Un periodo anomalo con condizioni di vita inedite: l’emergenza sanitaria Coronavirus ci costringe tra le mura di casa per un tempo lungo, ancora indefinito. È un contesto a cui nessuno è abituato, e nell’ambito del quale molti provano sensazioni come isolamento, soffocamento. Le giornate trascorse in casa sembrano non finire mai: non c’è sfogo, non ci si muove e non si gode della primavera che, mentre impazzavano i contagi in Italia e in tutto il mondo, è arrivata ad allungare le giornate e far sbocciare i fiori.

Quale rimedio a questa infinita attesa domestica? Tra i numerosi, la lettura. Non esiste soluzione più efficace, infatti, per viaggiare senza muoversi dal posto in cui ci si trova confinati. Tra i pregi dei libri c’è quello di trasportarci in luoghi lontani, spesso fantasiosi e a volte bellissimi, ma anche la possibilità di fare dell’ironia. Perché, per esempio, non sfruttare la reclusione domestica forzata per intraprendere un appassionante viaggio tra le case degli scrittori e scoprire le loro manie, i loro vizi, le loro passioni, ripercorrendo magari la biografia e le opere di tanti di loro?

Agatha Christie nella sua casa londinese
Agatha Christie nella sua casa londinese

Esiste non a caso, sorta di ripiegamento metaletterario che dialoga con l’ironia, la biografia, il memoir e il turismo letterario, un piccolo filone di saggistica dedicata al tema. Il più recente volume appartenente al percorso è Le case dei miei scrittori (Add editore, 2019), di Évelyne Bloch-Dano, ultimo tassello di un percorso che parte con La scrittrice abita qui, di Sandra Petrignani (Neri Pozza, 2002) e coinvolge anche La finestra di Leopardi, di Mauro Novelli (Feltrinelli, 2018).

Entriamo dunque in casa di alcuni tra i più celebri protagonisti del mondo letterario e culturale del Novecento e non solo. Ad aprire la porta e cederci il passo è Évelyne Bloch-Dano, che in Le case dei miei scrittori narra di come, studentessa nemmeno ventenne, si avventurò a Illiers, futura Combray, sulle orme della recherche proustiana e dei suoi luoghi, cari allo scrittore, in una specie di visita iniziatica che la introdusse in quella parte di immaginario caratteristica di ogni casa di scrittore.

Maison de Tante Léonie, oggi museo dedicato a Proust
Maison de Tante Léonie, oggi museo dedicato a Proust che qui trascorreva le estati da bambino, a Illiers-Combray ©WikiCommons

Viaggio tra letture, scritture e luoghi reali, questo libro è una rassegna di decine e decine di case di scrittori tra cui spiccano numerosi luoghi francesi parte della rete delle Maison des illustres, marchio conferito dal Ministero della Cultura per valorizzare luoghi vissuti da personaggi illustri (in Italia non esiste un analogo riconoscimento ufficialmente, seppure qualche informazione sia reperibile su Case di scrittori). Nell’elenco di luoghi riportati dall’autrice, che segue l’ispirazione del Grand Tour oggi diventato pratica di turismo letterario, sono riportate informazioni pratiche sui luoghi – se si tratti o meno di case-museo, se siano o meno liberamente visitabili – e un breve racconto che recupera la memoria dello scrittore in relazione al luogo. Tra arredi, scorci e visioni passano così in rassegna tantissimi, da Honorè de Balzac a Louisa May Alcott, da Bertolt Brecht a Curzio Malaparte.

Charles Dickens Museum, Londra
Casa di Dickens, oggi museo, a Londra, una delle mete letterarie nel libro di Évelyne Bloch-Dano ©turismoletterario.com

Di diverso taglio è la ricerca di Sandra Petrignani che in La scrittrice abita qui allestisce un viaggio attraverso le vite e le case di sei grandi autrici passando dalla Provenza al Maine, dalla Sardegna all’Africa. Insieme all’autrice riviviamo le storie e le vite di Grazia Deledda, Marguerite Yourcenar, Colette, Alexandra David- Néel, Karen Blixen e Virginia Woolf.

