Arriviamo a Pescina, un mite paesino nel cuore della Valle del Giovenco, un caldissimo pomeriggio di agosto.

È quasi mezzogiorno. Come da tradizione paesana, tutti gli anziani sono radunati ai tavoli del bar centrale, quello davanti al Municipio, e le signore, forse, in casa a preparare il pranzo. Fortuna che due di loro sono fuori a frescheggiare, sedute sulle loro sedie richiudibili, e sono preparatissime quando chiediamo:

«Per la tomba di Ignazio Silone?»
«Tutto dritto… ma ci potevate arrivare anche in macchina!»

Ad averlo saputo prima! Ci saremmo risparmiati una bella salita. Che, sotto il sole di mezzogiorno, ad agosto, è decisamente sconsigliata.

Personaggi famosi

Pescina è il paese natale di Ignazio Silone, pseudonimo di Secondino Tranquilli, che qui era nato nel 1900.

Queste terre fanno da sfondo alle sue principali opere: Fontamara e Vino e pane sono forse le più famose. Entrambe denunciano oppressioni e ingiustizie sociali, schierandosi dalla parte dei più deboli, gli umili contadini in rivolta contro i soprusi del potere.

Ma Pescina è nota anche per un altro personaggio, il potente Cardinale Mazzarino che fu ministro di Luigi XIV succedendo a Richelieu. A lui è stato dedicato un museo che si trova nel palazzo Mazzarino -ricostruito dopo il terremoto del 1915- la casa in cui nacque nel 1602.

Sulle tracce dello scrittore: il museo Silone

Il punto di partenza dell’itinerario siloniano non può che essere il Museo Silone ospitato, assieme al Centro studi siloniani, nell’ex convento dei Minori Conventuali.

Museo Silone ©turismoletterario.comm

Al momento il museo è aperto su richiesta. Se lo trovate chiuso, basta telefonare ai numeri indicati sul cartello e un volontario del Centro studi verrà con piacere ad aprirvi non appena possibile.

Il museo nasce grazie al lascito della moglie di Silone, Darina, che il 1° maggio 2000, nel centenario della nascita dello scrittore, ha donato al Comune di Pescina il suo archivio, la sua biblioteca e molti oggetti a lui appartenuti. Oggi nel museo si trovano alcune stanze allestite con alcuni oggetti in mostra, come la macchina da scrivere Olivetti n°0, prototipo che lo scrittore aveva ricevuto per testarlo, e un tappeto ricevuto in dono da Indira Gandhi, ma anche alcuni manoscritti e prime edizioni che sono presentate secondo un percorso cronologico.

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La mostra si sofferma anche sulle persone che sono state importanti per il poeta, tra cui il fratello Romolo, ucciso giovanissimo dai fascisti del carcere di Procida, e le donne da lui amate, su tutte Gabriella Seidenfeld.

Una menzione anche alle pregevole scultura di Pietro Cascella dedicata a Vino e pane che ci accoglie nel cortile di ingresso.

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Salita verso la tomba

Dopo aver visitato il museo (o nell’attesa che ce lo aprano), si può raggiungere la tomba dello scrittore in pochi minuti a piedi, salendo sulla collina subito alle spalle del museo (seguendo via del Carmine o prendendo le scalette che partono da via Malvezzi).

Un luogo immerso in un silenzio irreale, all’ombra di alberi imponenti, da cui si gode un’inaspettata vista sul paese. È impressionante pensare che il centro abitato, prima del terribile terremoto del 1915, saliva fino a quest’altezza e che ora rimanga soltanto qualche rudere e tanta rigogliosa vegetazione, cresciuta sopra tutto, nonostante tutto.

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Silone conosceva bene questo posto e prima di morire aveva espresso il desiderio di venire sepolto qui:

Mi piacerebbe essere sepolto così, ai piedi del vecchio campanile di San Berardo, a Pescina, con una croce di ferro appoggiata al muro e la vista del Fucino in lontananza

Al campanile erano legati i suoi più cari ricordi d’infanzia e gli sembrava un pastore alla guida del suo gregge, fatto di case sparpagliate ai suoi piedi: “a chi guarda Fontamara da lontano, l’abitato sembra un gregge di pecore scure e il campanile un pastore”.

La tomba, semplicissima, consiste in una croce di ferro, il nome dello scrittore e le sue date di nascita e morte. A pochi passi, una targa ricorda anche il fratello, Romolo Tranquilli, ucciso innocente nel carcere di Procida.

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Passeggiata nel centro

Scendendo di nuovo in paese, forse ancora in attesa che aprano il museo, si può cogliere l’occasione di visitare alcuni luoghi siloniani.

In via Sant’Antonio, si trova la casa natale dello scrittore, ricostruita dopo il terremoto del 1915 che uccise sua madre e uno dei suoi fratelli. C’è un progetto per trasformare l’edificio nel nuovo Museo Silone… speriamo che si concretizzi presto!

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Poco più avanti, sempre in via Sant’Antonio, si apre una piccola piazzetta. Qui si trova una fontanella con una bocchetta di bronzo a forma di leone. Come ci indica la targhetta affissa, è uno dei luoghi menzionati in Fontamara quando Silone racconta:

“Tutte avevamo sete, ma non potevamo bere tutte in una volta”

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Continuando lungo la via, dopo pochi passi si trova la Basilica di Santa Maria delle Grazie: qui un tempo c’era il seminario frequentato da Silone, completamente distrutto dal terremoto. A fianco della chiesa si trova anche la statua di Don Orione, il religioso che accolse molti bambini orfani dopo il sisma e aiutò Silone, a cui rimaneva solo un fratello, a trovare un collegio in cui studiare, prima a Sanremo e poi al San Prospero di Reggo Calabria.

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Silone parla di questa figura così importante per lui nel capitolo “Incontro con uno strano prete” in Uscita di sicurezza, un discorso che fu letto anche al processo di canonizzazione di Don Orione il 12 novembre 1964.

La fontana di Fontamara

Infine, possiamo raggiungere l’antica fontana di Pescina, ritenuta proprio quella che ha ispirato il romanzo Fontamara. Si trova uscendo dal paese, lungo la strada statale 83 Marsicana, a pochi minuti di cammino dal municipio.

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La fontana è datata 1908 e una targa, apposta lì a fianco, riporta un passo di Uscita di sicurezza dove viene menzionato questo luogo:

A un lato del piazzale vi era una vasta fontana, affollata di donne. Mi avvicinai incerto sul da fare. Il loro antico modo di parlare, i loro antichi gesti scesero in me come miele. Le donne giovani portavano il fazzoletto annodato dietro la nuca, sotto il mento le vecchie. Quando una conca era piena, una aiutava l’altra ad alzarla e issarla sulla testa protetta dal cercine. Sotto il peso anche le vecchie alzavano il meno, camminavano diritte, perché l’acqua non traboccasse…

Esplorare le colline marsicane

Grazie al Sentiero Silone, un itinerario organizzato dai CAI (Club Alpino Italiano) di Pescina e ricavato dalla lettura delle opere dello scrittore, si possono esplorare i dintorni del paese seguendo alcuni passi dei suoi romanzi.

Questo percorso ci conduce alla scoperta di luoghi nascosti come la croce dei passionisti e la vecchia filanda, menzionate nel Segreto di Luca, e la selva di Martino descritta in Una manciata di more.

Periodicamente vengono organizzate anche delle visite guidate: altre informazioni sul sito del CAI di Pescina.