Se pensate che i cimiteri siano posti pieni di storie sepolte con coloro che giacciono sottoterra;
se pensate siano solo fonte di inquietudine perché ci mettono di fronte alla più grande incognita della vita, al dolore della perdita di una persona cara, e al disgusto per un corpo in putrefazione poco sotto i nostri piedi;
allora questo è il momento di mettere da parte i macabri pensieri e andare a scavare (in senso metaforico, per carità!) sotto la superficie lugubre per scoprire che questi luoghi nascondono anche storie di indubbio fascino.

Di madre in figlia

Perché è qui che talvolta l’amore torna per incontrare la morte, assumendo svariate forme.

Come quello di una bambina che, per mano al padre, attraversa il vialetto del cimitero della chiesa di St. Pancras, a Londra e si ferma davanti a una lapide: ticchettando con il dito impara a leggere scandendo lettera dopo lettera il lungo nome della madre, inciso nella pietra. Il nome è quello di Mary Wollstonecraft Godwin, morta dando alla luce quella piccoletta accompagnata dal padre, William Godwin, filosofo e scrittore.
La bambina si chiama anch’essa Mary, ma diventerà famosa col cognome del marito, Shelley, per un’opera immaginifica che, di nuovo, ha a che vedere con la morte, o meglio con il vano tentativo del suo superamento: Frankenstein, o il Prometeo moderno.

Da sentimento filiale, l’amore prende poi le forme della passione giovanile e proibita quando la stessa Mary, divenuta adolescente e ormai tenace lettrice, dà appuntamento nello stesso posto a un giovane dal viso angelico ma dalla penna infuocata come una fucina: Percy Bysshe Shelley, il poeta romantico col quale ha una relazione osteggiata dal padre di lei. Motivo per cui serve un luogo nascosto, appartato, protetto dall’ombra dell’amata madre che Mary non ha conosciuto di persona, ma della quale ha letto l’opera, uno dei primi saggi femministi di tutti i tempi: A Vindication of the Rights of Woman (Rivendicazione dei diritti della donna, 1792). Una rivendicazione che continua ancora oggi: non è un caso che il biopic sulla vita di Mary (Shelley), uscito nel 2017, sia stato diretto dalla prima regista donna saudita, Haifaa al-Mansour.

Un fotogramma del film Mary Shelley – Un amore immortale (2017) che ha per sfondo una ricostruzione del cimitero della St Pancras Old Church.

È il 1814: Mary e Percy Bysshe Shelley si dichiarano il reciproco amore davanti a quella tomba dalle scritte oggi consunte e fuggono insieme alla volta della Svizzera dove due anni dopo, in una di quelle classiche notti buie e tempestose, si sfideranno a colpi di storie dell’orrore assieme a Lord Byron, e qui nascerà l’idea del romanzo Frankenstein (come è raccontato qui).

Quella stessa tomba nel 1836 andò ad ospitare anche le spoglie del padre di Mary, William Godwin, e tutte furono poi traslate nel cimitero della St. Peter’s Church a Bournemouth nel 1851, quando il nipote Percy Florence Shelley le riunì assieme a quelle della madre Mary, morta quell’anno.

Ma se le spoglie fossero rimaste in loco, rimuoverle sarebbe toccato a un altro noto scrittore, Thomas Hardy.

L’albero di Hardy

Nel 1865 infatti, nel pieno fervore della seconda rivoluzione industriale, si decise di costruire un nuovo binario ferroviario della Midland Railway. Dove? Ovviamente sul terreno del cimitero. Ed è proprio quel binario che si vede ancora oggi alle spalle del muro di cinta.
C’erano però da riesumare tutte le salme per seppellirle altrove. Un lavoraccio. Evidentemente era un compito così ingrato che l’architetto Arthur Blomfield, incaricato del lavoro, decise di affidarlo a una sorta di tirocinante dell’epoca, il suo giovane sottoposto, un certo Thomas Hardy, forse architetto sconosciuto, ma di sicuro ben noto (futuro) scrittore.
Che aveva una vena artistica si capì subito quando decise di disporre le lapidi rimosse in modo del tutto stravagante: a raggiera, intorno a un grosso frassino che oggi sta ancora lì, protetto da una cancellata e soprannominato appunto Hardy’s Tree.
AGGIORNAMENTO: Purtroppo nel dicembre 2022, dopo violenti temporali l’Hardy’s Tree è crollato al suolo. L’albero era già stato attaccato nel 2014 da un fungo che ne aveva compromesso le condizioni.

Reminiscenze dickensiane

Se di connessioni letterarie non ne avete abbastanza, cercate la tomba di William Jones.

Ora, dato il mortal sospiro, quest’uomo non incute più paura a nessuno, ma dev’essere stato ben diverso quando, in vita, era il sadico preside della Wellington House Academy che nel 1825 fu frequentata da un diciassettenne Charles Dickens, il quale lo prese a modello per il personaggio del dispotico Mr. Creakle in David Copperfield.
Dickens aveva trascorso parte dell’adolescenza in questa zona, nell’attuale College Place (la sua casa non esiste più) e conosceva bene questo posto, tanto da menzionarlo infatti nel Racconto di due città (A Tale of Two Cities): qui viene sepolto Roger Cly e qui Jerry Cruncher profana le tombe di notte.

Beatles e stravaganze

Continuando a passeggiare nel cimitero non passa inosservato l’imponente monumento goticheggiante dedicato alla baronessa Burdett-Coutts, donna ricca e caritatevole, che funge anche da meridiana; oppure la strana tomba dell’architetto sir John Sloane, che ricorda nelle forme una cabina telefonica britannica. Non è un caso: è proprio a questo monumento che sir Giles Gilbert Scott si ispirò per l’elegante design delle cabine pubbliche, decimate oggi dall’avvento dei cellulari.

La chiesetta all’ingresso del cimitero è quella dove si sono sposati i genitori di Mary Shelley, nel 1797. Intima e odorosa d’incenso, è uno dei luoghi di devozione cattolica più antichi di Londra, si dice fondata già nel IV secolo alla morte di San Pancrazio, anche se non ci sono testimonianze scritte fino al XII secolo. Di quel passato medievale (e del materiale lapideo di origine romana) restano tracce qua e là, sopravvissute ai numerosi restauri, soprattutto nel Novecento.

Prima di abbandonare la St. Pancras Old Church e il cimitero che la circonda, merita soffermarsi un attimo a osservare quest’oasi di riposo eterno, protetta dalle fronde dei tigli e dei platani. Sedetevi su una panchina e guardate lo schienale. Se c’è una targhetta con scritto “Mad Day Out” siete proprio dove si sedettero John, George, Paul e Ringo – i Beatles, se non si era capito – esattamente il 28 luglio 1968.
Non ci credete? Ecco le prove:

Informazioni
St. Pancras Old Church Cemetery
Indirizzo: Pancras Road, Camden Town, Londra
Ingresso gratuito. Donazione gradita.