 La stanza di Virginia Woolf a Monk's House
La stanza di Virginia Woolf a Monk’s House, nel Kent, in Inghilterra ©WikiCommons

Un reportage fortemente letterario che vede Sandra Petrignani protagonista, viaggiatrice in luoghi del mondo e in memorie private, e che attraverso lacerti delle voci delle autrici e scorci di case e oggetti ricostruisce biografie, passioni e genesi di opere tappa dopo tappa, intervistando, leggendo e riscoprendo lettere, prendendo a cuore oggetti. «I viaggi nelle case sono viaggi nelle vite – si interroga lei –  O forse è il contrario. Ma non importa. Una casa è un destino comunque». E ancora, «credo che, anche nei casi più modesti, nulla sia più rivelatore sull’affettività di un essere umano quanto il luogo in cui vive e gli oggetti di cui si circonda» scrive l’autrice, il cui progetto per questo libro ha preso forma nella villa di campagna di Virginia Woolf innescando una ricerca capace di collegare vita, sentimenti, fobie, luoghi e oggetti vissuti dalle persone che, come pochi altri indizi, rivelano tanto di gusti, preferenze, visioni del mondo.

La “stanza verde” nella casa di Karen Blixen a Rungsted, Danimarca ©turismoletterario.com

Visioni che possono prendere forma, spesso, proprio dalle finestre di casa. È quanto suggerisce l’affascinante titolo del libro di Mauro Novelli, La finestra di Leopardi, un viaggio, come indica il sottotitolo, nelle case dei grandi scrittori italiani. Anche in questo caso si tratta di una ricerca che ha un tocco di passione personale da parte dell’autore, in viaggio per vedere e scoprire luoghi letterari guidato dall’attrazione per le case degli scrittori.

La stanza sui Navigli di Alda Merini, ricostruita fedelmente presso la Casa delle Artiste, a Milano
La stanza sui Navigli di Alda Merini, ricostruita fedelmente presso la Casa delle Artiste, a Milano ©turismoletterario.com

Da cosa nasce questo interesse? A domandarselo è lo stesso Novelli: «le case custodiscono memoria di ben altro: il concentrato silenzio delle loro quiete stanze è interrotto da echi di spari, rantoli, vagiti, liti, grida d’amore, sospiri d’infelicità, turaccioli che saltano, rosari recitati sottovoce» si risponde, scongiurando l’ipotesi di mero feticismo. Ad affascinare resterebbero in fondo sempre le storie: quelle delle case degli scrittori, tra le cui mura, se siamo lettori, siamo in fondo già stati ospiti, anche inconsapevolmente, anche solo sfiorando una certa idea del mondo, una certa visione della realtà. E forse è proprio lì che ci riconosciamo, nel potere narrativo delle case: «chi, passeggiando di sera per strada, non ha mai alzato gli occhi a una finestra illuminata, figurandosi a partire da una voce o da un rumore le vite degli altri?».

La biblioteca di Casa Leopardi
La biblioteca di Casa Leopardi, a Recanati

Mai come al tempo del Coronavirus, in circostanze storiche e sociali impensate nell’ultimo secolo, l’immagine di una finestra illuminata ci restituisce la forza evocativa del racconto delle vite altrui, tutte stipate nella propria abitazione, tutte alla ricerca di vie di fuga mentali per sconfiggere la paura del contagio e la noia dell’inattività. «Mai sottovalutare il potere dei libri», diceva Paul Auster, ma anche le case dove hanno preso vita quegli stessi libri, forse, non sono in fondo luoghi così muti e banali.

I libri

Le case dei miei scrittori
Titolo: Le case dei miei scrittori
Autore: Évelyne Bloch-Dano
Editore/Anno: Add editore, 2019
Genere: Reportage di viaggio
La scrittrice abita qui
Titolo: La scrittrice abita qui
Autore: Sandra Petrignani
Editore/Anno: Neri Pozza, 2002
Genere: Reportage di viaggio
La finestra di Leopardi
Luogo: Italia
Titolo: La finestra di Leopardi
Autore: Mauro Novelli
Editore/Anno: Feltrinelli, 2018
Genere: Saggistica/Reportage di viaggio