispone due candelabri intorno al corpo esanime e un crocefisso sul petto.

Palazzo Farnese, di proprietà dello Stato Italiano, è concesso dal 1936 all’Ambasciata di Francia.
La sua costruzione fu iniziata nel 1514 e vi lavorarono in fasi diverse tre architetti: Antonio Sangallo, Michelangelo e Giacomo Della Porta.
Nell’Otto-Novecento era considerato una delle quattro meraviglie di Roma, un criterio che classificava i più bei palazzi della città, e il suo nomignolo era “il dado” per la forma quadrata dell’edificio.
Al suo interno è possibile ammirare gli affreschi de “Camera del Cardinale”,
la “sala dei Fasti Farnesiani” e la “Galleria”, quest’ultima ad opera di Annibale Carracci e attualmente in fase di restauro.

Info
È possibile visitare il palazzo previa prenotazione sul sito dell’associazione Inventer Rome. Il costo è di 11 €.

Il terzo ed ultimo atto è ambientato a Castel Sant’Angelo. È l’alba e Cavaradossi attende l’ora in cui verrà giustiziato, cantando la malinconica e struggente aria E lucevan le stelle. Tosca entra in scena all’improvviso e comunica all’amato che finalmente sono salvi: gli mostrerà il salvacondotto e lo informerà della fucilazione simulata, pattuita con Scarpia prima della sua morte. Ma, come è noto a molti, il finale andrà diversamente: Cavaradossi verrà veramente fucilato e Tosca, sconvolta e inseguita dalle guardie che hanno scoperto l’assassinio di Scarpia, sale sul parapetto e gridando “O Scarpia, avanti a Dio!”, si getta dal bastione.

Castel Sant’Angelo è un edificio che risale alla Roma imperiale: la sua costruzione fu iniziata sotto l‘imperatore Adriano nel 125 a.C. che lo voleva come mausoleo funebre.
Nel corso della storia la sua funzione si è più volte trasformata: a partire dal V secolo divenne una fortezza oltre il Tevere a difesa di Roma, dalla prima metà del X secolo fu utilizzato anche come prigione, funzione che conserverà fino al 1901, e sempre nello stesso secolo, papa Niccolò III decise di trasferirvi parte della sede apostolica perché ritenuto molto sicuro. Nei secoli successivi furono costruite al suo interno le stanze papali, mentre all’esterno fu dotato ulteriori fortificazioni, soprattutto sotto il papato di Alessandro VI, tanto che nel 1527 il castello resistette al Sacco di Roma dei Lanzichenecchi.
Nell’Ottocento venne utilizzato come carcere politico, ma dai primi del Novecento è diventato un museo, funzione che conserva ancora oggi.

Info
Orari: dal martedì alla domenica, dalle 9.00 alle 19.30. Chiuso il lunedì, 25 dicembre, 1 gennaio.
Ingresso: Intero € 15
Sito: castelsantangelo.com

Per chi non avesse l’opportunità di andare a Roma a visitare i luoghi di Tosca, può sempre vedere la versione cinematografica dell’opera dal titolo Tosca – Nei luoghi e nelle ore, per la regia di Giuseppe Patroni Griffi con Catherine Malfitano, Placido Domingo e Ruggero Raimondi, girata nei luoghi esatti dove Puccini ha ambientato l’opera.